Hostess perde contratto a Gardaland per foto osè su OnlyFans: il problema che ci segnalate non è solo pruriginosa curiosità, ma forse anche società e giurisprudenza.
Da un lato abbiamo I.R., giovane hostess (guida del parco, ormai ex, assistente alla gestione delle giostre) e dall’altro il principale parco di divertimenti Italiano, Gardaland.
In questa storia è perfettamente inutile puntare dita di accusa: vi preghiamo di non farlo voi stessi.
I.R. è una ragazza come tante: troppe bollette, troppi conti da pagare, uno stipendio troppo basso per far fronte alle spese. I.R. lavora con Gardaland, ma in questa economia uno stipendio non basta.
Quindi I.R. decide come molti di procurarsi una seconda entrata: la seconda entrata è Onlyfans, un “Patreon per creatori di contenuti“. Un sito dove, ipoteticamente, puoi creare video e contenuti su qualsiasi argomento e renderli visibili a “patroni” pronti a pagarti qualcosina.
Ma un sito dove, nella pratica, il contenuto più venduto risulta quello osè e risque.
Niente di platealmente pornografico nel caso di I.R.: semplici foto un po’ risque. Della lingerie, un po’ di trucco, delle pose un po’ ammiccanti. Nessun scenario da pornografia, niente di così spinto. Ma comunque, un po’ di osé vi era.
E per un po’, va detto, le cose sono andate bene. Il primo mese I.R. guadagna 600 euro dai suoi “patroni”, che balzano a 5000 nei mesi successivi.
A questo punto arrivano i guai: I.R. col denaro raggiunge una certa piccola fama. E la certa piccola fama raggiunge Gardaland.
I.R. riferisce di un colloquio intercorso nell’estate con la direzione del Parco Giochi, dove le viene contestata la difformità tra l’immagine del parco e una galleria “risque”. Alla scadenza del contratto lo stesso non viene rinnovato.
Da un lato quindi il diritto di I.R. di disporre della sua immagine, della sua fisicità, nel modo che ritiene giusto. Solido ed innegabile.
Dall’altro l’inciampo, secondo Ticinolibero, di quella fisicità associata all’immagine di Gardaland (si riferisce di una intervista televisiva in cui I.R. rispondeva alle domande sulla sua vita di creator content indossando una divisa di Gardaland).
Questo il probabile casus belli, sfociato in una nota per cui pur assicurando che «Gardaland riconosce e promuove l’importanza delle risorse umane all’interno dell’ambiente lavorativo e incentiva la creazione di rapporti di rispetto e collaborazione con e tra i propri dipendenti» spiega che «nell’ambito delle politiche aziendali si invitano i collaboratori, per le proprie attività digital, a evitare l’utilizzo improprio dei loghi o delle immagini di Gardaland non in linea con la vocazione familiare del Parco divertimenti».
Possibile? A questo mondo tutto è possibile, ma per i microfoni del citato Corriere la consulente del lavoro Patrizia Gobat ha ricordato la possibilità per la struttura di adire anche provvedimenti disciplinari per attività che, sia pur esterne alla ditta, diventano ad esse riconducibili.
In questo caso non possiamo neppure parlare di un licenziamento disciplinare: il contratto è scaduto, non è stato rinnovato.
Assai probabilmente però lo sarebbe stato, senza quell’inciampo sull’associazione tra le due. Tema che, in questo futuro, sarà senz’altro affrontato più volte.
Speriamo con tatto. Quel tatto che ci impedisce di usare le foto di I.R. in copertina. Non per censura e pudore, ma perché gradiremmo per una volta che voi prendiate in mano pandette e libri di diritto e non il mouse alla ricerca di OnlyFans.
AGGIORNAMENTO: Scopriamo in timeline l’arguta analisi della giornalista Charlotte Matteini, tra i quali un Tweet in cui si parla di “Rinnovo rifiutato” più che di mancato rinnovo.
Resta fermo il parere della dottoressa Gobat sulla fattispecie giuridica e sociale.
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