Hacker Russi contro l’Italia: lo sapevamo. Abbiamo seguito le vicende di Killnet, il “collettivo degli hacker Russi”.
Abbiamo avuto modo di tracciare un loro profilo che continua a confermarsi. Un profilo dove per “hacker Russi” non va intesa una struttura militare in seno alla Duma, ma una struttura “lasca”, una controparte di Anonymous.
Giovani, arrabbiati, anzi: furiosi.
Il frutto rapace della politica nazionista di una Russia che odia l’Occidente con ferocia, ma da salotti televisivi costruiti con stilemi e coreografie ibridi tra la Propaganda post-Sovietica e la TV Occidentale.
Un martellamento mediatico costante che, davanti ad un numero di 20 milioni di abitanti al di sotto delle soglie di povertà ma destinati a triplicare tra sforzo bellico e sanzioni, ha come risposta universale l’odio per l’Occidente.
Un occidente descritto come un branco di nazisti ostili: io che scrivo, voi che leggete, chiunque non sia Russo o pronto a profondersi in sperticate lodi della Russia diventa un pericoloso nazista.
Anzi, molto di più: parte di un complotto nazi-terrorista-ebraico-omosessuale dove la NATO, l’Europa e gli USA si riuniscono coi poteri forti per scatenare la Magia Nera di Hollywood e obliterare i valori tradizionali della Russia costringendo i giovani russi ad un futuro di povertà, miseria e omosessualità. Cosa che, per i Russi, sembra essere un destino peggiore della miseria e della morte stessi.
In questo clima, esplode la rabbia dei giovani. Esplode la rabbia di Killnet.
I modi sono sempre gli stessi che abbiamo imparato a conoscere. La minaccia di un DDoS, un “Denial of Service”, quel genere di attacco che bombarda i portali e i siti prescelti di infiniti accessi per ingolfarlo, come organizzare un flash mob davanti ai tornelli di una stazione per fermarne l’intero traffico.
Il linguaggio è sempre quello che abbiamo visto. Enfatico, rabbioso, l’urlo di una generazione che ha imparato ad incolpare l’Occidente per i loro dolori e che si sentono eroi e guerrieri.
Non dissimile al linguaggio delle chat dei Guerrieri Novax su Telegram, uno stile comunicativo a base di supremi comandanti, server ammazzati, danni irreparabili.
Il nuovo comunicato cita espressamente due “nemici naturali” della Russia. L’Italia che nonostante spazi per dare voce ai giornalisti Russi viene percepita come capofila dei “nazisti ostili” e Anonymous.
Quello stesso Anonymous estramemente sarcastico verso una Killnet che vuole essere presa sul serio.
“sono sempre stato interessato a una domanda: la Russia generalmente supporta le nostre attività? Dal momento che faremo un colpo irreparabile in Italia a causa della guerra con Anonymous. Saremo almeno ricordati nella nostra terra natale?”
Nel gergo giovanile useremmo la battuta “Senpai, notice me!”, il parzialmente intraducibile appello della scolaretta degli anime giapponesi che implora il compagno di scuola più grande e bello di notarla e innamorarsi.
Killnet è pieno di rabbia, Killnet è pieno di nazionalismo, gli iscritti a Killnet vogliono che il Cremlino li noti, che l’Occidente tema il Cremlino e vogliono vendetta contro un Occidente dal volto sarcastico della maschera di Guy Fawkes associata ad Anonymous.
Ciò non significa che l’allerta sia basso. Anzi, è discretamente alto. Nonostante alcuni passi falsi in passato, la rabbia di Killnet è una fornace in grado di alimentarli a lungo e spingerli a osare sempre di più.
Bisognerà quindi prendere ogni contromisura in considerazione.
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