C’è un meme che piace moderatamente in redazione. Non tantissimo, alcuni sì, alcuni no. Il meme del “Vi sblocco un ricordo”.
E la storia dei calzini di Brunetta, su cui ci avete chiesto di pronunciarci, ce l’ha ricordato.
Lo scopo è sempre quello: siamo in un clima di campagna elettorale permanente, l’avversario politico diventa (lo suggerisce la parola stessa) un nemico.
Un avversario non più da trattare con lealtà, ma da trascinare nel fango e nel lerciume perché sia demonizzato e inviso al popolo. Un occhio alla cronaca, un occhio alla campagna elettorale permanente.
C’era una volta un “reportage” sul Dottor Raimondo Mesiano, Giudice Civile, che nel 2009 si guadagnò la patente di “Toga Rossa” per aver inflitto una condanna pecuniaria ingente a Mediaset.
Sappiamo tutti benissimo che in realtà una sentenza è il prodotto finale di una cosa chiamata processo, tanto buona quanto sono le prove che le parti portano.
Ma il punto non è questo. Il punto della storia è che casualmente, con Mesiano arrivato alla cronaca, ecco che arrivò un bizzarro servizio sui piccoli schermi che destò mormorii e critiche, in ambo i sensi, nel pubblico.
Un “reportage”, un filmato ottenuto seguendo la giornata tipo di Mesiano, soffermandosi su atteggiamenti banali, normali, piccoli e comuni ancorché non raffinati ed eleganti come ci si aspetterebbe da un VIP (figure leggendarie che sappiamo per il pubblico dovrebbero trasudare gloria ed unicorni color arcobaleno…).
“Non c’era alcuna malizia , ma solo il senso televisivo di dare un volto a un personaggio che la gente non conosceva di persona”.
Fu detto all’epoca, fattosta che la critica alla professionalità di un uomo passò da una voce femminile che scandiva atteggiamenti come
“Lui va avanti e indietro”
e
“un’altra stranezza: guardatelo seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese. Di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare”.
chiosando infine che
“tra la stravaganza del personaggio e la promozione del Csm, c’è qualcosa che non funziona”
Il gioco era palese: Mesiano era un personaggio pubblico. Mesiano era, suo malgrado, diventato per alcuni un alleato politico e per altri un avversario politico.
Non crediamo lo volesse, ma era successo: quindi era giusto esibire sul piccolo schermo i suoi calzini e mocassini, le sue passeggiate e il suo uso di bere bevande frizzanti su una panchina come misura di “qualità”.
Strascichi che ricordiamo arrivarono sino al Garante della Privacy, interessato da un’istruttoria allo scopo di valutare quanto politica, cronaca e vita privata possano intersecarsi.
Cosa che fu criticata. Credevamo di aver abbandonato simili pagine. Ma le cose, citando Mariottide, “andavano peggio, e continuano a peggiorare”
Questa volta la storia infatti peggiora.
Non c’è più il piccolo schermo della TV, ma il piccolo schermo dei Social nel mezzo.
Non c’è più il “piccato pezzo di colore” che bacchetta un avversario scomodo, ma la campagna elettorale permanente delle truppe cammellate degli hater della Rete.
Che hanno provato, dobbiamo confessarlo, a bussare anche alla nostra porta dopo aver chiesto un “fact checking” che temiamo per alcuni sia stato la stura ad un Odio Social che non amiamo e non vogliamo.
Nel 2016, sottolineamo nel 2016, Brunetta, ora Ministro, come molti andò al mercato. Succede.
Come molti si lanciò in trattative su un pacco di calzini. Succede anche questo: magari non tutti lo farebbero e non in tutti i mercati, ma accade. Lo stesso Brunetta del resto è figlio di commercianti, il gioco delle trattative l’ha visto da ambo le parti.
Non è questo il punto: come abbiamo detto la trattativa c’è stata, ne abbiamo reso atto, eccola lì.
Quello che invece non possiamo proprio tollerare è, e scusateci se non siamo come Kipling, il
Se riesci a sopportare il sentire le verità che hai detto
Travisate da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi
O in questo caso per gli Hater seriali.
Due minuti di video di Brunetta al mercato.
Oggi come allora, assistiti da commenti di body shaming e odio da tregenda che davvero, dopo esserci più volte schierati contro gli hater, vedere in giro non vorremmo.
Brutto nano me fai ribrezzo!!! 30 40mila euro al mese e vai x bancarelle elemosinando sconti
Apre ad esempio la danza un condivisore.
Trascinandosi appresso roba come
Sto purciaro so più lunghi i carzini,merdoso che lui,schifoso
Non gli dite così poverino..se si sente male poi bisogna portarlo all’ ospedale Bambin Gesu’..
Pezzo di stronzio, la prossima volta dentro li calzini mettece l’ortica, tirchio psiconano
Ma scusate non dovrebbe andare alla prenatal a comprare l’intimo?
pezzente tappo di mer*a
Con una compiaciuta ossessione per le fattezze fisiche che, a parti invertite, suonerebbe come odioso body shaming e sarebbe, giustamente, resa oggetto di riprovazione
Nessuno vi ha chiesto di cessare di avere simpatie e antipatie. Nessuno vi ha mai chiesto di non fare campagna elettorale: ma questa non è campagna elettorale.
Tirare fuori un video del 2016 per rendere un politico oggetto di odio e ilarità per il suo aspetto fisico con l’atteggiamento becero del bulletto che prende in giro il ragazzino più basso, meno avvenente e meno elegante della compagnia non è campagna elettorale né informazione.
Tirare fuori il video di un giudice che nella sua vita privata beve bibite e indossa calzini turchesi e renderlo oggetto di ilarità non è campagna elettorale né informazione.
Vorremo foste migliori, tutti.
Ma notiamo che sì, a volte tendete anche ad abusare del nostro servizio e nei commenti cercate di infilarci roba che dimostra che per voi #restiamoumani, #andràtuttobene e simili sono solo parole vuote che usate per dare un senso alla vostra crudeltà.
Vi regaliamo delle parole buone da seguire.
Ma fatelo, per davvero.
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