NON CONDIVIDERE Questa signora preleva o ruba i bambini fuori scuola, fate girare – bufale.net
Vi abbiamo più volte parlato del rischio insito nelle bufale più infamanti: una calunnia, come “Ruba i bambini”, “è un pedofilo”, “è un assassino”, una foto o una scampolo di tale diffusa di cellulare in cellulare, ed ecco che è subito Medioevo.
Anzi: peggio del Medioevo. Quantomeno, persino nel Medioevo si sarebbero fatti scrupolo nell’accettare una delazione non solo anonima, ma girata di mano in mano in modo assolutamente incontrollabile da persone che non hanno nulla da perdere né tantomeno da guadagnare.
Ed i risultati, purtroppo, li abbiamo visti: alla folla non importa se ci sia qualcuno che “ruba i bambini” o sia un pedofilo. Vuole solo vedere il sangue che scorre.
E, come accadde in India nell’editoriale da noi trattato, stiamo arrivando pericolosamente anche noi alle scene di violenza di piazza, di folle urlanti pronte a linciare un presunto colpevole per caricarne il pestaggio sui Social Media, riprendendosi mentre bastonano un uomo o una donna che piange ed implora pietà.
Ci stiamo arrivando grazie ad iniziative estemporanee come questa, alimentate dalla recente psicosi rapimenti di cui ci stiamo occupando ancora oggi
Voglio comunicarvi una cosa…
Questa signora preleva o ruba bambini fuori scuola fate girare la foto, prima si aggirava per x arzano e Melito adesso sta per Giugliano
Abbiamo quindi un appello in un italiano stentato e vernacolare, con la foto di una signora qualunque. Una persona comune che solo noi abbiamo censurato, ma l’anonima mano che ha vergato le sue infamanti accuse no.
È colpevole? È innocente? Una foto non ci consente di saperlo, e non ci importa.
Per quel che ci riguarda, siccome ogni individuo è innocente fino a sentenza passata in giudicato, chiunque tra voi avesse diffuso la foto della “signora che preleva o ruba bambini” in questo momento è imputabile per un grave crimine: la diffamazione aggravata dalla pubblicità del mezzo.
E non pensate di poter piatire davanti ad un giudice che “Io ho condiviso perché mi pareva fosse vero” o “Proprio me devono beccare”? È ampiamente possibile che vengano a beccare proprio voi, e, sinceramente, non piangeremmo per i guai che vi pioverebbero addosso.
Se la paura delle conseguenze legali non vi spaventa, facciamo un esercizio di empatia.
Fermatevi un attimo ed ascoltate questa canzone
Fatto? Una bella mattina vostra figlia/madre/sorella/quelché non torna più a casa.
La cercate in lungo in largo e la trovate in ospedale, massacrata di botte dalla folla inferocita.
Come mai? Qualcuno ha deciso di diffondere la sua foto e, con un linguaggio ruffiano e colloquiale, dichiarare che vostra figlia/madre/sorella/quelché “ruba i bambini”, magari aggiungendoci anche del suo, e la foto ha raggiunto tutto il quartiere.
Ogni singolo villano urlante armato di uno smartphone più o meno di proprietà conosce ora il volto della persona cui volete bene, ed assetato di sangue può farle del male.
Chiedete alla polizia aiuto, ma non basta ad interrompere la catena di condivisioni.
Chiedete a noi, e noi vi diciamo
Dove eravate quando vi abbiamo chiesto di non condividere la storia della “donna che ruba i bambini”? Perché adesso dovremmo fare eccezione per voi? Non ci avete ascoltato allora, perché oggi dovremmo ascoltare voi?!?
E quindi sapete che, ormai, la persona a cui tenete ha una taglia sulla testa voluta dal Popolo della Rete, gli Indinniati, la Folla Manzoniana 2.0 la cui “giustizia” è solo prevaricazione e brutalità
Cosa fareste?
Fortunatamente, noi siamo migliori di loro, e di chi tra voi volesse invece collaborare a questo scempio, e continueremo ad opporvicisi con tutte le nostre forze.
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