Ci sono nuove notizie dal fronte Anonymous: Hackers bloccano le ferrovie in Bielorussia, Anonymous blocca sito di informazione filorusso.
La prima notizia riguarda le ferrovie in Bielorussia, sotto attacco da parte dei “Cyber-Partigiani della Bielorussia”.
Nonostante alcuni outlet di notizie abbiano parlato di una rivendicazione di Anonymous, gli account social riconducibili a parte del collettivo (decentralizzato: non può esistere “Un social o una sede di Anonymous. Ne cancellerebbe lo scopo) in realtà rilanciano una catena di tweet dell’organizzazione Bielorussa.
Va detto che nella guerra di Anonymous contro Putin e i suoi alleati tutti gli hacker “di buona volontà” sono accetti. Proprio perché si tratta di un conflitto virtuale contro Putin, Lukashenko e gli Oligarchi, e non contro il popolo russo.
Lo stesso attacco che ha bloccato le ferrovie in Bielorussia ha bloccato i portali online e limitato gli automatismi nel controllo del traffico ferroviario.
Non si tratta quindi di un blocco totale e indiscriminato: i civili che hanno bisogno potranno continuare a usare i treni (che è molto di più delle vane minacce che i novax nostrani lanciarono, fallendo, sul traffico ferroviario italiano). Semplicemente con ritardi e disservizi e molto più lavoro da parte delle autorità.
Indubitabilmente Anonymous è invece l’attacco a Tass, portale di informazione filorusso.
Per una preziosa manciata di minuti prima che il sito fosse messo offline e ricaricato, Anonymous è riuscito a sostituire i contenuti sul sito con un comunicato fieramente rivendicato.
“Cari cittadini. Vi preghiamo di fermare questa follia, non mandate figli e mariti a morte certa. Putin ci costringe a mentire e ci mette in pericolo. In pochi anni vivremo come in Corea del Nord. È questo quello che meritiamo? Solo per mandare Putin sui libri di storia? Questa non è la nostra guerra, fermatela!”
Con un logo di Anonymous seguito dalla firma
“Questo messaggio sarà cancellato. Alcuni di noi perderanno il lavoro e saranno incarcerati. Ma non potevamo più sopportare… firmato i giornalisti indifferenti della Russia”
Sempre da fonti Anonymous abbiamo la prova che il motto “Anonymous non dimentica, Anonymous non perdona” è più che una petizione di principio.
Abbiamo già visto come anche la Russia dispone di un cyberarsenale e alleati virtuali.
In questo ambiente la “Conti Gang”, un gruppo di hacker dediti all’uso di Ransomware (i programmi che rendono inaccessibili i dati di amministrazioni e ditte inviando richieste di riscatto per le password di decrittazione) ha fatto l’errore di dichiarare sostegno a Putin, anche con accenti roboanti.
Con toni, diciamolo, non meno duri della “minaccia Nucleare” di Putin.
Vedendo tutto l’archivio di dati faticosamente raccolto “appropriato” dalla Rete, secondo Anonymous rilasciato da un account di un membro del collettivo con un messaggio di insulti a Putin. “Fanculo Putin”, appunto.
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