Guidare la macchina intestata ad un’altra persona? Alle seguenti condizioni
Ci segnalano i nostri contatti articoli che annunciano che non puoi più guidare la macchina intestata ad un’altra persona, con tanto di compiaciute foto di “ragazze disperate al volante” e grassetti in cui si annunciano riforme per cui si “rischia grosso”
In realtà la situazione non è veramente cambiata dal 2014, e quindi risulta possibile a determinate condizioni guidare l’auto di un soggetto diverso da se stessi. Il caso tipico di specie è il familiare. Ad esempio il figlio neopatentato che si ritrovi a guidare l’auto dei genitori non avendo ancora disponibilità, mezzi e opportunità per un mezzo proprio.
Guidare la macchina intestata ad un’altra persona? Alle seguenti condizioni
L’articolo 94 del vigente CdS, comma 4bis, stabilisce che
“gli atti, ancorche’ diversi da quelli di cui al comma 1 del presente articolo, da cui derivi una variazione dell’intestatario della carta di circolazione ovvero che comportino la disponibilita’ del veicolo, per un periodo superiore a trenta giorni, in favore di un soggetto diverso dall’intestatario stesso, nei casi previsti dal regolamento sono dichiarati dall’avente causa, entro trenta giorni, al Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici al fine dell’annotazione sulla carta di circolazione, nonche’ della registrazione nell’archivio di cui agli articoli 225, comma 1, lettera b), e 226, comma 5. In caso di omissione si applica la sanzione prevista dal comma 3”
Da questo ne conseguono una serie di conseguenze. Ad esempio è possibile usare un'”auto di cortesia”, pensiamo alle auto concesse da autosaloni e centri di riparazione per chi stia riparando o revisionando il suo veicolo su convenzone, purché questo resti nella tua disponibilità per un breve e sporadico periodo, non superiore ai giorni 30.
È sicuramente possibile usare l’autovettura di un familiare convivente, anzi una circolare del Ministero dell’Interno precisa che l’annotazione “del comodato familiare” è sempre esclusa, anzi non è proprio necessario che un comodato vi sia per un uso personale e non promiscuo nei limiti di tempo dati.
Questo significa che un familiare potrà prestare l’automobile ad un altro familiare, e in caso di controlli semplicemente (ma ormai anche ai posti di blocco vi è connessione telematica all’anagrafe) ci si limiterà ad accertare il rapporto di parentela, senza necessario che il libretto contenga tale annotazione.
Per soggetti invece estranei, ovvero non familiari conviventi, se si prevede per qualsiasi ragione un comodato di uso superiore ai giorni 30 bisognerà provvedere alle comunicazioni di rito presso gli uffici provinciali della motorizzazione con annotazione sul libretto di circolazione, sotto pena di sanzioni.
Cosa mi conviene fare allora?
In ogni caso conviene ricordare che stai guidando l’auto di un familiare o un’auto “in prestito” entro i 30 giorni di comodato, comunque stai guidando l’auto di qualcuno assicurato al posto tuo.
Questo qualcuno quindi ci penserà due volte e, se questo qualcuno è ad esempio è un tuo genitore, potrà pensare ad una polizza conducente aggiuntiva per cautelare se stesso e te stesso.
Il proprietario del veicolo avrà sempre delle forme di responsabilità comunque: banalmente, se fai un sinistro con la macchina di tuo padre o tua madre, capace che si ritroverà con un premio aumentato, i danni da te provocati e un vivo desiderio di darti addosso.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.