La verità sulla ricercatrice Roberta Benetti e l’alternativa alla chemio
Si torna a parlare in queste ore di Roberta Benetti, una ricercatrice da sempre impegnata nella lotta contro i tumori, ma anche nel trovare una soluzione alternativa alla chemio e alla radioterapia. In sostanza, su Facebook dal 2013 gira una sua foto, con tanto di messaggio virale che ha dato non poche speranze a color che vivono situazioni delicate sotto questo punto di vista. E proprio a partire dalla delicatezza del contesto, diventa molto importante prendere in esame alcuni chiarimenti su questa vicenda, affinché non si seguano strade sbagliate.
Fondamentalmente, la ricercatrice Roberta Benetti è impegnata nella scoperta di molecole, il cui compito sarebbe appunto quella di bloccare la proliferazione tumorale. Andando più nello specifico, questa strada consentirebbe di aggredire solo le cellule malate. Tutto molto bello, se solo questo studio avesse trovato applicazione operativa e reale. Come spesso avviene in questi casi, infatti, il messaggio si scatena contro le lobby che avrebbero messo a tacere questa storia per preservare i propri interessi.
Da cosa nasce la disinformazione relativa alla ricercatrice Roberta Benetti? Per tornare coi piedi per terra, è sufficiente rimandarvi ad un nostro vecchio articolo, tramite il quale potremo scoprire in primis che si tratta di una storia molto vecchia e che, secondo la diretta interessata, ha preso piede addirittura nel 2010. La cosa importante, però, sta nel fatto che questo percorso sia ancora distante dalla sua applicazione effettiva, come ammesso dalla stessa dottoressa:
“Gent.mo Prof. ,
grazie per la mail che mi ha scritto. Le notizie che girano in internet recentemente (ma che in realtà fanno riferimento ad una pubblicazione del 2010) si sono amplificate con un sensazionalismo giornalistico incontrollabile che in primis non garantisce il rispetto ai pazienti colpiti da questa terribile malattia.
In termini di applicabilità terapeutica lo studio sul miR-335 è ancora molto lontano dalla clinica e nessuno di noi ricercatori si è mai permesso di affermare che possa SOSTITUIRE la chemioterapia.
I passi per valutare i suoi effetti sono davvero lunghi e li stiamo ora studiando sperimentalmente anche sul topo. Certo, abbiamo dato seguito alle scoperte del 2010, approfondendo anche il suo ruolo nelle cellule staminali e pubblicando un recentissimo paper in cui troviamo assiociata a questo miRNA una nuova pathway che sembra anche attiva al momento soprattutto nei tumori di origine germinale. Speriamo davvero di continuare nella direzione giusta ma non siamo assolutamente arrivati al punto di poter promettere nulla.
Un aspetto critico per i tumori è al momento la loro classificazione e l’identificazione attraverso biomarcatori specifici dei casi a elevato rischio, requisito fondamentale questo per poter migliorare le strategie di cura e per guidare le scelte terapeutiche. Il nostro lavoro cerca di fornire un contributo di base proprio in questo ambito. Noi stiamo cercando di chiarire l’importanza di determinati componenti molecolari, per capire (in ottica ambiziosa) se essi possano risultare associati all’andamento della malattia e, quindi, per poter fornire interessanti futuri bersagli terapeutici.
Come certo capirà, vogliamo dare speranza alla gente (e per questo le forze di tutti noi ricercatori, di cui la mia è parte milionesima, sono sempre unite e stimolate) ma anche assolutamente evitare false illusioni.
La ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarire e La prego laddove possibile di contribuire a questo chiarimento.
Cordiali saluti”.
Quello appena riportato, è un intervento della stessa Roberta Benetti, con la ricercatrice che ha voluto chiarire alcuni aspetti cruciali riguardanti il suo studio tramite un articolo piuttosto netto. La lotta contro il tumore, ma anche per l’affermazione di strade alternative alla chemio e alla radioterapia, è pertanto ancora molto lunga ed è del tutto sconsigliato abbandonare questi percorsi che al momento forniscono maggiori garanzie.
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