ANALISI IN CORSO Il GIP rigetta 7 accuse per il Sindaco di Riace, Domenico Lucano: “Errori grossolani”
Sta creando mille polemiche oggi 2 ottobre la notizia riguardante l’arresto del Sindaco di Riace, Domenico Lucano, diventato in questi giorni famoso per la sua politica dell’accoglienza nei confronti degli immigrati e finito nei guai (e in custodia cautelare, impropriamente chiamata domiciliari) anche per la “turbativa dei procedimenti per l’assegnazione dei servizi d’accoglienza“. Considerando le polemiche a distanza con Salvini negli scorsi mesi, con il Ministro dell’Interno che da Napoli, una volta appresa la notizia, non ha risparmiato frecciate al diretto interessato e a quelli che definisce “buonisti”, occorrono necessariamente alcuni contributi informativi extra.
Sull’arresto del Sindaco di Riace, ad esempio, è intervenuto proprio in questi minuti il GIP di Locri, Domenico di Croce, che ha rilasciato alcune dichiarazioni molto significative ed ha contestato almeno 7 punti sui capi di accusa. Come riportato da Leggo, con un interessante approfondimento sul caso che vede coinvolto Domenico Lucano, ci sono tantissimi nodi da sciogliere. Un messaggio implicito al giustizialismo del web che in queste ore si è scagliato contro lo stesso Sindaco di Riace.
Il diritto è infatti una scienza precisa ancor prima che l’oggetto di giornalismo, invettive e scontri a distanza, sia che coinvolga il Sindaco di Riace che l’ultimo dei popolani. Per questo va affrontata con rigida cautela ed il massimo rispetto: noi stessi ci atterremo al tag Analisi in Corso finché le indagini non saranno arrivate a conclusione.
Di cosa stiamo parlando più in particolare? A detta di Croce, ci sarebbe molta approssimazione nei presunti reati di associazione a delinquere, oltre alla truffa aggravata, al falso al concorso in corruzione, fino ad arrivare all’abuso d’ufficio e alla malversazione. Quelle rivolte al Sindaco di Riace, in sostanza, sarebbero accuse “vaghe e generiche“. Il capo d’imputazione viene definito senza mezzi termini “inidoneo a rappresentare una contestazione cui ‘agganciare’ un qualsivoglia procedimento custodiale“.
Croce ha concluso la sua nota scritta su Domenico Lucano affermando che “pur volendo ipotizzare che fosse intenzione degli inquirenti rimproverare agli indagati l’affidamento diretto dei servizi, il mero riferimento a ‘collusioni ed ‘altri mezzi fraudolentì che avrebbero condotto alla perpetrazione dell’illecito si risolve in una formula vuota“.
Lo spezzone più forte si ha però a proposito del reato di truffa aggravata, considerando il fatto che il GIP parla addirittura di “errore grossolano”. A cosa è dovuto? A suo dire, viene individuato ingiustamente profitto nel totale delle somme incassate dalle cooperative, mentre sarebbe stato concentrarsi semplicemente sulla differenza tra il totale e le spese realmente sostenute.
Va inoltre ricordato, cosa fatta da noi in casi di “giudiziaria”, che esiste una forte differenza tra arresto, reclusione e detenzione cautelare che sia una branca del giornalismo “giudiziario” che il popolo della Rete Indinniato tende a dimenticarsi troppo spesso.
Ricordiamo, che anche parlando del Sindaco di Riace
Le misure cautelari sono dei provvedimenti emessi nel periodo intercorrente tra l’inizio del procedimento penale e l’emanazione della sentenza. Vengono adottati dall’autorità giudiziaria per evitare che si verifichino alcuni pericoli; nello specifico i pericoli che l’adozione vuole scongiurare sono: 1) difficoltà nell’accertamento del reato; 2) difficoltà nell’esecuzione della sentenza; 3) possibilità che vengano compiuti altri reati o che si aggravino le conseguenze di un reato.
Presentano determinate caratteristiche: sono strumentali al procedimento penale perchè mirano ad evitare che si verifichino i summenzionati pericoli; per le stesse ragioni sono anche provvedimenti urgenti; sono incidentali in quanto è necessaria l’esistenza di un procedimento penale; agli atti deve sussistere una prognosi di colpevolezza che però, in ossequio all’art. 27 Cost., comma II, deve essere ponderata alla luce del principio di presunzione di innocenza fino alla definitività della sentenza; sono provvedimenti immediatamente esecutivi, sebbene provvisori, in quanto oltre a venir meno con l’emissione della sentenza definitiva, possono essere revocate o modificate; sono impugnabili tramite i meccanismi previsti dal codice (riesame, appello e ricorso per Cassazione); sono espressamente tipizzate dalla legge; infine possono essere disposte solo con un provvedimento del giudice di cui la giurisdizionalità delle stesse.
Detto in parole semplici: siccome siamo ancora in uno stato di Diritto, nel quale nessuno può essere dichiarato colpevole se non in forza di sentenza passata in giudicato, nel frattempo comunque lo Stato ha il diritto di assumere dei provvedimenti tali da limitare le capacità dell’indagato di ripetere un reato , ovvero da cristallizzare una situazione impedendo ad un soggetto nella condizione oggettiva di ripetere le condotte per cui è presuntivamente accusato di ripetere le stesse o portarne ad aggravamento eventuali conseguenze.
Staremo a vedere come evolverà la storia riguardante il Sindaco di Riace: e nessuno di noi può fare altro. Indipendentemente dalle proprie idee e preferenze politiche, al giustizialismo del web occorre ricordare che la nostra Costituzione prevede un dettaglio non trascurabile: la presunzione d’innocenza.
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