BUFALA ACCHIAPPACLICK Eccoli i 6 violentatori di Desirèe, risorse Boldriniane – bufale.net
Si parla di violentatori di Desirèe, e noi non possiamo dire altro che è destino: ogni volta che nasce una notizia di cronaca, arrivano avvoltoi e viralizzatori a cercare lo scoop, inventandolo quando non c’è.
Una pagina nazionalista a cui non faremo il regalo di un click o un relink perché le visualizzazioni, cari miei, si conquistano con la verità e la creazione di contenuti legittimi, non con le fake news hanno deciso di prendere, letteralmente, le foto di sei uomini di colore a casaccio, scelti tra imputati, rei ed indagati di reati che non c’entrano assolutamente niente con l’omicidio di Desireè ed inventarsi che sono i violentatori di Desirèe.
Lo scopo? Naturalmente indignare ed indinniare, eccitando il proprio pubblico alla viralità molesta, all’hate speech più brutale (esponendo i propri commentatori anche ai gravi rischi penali dei cinque minuti di odio forzati), il tutto per ottenere qualche like in più.
Ed ecco a voi ora la foto
Reperibile, casualmente ma non troppo, su Twitter ad una risoluzione maggiore
Ebbene, come dicevamo, la foto non c’entra niente.
Il blocco di foto gira almeno da giugno del 2018, spammato su Twitter da profili politicamente orientati allo scopo di disturbare ogni discussione contraria ad una certa fazione politica ed aumentare il rapporto rumore/segnale inibendo le discussioni.
Questo, fomentato dal fatto che al contrario di Facebook, sistemi come Twitter sono basati sul microblogging e non sulle pagine: non esiste un amministrare di pagina responsabile (come da noi su Bufale) che si occupi di cancellare commenti molesti o contributi clickbait dai retweet e dalle repliche. Nè si potrebbe farlo: Twitter nasce come microblogging, siamo perlopiù noi italiani ad usarlo come un succedaneo, un surrogato di Facebook per bannati e attaccabrighe.
All’epoca non erano ancora i 6 violentatori di Desirèe, ma generiche risorse Boldriniane, la keyword più famose in campagna elettorale e nei mesi immediatamente successivi.
Ed i 6 violentatori di Desirèe sono in realtà un gruppo eterogeneo di persone che hanno in comune solo i caratteri necessari ad indinniare:
- Sono di colore
- Sono stati citati nella cronaca locale (perlopiù di Ragusa e dintorni, dando potenziali indizi sull’autore della viralità originale) per vari addebiti, tra i quali non risulta l’omicidio.
Esaminiamoli, da sinistra a destra
Il primo citato appare in una notizia del 2016, come spacciatore di hashish.
Il secondo lo riconoscerete come la persona usata da Roby, nota pagina acchiappaclick, per dare origine al patetico circo dei 6 violentatori di Desireè millantando tra i primi i legami tra i due casi. Ne abbiamo parlato diffusamente qui.
Il terzo, in mancanza di reati peggiori, è addirittura un questuante molesto accusato di aver preso a male parole chi non gli faceva l’elemosina e di resistenza all’arresto. Non stiamo dicendo che non sia un reato, perché lo è, ma passare dalla questua molesta all’omicidio preceduto dallo stupro diremmo è un bel volo pindarico.
Il quarto, tanto per tenere il gruppo eterogeneo, fu indagato nel 2017 con l’accusa di essere uno scafista nella Reggio Calabria del 2017. Ancora nessun legame coi 6 stupratori di Desirèe (che poi non sono sei, ma ai viralizzatori, in fondo, ricordiamo, non importa di Desirèe ma di fare click).
Il quinto? Col quinto si scende nel grottesco: la prova della velleità di stupro del quinto è essere stato arrestato per aver urlato in un condominio, in preda ai fumi dell’alcol, scagliandosi contro gli agenti chiamati a interrompere le sue grida. Anche qui, nulla da dire, la resistenza a pubblico ufficiale è un reato gravissimo e va indubbiamente sanzionato, ma anche accusare di stupro persone a caso lo è, senza bisogno di dirlo.
Col sesto, quantomeno si torna nello spaccio, con un soggetto trovato nell’Ispica del maggio 2018 con 30 grammi di marijuana. Un po’ meno delle 400mila lire di Cocaina dell’anonimo delatore del compianto Maurizio Mosca, arrestato per direttissima per l’oltraggio, ma ancora non stupro.
Lasciamo quindi la parola al nostro esperto Jedi Luke Skywalker
Ricordandovi che è censurabile inventare lo scoop dove non c’è, ma è ancora peggio credevi, indinniarsi e condividere senza prendersi cinque minuti per verificare.
Non avete scuse: Google Immagini è lì apposta.
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