“Stanno girando per appartamenti con la scusa di misurare le polveri sottili, sono armate”: storia ed escalation di una triste bufala – bufale.net
Questa volta raccogliamo la segnalazione non di un nostro lettore, ma di un collega fact checker di Prefisso Italia che con un suo preziosissimo articolo ci notifica purtroppo come una bufala da noi ben conosciuta sia arrivata al suo estremo, potenzialmente pericoloso, esito
Ricorderete tutti il nostro post del 26 gennaio del 2018:
Una WhatsApp allegata a questo testo:
Stanno girando per appartamenti con la scusa di misurare le polveri sottili…. Non aprite sono armate. Sono due donne con tesserino dell’ASL. Condividete, copia e incolla massima diffusione.
I ragazzi di Prefisso Italia hanno scoperto nel frattempo una serie di cose, che qui vi sintetizzeremo: il tesserino è autentico, la signora D.R. esiste davvero, ed è innocente.
E per colpa di viralizzatori e persone che cliccano senza condividere, adesso ha problemi a fare il suo stesso lavoro, dato che rischia che ogni volta indinniati in vena di facile giustizialismo la puniscano per colpe inesistenti e minaccino la sua stessa incolumità.
Partiamo con ordine e tracciamo una storia di questa orribile bufala.
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro e si chiamano ricordi, altre ci portano avanti e si chiamano sogni.
Diceva il personaggio di Jeremy Irons, il temibile signore dei Morlock, nel film The Time Machines
Il nostro viaggio nel tempo inizia quindi coi nostri ricordi, con precisione il 5 Aprile del 2017, quando un messaggio su WhatsApp, moderna leggenda metropolitana, metteva in guardia l’uditorio contro la minaccia di
URGENTEEEEE !!!!! Se per caso passa per la vostra abitazione una ragazza dice di Raccogliere Firme contro l’insicurezza ,non aprite e’ una trappola!!! di lei sbucheranno tre che cercheranno di entrare in casa vostra…..!!! Per favore fate circolare questa notizie e avvisate !! E’ gia’ successa in diverse localita’. Copia e incolla .
Un trio di ladre abilissime, praticamente il trio di Occhi di Gatto applicato al mondo delle bufale, in grado di infilarsi nelle vostre case con astuzia e furbizia
Naturalmente, anche tale allarme fu prontamente smentito dalle autorità, rivelandosi l’incarnazione moderna di una bufala ancora più antica nata inizialmente a Bellinzona, nel Ticinese.
Siamo quindi al paziente zero, la bufala dove tutto ebbe inizio e che, rifiutandosi di “morire”, cominciò a mutare, evolversi ed ad aggregarsi ad ogni fatto di cronaca.
Inizialmente, sbufalata la storia delle tre ladre abilissime si provò a rimescolare un po’ gli interpreti che divennero tre ragazze con un ragazzo ad accompagnarle. Praticamente, postulando un ulteriore ragazzo nascosto, le Occhi di Gatto lasciarono il posto ai Power Rangers
Ma la storia non finisce qui.
Le bufale sono autentici organismi viventi, se non direttamente virus pronti ad infettare ogni organismo per sopravvivere, e la bufala morente delle ragazze contro l’insicurezza trovò presto un nuovo ospite quando a Pomezia scoppiò un incendio.
Niente di grave, l’incendio fu subito domato, ma ecco che il 10 maggio del 2017, ci trovammo ad affrontare questo messaggio
ATTENZIONE RAGAZZI FATE GIRARE Stanno girando per appartamenti con la scusa di misurare le polveri sottili e controlli vari per via dell’incendio di Pomezia dell’altro giorno. Non aprite, sono armati! Condividete e fate girare la voce!!!
con la seguente variante:
ATTENZIONE RAGAZZI FATE GIRARE Stanno girando per appartamenti con la scusa di misurare le polveri sottili ed altre cazzate simili per via dell’incendio di Pomezia dell’altro giorno. Non aprite, sono armati! Condividete, copiate, scrivetelo a vostro modo, fate come vi pare ma fate girare la voce!
Un invito quasi urlato, il parossistico grido di allarme di un bufalaro impenitente che implorava di vedere la sua creazione vagare per la Rete, agevolato dal fatto che il principio di ordinaria cautela consiglia, effettivamente, di non aprire a sconosciuti.
Un po’ per allarmismo, un po’ perché chi condivideva si crogiolava nel star facendo “opera buona” ricordando la precauzione ai suoi contatti, questa bufala fi lasciata libera di vagabondare.
Errore fatale!
Solo otto giorni dopo, il 18 maggio del 2017, apparve una nuova versione che fondeva in sè il peggio delle due iterazioni precedenti.
ATTENZIONE RAGAZZI FATE GIRARE Stanno girando per appartamenti con la scusa di misurare le polveri sottili ed altro per via dell’incendio di Pomezia dell’altro giorno. Non aprite, sono armati! Condividete, copiate, scrivetelo a vostro modo, fate come vi pare ma fate girare la voce!!! Sono due donne con il tesserino dell’ASL.
Si era già alzata la posta del rischio: se grave è diffondere allarmismo presso la popolazione, nonché un preciso reato, sostituendo il generico terzetto di ladre abilissime con due donne col tesserino dell’ASL si cominciava a mettere in pericolo qualsiasi addetta che esibisse, legittimamente, il suo tesserino rischiando di essere linciata da una folla di webeti.
Rischio aumentato quando nel giugno del 2017 la bufala si sbarazzò dell’indicazione geografica, ponendo l’azione della misteriosa “ladra del tesserino” in ogni luogo italiano.
Arriviamo così al fatidico 26 Gennaio del 2018, data in cui ci avvediamo che un “burlone” aveva alzato troppo la posta, fotografando il tesserino di una lavoratrice dell’ASL, con nome e cognome e volto ben visibile, per darlo in pasto al popolo della rete?
Una banale burla direte voi? Assolutamente no!
Ne abbiamo già parlato in un altro editoriale, ricordate? “Burle” del genere rovinano vite. Burle del genere distruggono esistenze.
Solo una ventina di giorni fa, discorremmo nell’editoriale riportato qui sopra, una coppia di artisti indiani fu linciata da una folla urlante e berciante armata di bastoni e cellulari, coi quali ripresero le percosse fermandosi solo saltuariamente per pubblicare su Facebook le urla di dolore e le preghiere coi quali il duo, terrorizzato, implorava per aver salva la vita perché qualcuno nella folla aveva letto la bufala di una macchina di pedofili che casualmente somigliava alla loro.
Nello stesso editoriale ricordammo negli anni abbiamo abuto persone accusate di pedofilia vedere la loro vita distrutta, e disturbati sciamare armati in pubblici locali alla ricerca di riti misteriosi ed occulti.
Ed ora, scopriamo che, a distanza di sei mesi dal nostro fact checking il tesserino di una operatrice dell’ASL, con nome, cognome e foto in chiaro, continua a circolare ininterrottamente sui cellulari di persone a caso additata come un mostro.
Se per la prima iterazione della bufala potevamo concepire l’idea di un soggetto che condividesse un appello anonimo per principio di cautela (concepire, non condividere, tantomeno accettare), adesso semplicemente non avete scuse.
Se la signora D.R. patirà anche solo una minima conseguenza, sarà senz’altro colpa di tutti voi che avete condiviso una gogna mediatica falsa e calunniosa, e bene sarebbe che tutti voi paghiate le conseguenze del vostro gesto.
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