Halloween è una festa satanica o americana! Non fatela festeggiare ai vostri figli! è il grido di allarme che abbiamo visto troppo spesso anche sulla nostra bacheca. E siccome siamo al venerdì prima di Ognissanti, è bene che qualcuno vi dica che, veramente, se la pensate così non solo avete torto, ma state rovinando la festa ai vostri figli e non solo per una bufala.
E quindi, possiate speriamo smettere di dare il tormento a quelle povere creature dei vostri figli e lasciarli andare a spasso a chiedere due caramelle. Tanto il massimo che rischiano è che il Dottor Nowzadaran appaia con disapprovazione agitando una bilancia bariatrica
E passiamo alle eccezioni
La pericolosa lobby delle streghe sataniste che fanno i rituali ad alto contenuto di colesterolo.
Secondo una cospicua parte degli storiografi (vedasi Rhys e Frazer) Halloween è da annoverarsi nel novero delle festività sincretiche: un astuto colpo di mano della nascente religione Cristiana che per cancellare la concorrenza usava sia il bastone che la carota.
Il meccanismo è sostanzialmente quello descritto da San Paolo dinanzi all’Altare del Dio Ignoto: ogni qual volta un predicatore cristiano si trovava dinanzi ad un culto pagano, aveva due scelte.
Dichiarare che gli dei pagani erano antichi demoni che volevano succhiare l’anima dei presenti
oppure dichiarare che c’era stato un leggero fraintendimento. Che in realtà gli abitanti locali erano già perfetti cristiani e ligi ad adorare Dio come si deve, ma il suddetto buon Dio si era semplicemente dimenticato di dire loro come si chiamava. Quindi gli stessi, fedeli a loro insaputa, non avrebbero dovuto cambiare niente, ma solamente “dare il nome corretto alle cose”.
Un esempio da manuale è la festa del Santo Natale, per ogni buon cristiano il compleanno di Gesù Cristo
ma in realtà tratto dalla festa del Sole Invitto, una celebrazione di età Romana, derivata dai pre-esistenti culti dell’adorazione del Sole e del Solstizio, per celebrare l’allungarsi delle giornate ed il ritorno alla vita attiva.
Le cose andavano per i poveri dei pagani un po’ alla meno peggio: Diana, Dea della Caccia, riapparve come simbolo di Stegoneria nel Medioevo, ma laddove il Politeismo aveva introdotto diversi Dei per diversi aspetti della vita, il Cristianesimo introdusse la figura dei Santi. Anime umane un tempo, non divine per non sfociare nell’idolatria, ma riconosciuti paragoni di perfezione terrena che anche da morti intercedono presso coloro ancora sulla Terra recando le loro preghiere a Dio stesso e prendendosi a cuore i loro casi.
Demonizzare o Santificare, queste erano le due scelte.
Per Halloween si scelse la seconda.
Secondo quanto parte della storiografia ha da dirci, Halloween come lo conosciamo noi deriva dal rito celtico del Samhain, l’opposto polare della festa del Sole Invitto diventata il Santo Natale.
Laddove il Sole Invitto era il trionfo della luce sulle Tenebre, Samhain nasce come momento di riflessione. Prosaicamente, la Festa del Samhain coincideva col momento più buio e freddo della stagione invernale, quando diventava quindi necessario far provviste per l’inverno, macellare i capi di bestiame per avere carne conservata da mangiare e poter nutrire gli altri armenti col mangime rimasto e fermare le attività produttive per un po’, aspettando la “rinascita”.
Anche i Celti, come molti popoli (pensate al Giorno dei Morti messicano immortalato nel noto film Disney Coco, o alle nostre celebrazioni di Ognissanti) ritenevano che ci fosse dello spirituale nel materiale: in quelle lunghe e fredde notti dove l’estate diventa definitivamente inverno e la vita stessa sembra addormentarsi, gli spiriti dei morti vengono “lasciati liberi” dalla dea guerriera Scathach (che i più “nerd” ricorderanno essere maestra dell’abile Red Sonja dei fumetti) di tornare anche solo per una notte nei luoghi dove sono vissuti per vedere, “prosaicamente”, come se la cavano i loro discendenti.
Per l’occasione, esattamente come nei vari Giorni dei Morti delle varie culture, gli antichi Irlandesi preparavano dolci e cibi prelibati per festeggiare i loro cari estinti e celebrare le loro vite, rassicurandoli così che anche dopo la loro morte la vita continuava e i loro eredi erano “a posto”
Come per molti giorni dei morti, all’arrivo del Cristianesimo si decise non per la demonizzazione, ma per la Santificazione: si rimosse quindi la dea Guerriera, e restò Halloween, All Hallow’s Eve, la Notte di Ognissanti.
Non c’è più una dea guerriera che abbassa lo scudo per dare il via libera ai morti, ma ci sono i Santi ed i Beati che, dal Paradiso, guardano coloro rimasti in terra e da essi ottengono un ricordo ed una preghiera. E ci sono i morti che dal Purgatorio grazie al ricordo ed alle preghiere possono ascendere al Paradiso certi di essersi guadagnati il perdono e che i loro discendenti stiano lavorando duramente per essere redenti essi stessi.
Noterete come la sostanza della festività resta la stessa: è come per il Dio Ignoto. Rileggendo Saintyves Pierre, I santi successori degli dei: L’origine pagana del culto dei santi, apprendiamo infatti che anche in questo caso la Chiesa decise non di reprimere, ma di dichiarare gli aderenti ai vari Culti dei Morti sparsi in tutto il Globo, quindi non solo il Samhain, bravi cristani a loro insaputa.
Semplicemente, non sapevano che a comandare in Paradiso e dirigere il Purgatorio è Dio, e quindi, per un semplice errore, si aspettavano che fosse la Dea Scathach a dirigere la baracca quando in realtà la stessa era perfettamente sovrapponibile ad una santa a caso.
E poi, tutti liberi di celebrare i loro santi ed i loro congiunti morti nel giorno dedicato.
Del resto, anche in numerose regioni Italiane esiste l’uso di elargire doni alle anime del Purgatorio o dei cari estinti.
Generico culto dei morti o festività del raccolto (su questo la storia non discute) Halloween si arricchì col tempo di nuovi significati e leggende. Introdotto il Purgatorio, ecco che da Samhain nome della festa si passò per corruzione successiva ad ipotizzare un mistico Samhain, e poi.. Jack Lanterna, ovvero Jack O’ Lantern, incarnazione pulp delle anime del purgatorio.
Breve digressione: sapete perché esistono le fiabe? Esistono per impartire ai bambini insegnamenti morali, anche spaventandoli un po’ per fargli capire la lezione.
Se Cappuccetto Rosso disobbedisce, il lupo la mangia, sostanzialmente. In Cenerentola la buona e timida Cenerentola viene elevata alla nobiltà e le malvage e crudeli sorellastre punite gravemente.
Nella storiella di Jack Lanterna abbiamo Jack O’Lantern, un “never do well”, un briccone birbante che, grazie alla sua astuzia, era riuscito ad ingannare anche il Diavolo ottenendo di non andare mai all’Inferno.
Ma Jack O’Lantern era un’incarnazione vivente del peccato meno noto: l’ignavia. Non era così malvagio da essere destinato all’Inferno, ma nemmeno era una brava persona degna del Paradiso. Aveva insomma scelto di risolvere il dilemma morale che ci porta ad essere brave e giuste persone semplicemente lasciandosi vivere, senza mai prendere vere decisioni.
Per questo San Pietro, custode delle chiavi del Paradiso, non potè che negargli l’accesso. Dal suo punto di vista Jack Lanterna era solo un peccatore, anche se aveva accumulato tanti piccoli peccati e non roba “grossa”. Ma anche il Diavolo, ferito nell’orgoglio per essere stato buggerato più volte, negò a Jack Lanterna la qualifica di peccatore dell’Inferno.
Tutto quello che potè avere fu un lumino per cercare la strada del Purgatorio e con essa la redenzione. Lumino che Jack Lanterna pose in una lanterna fatta con un grosso rapanello per farlo durare il più a lungo possibile, diventando così il simbolo delle anime del Purgatorio. Troppo buone per l’inferno, troppo cattive per il paradiso, bisognose delle preghiere degli uomini buoni per trovare la strada della redenzione.
Quando gli Irlandesi emigrarono in America, portarono con se la leggenda di Jack Lanterna, e sostituirono il rapanello con le zucche, più abbondanti e facili da scavare, e continuarono a festeggiare Halloween mandando i loro figli in giro con lanterne di zucca per ricordare la lezione di Jack Lanterna. E quindi, chiedere questue e vagare come Jack
Tutte le festività, alla fine, nella modernità, diventano commerciali.
Il Santo Natale, per molti bambini, è un giorno di festa da passare coi propri cari ed un dono elargito non da Gesù, ma da Babbo Natale, padre di tutti i bimbi che conosce le nostre bontà e cattiverie e premia i bimbi buoni col dono tanto desiderato.
Halloween divenne una scherzosa festa, dove le questue di Jack Lanterna divennero un’occasione per ottenere dei dolcetti e l’occasione di sfoggiare divertenti costumi e divertirsi con gli amici.
Non dissimile, in un certo senso, dalle radici di “giorno dei morti” del passato in cui si mostrava agli avi come la vita continua ed i bambini continuano a nascere ed essere felici anche dopo che la notte arriva e la morte porta via le generazioni passate.
E se un’oltretomba esiste, francamente dubitiamo che le anime del Purgatorio siano così scontente dal sapere che i doni un tempo elargiti a loro ora diano gioia ai loro pro-pro-pro-pronipoti.
Siamo certi che se c’è vita dopo la morte, sorriderebbero felici all’idea e denigrerebbero con sdegno chi, per malcelato prurito religioso, nega ad un bambino un tocco di felicità.
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