“Heidi di colore su Netflix” dimostra che abbiamo un problema di AI. Avevamo già il fondato sospetto che l’uso delle Intelligenze Artificiali come mezzo per i creatori di fake news avrebbe avuto, ove non affrontato, una diretta espansione.
Abbiamo già censito numerosi casi in cui i notutto hanno “assunto” le AI come ghost writers per le teorie più assurde, come persino le “fonti russe” siano passate dal cercare modi per eludere i blocchi e usare ChatGPT al volere la loro AI personale, GigaGPT.
Vi abbiamo già parlato di Vladimir Bondarenko, Irina Kerimova, gli “Immortali fratelli Sasha e Masha” e intere legioni di “persone inesistenti” create con Midjourney pronte a diffondere fake news e propaganda.
Ora con Heidi di colore cominciamo a vedere come le AI rendano possibile a tutti creare di tutto, anche “Più vero del vero”.
La presunta “parodia”, che cessa di essere tale quando viene creduta vera e diffusa come tale, è apparsa sui social Italiani dopo essere nata su Reddit.
Lanciata in un canale dedicato alle creazioni con Midjourney, altro strumento di OpenAI come il ChatGPT recentemente reso di nuovo disponibile in Italia, ma che a differenza di ChatGPT è specializzato in immagini e non in testi.
In questo caso il creatore dell’immagine ha confessato ai colleghi iberici di AFP di aver usato un “prompt”, ovvero una richiesta all’AI formulata in questo modo
/imagine prompt:Switzerland with Wakanda people
Traducibile con
“Creami un’immagine della Svizzera con persone del Wakanda
Dove per Wakanda si intende la nazione immaginaria della saga fumettistico-cinematografica di Black Panther, supereroe proveniente dalla famiglia reale di un paese africano immaginario, ricchissimo perché detentore delle uniche miniere di un metallo sorprendente dalle capacità impareggiabili da ogni materiale del mondo, il cosiddetto “Vibranio”.
L’immagine è arrivata a cavallo delle contestazioni sul docufilm Netflix in arrivo su Cleopatra, dove una attrice di colore di ascendenze britanniche è stata scelta per il ruolo della regnante d’Egitto, scatenando le ire di alcuni personaggi dell’Egitto moderno tra cui lo storico ed egittologo Zahi Hawass.
Ovviamente nel mondo del “più vero che vero” non si riesce neppure più a notare che la presunta “Heidi di colore” ha sei dita per ogni mano, difetto tipico delle immagini generate mediante MidJourney che difettano di referenze grafiche per disegnare mani e sguardi convincenti.
Ma se tanto basta a spingere persone a contattare Netflix per una serie che non esiste, quando MidJourney migliorerà le proprie capacità saremo tutti in un grosso, grosso guaio.
Basti pensare a come recentemente IDMO ha dovuto introdurre nei report mensili per i fact checker italiani che ci vengono richiesti una categoria dedicata alle fake news a mezzo AI, categoria che abbiamo già cominciato a nutrire, vedi qui, qui, qui e qui.
Un “più vero del vero” che rischia di diventare la nuova frontiera del fake.
“Heidi di colore su Netflix” è un poster generato con Midjourney, mescolando il concetto del romanzo per ragazzi scritto nel 1880 dall’autrice svizzera Johanna Spyri con le ambientazioni della saga cinematografico-fumettistica Marvel “Black Panther”.
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