Stanno girando per la blogosfera numerosi testi scandalistici contro il servizio 45500, SMS solidale della Protezione Civile.
Il più “bonario” recita grossomodo così:
I SOLDI DEGLI SMS PER I TERREMOTATI FINISCONO A UNA FINANZIARIA , ALTRO CHE AIUTI –
NON SPEDITE NIENTE !!!!!! I SOLDI VANNO ALLE BANCHE CHE ISTITUISCONO FINANZIARE
DOVE C E´LO STATO SI ANNIDA LA TRUFFA !!!!
In realtà siamo di fronte ad una delle infinite bufale, ed anche tra le più deleterie e nocive in questi convulsi momenti di assistenza.
Il riferimento sovente inserito in questi appelli nasce dal Consorzio Etimos, descritto in questo brano del 2012 da Il Post.
L’idea era sostanzialmente depositare tutte le somme non direttamente usate per l’aiuto concreto in un progetto di microcredito con garanzia per aiutare le popolazioni coinvolte a “riattivare” l’economia nel lungo periodo
Dopo aver raccolto grazie agli SMS e numerose altre donazioni circa 68,3 milioni di euro, la Protezione Civile decise di avviare un progetto per il microcredito in Abruzzo per dare una mano a singoli individui, famiglie e piccole imprese. L’obiettivo era realizzare un sistema trasparente e facilmente accessibile per ottenere prestiti, a tassi vantaggiosi, per facilitare i lavori di ricostruzione. La gestione dell’iniziativa fu affidata al Consorzio Etimos e alla Etimos Foundation, una organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus). Al progetto, che si chiama “Microcredito per l’Abruzzo”, aderirono e tutt’ora collaborano la Caritas, diverse associazioni di categoria, gli enti locali, la Federazione del Credito Cooperativo di Abruzzo e Molise e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI).
La convenzione con il Consorzio Etimos fu stipulata dalla Protezione Civile il 23 novembre del 2009. La Corte dei Conti diede la propria approvazione nei mesi seguenti, attivando il trasferimento dei fondi previsti. Le convenzioni con gli istituti bancari e le altre organizzazioni furono stipulate nell’estate del 2010, e il consorzio divenne pienamente operativo alla fine dello stesso anno.
Per “Microcredito per l’Abruzzo” furono stanziati circa 5 milioni di euro provenienti dalle donazioni del dopo terremoto raccolte dalla Protezione Civile. Come spiegava Barbara Ganz ad aprile sul Sole 24 Ore, il sistema utilizzato da Etimos non prevede l’utilizzo diretto dei fondi per l’attività di finanziamento. Il denaro viene usato solamente come garanzia per i prestiti richiesti presso il sistema bancario locale. In pratica, Tizio chiede a Etimos di farsi garante presso la banca da cui vuole ottenere il prestito per la sua iniziativa di ricostruzione. Il sistema garantisce anche parità di condizioni e prodotti. I soldi delle donazioni sono usati come garanzia, non dati in prestito.
Le famiglie possono ricevere al massimo 10mila euro, con un prestito dalla durata massima di 60 mesi e a un tasso fisso del 2,5 per cento. Imprese e cooperative possono ottenere un muto al massimo di 50mila euro, sempre di durata di 60 mesi con tasso al 2,5 per cento nel caso di durate superiori ai 18 mesi. Le iniziative e i progetti di finanziamento sono liberamente consultabili sul sito di Etimos, che ha pubblicato a fine marzo un aggiornamento della propria attività. Fino a ora il sistema ha gestito 478 domande e ne ha respinte 210, perché mancavano i requisiti. Da gennaio 2011 a marzo 2012 sono stati erogati 191 crediti per un totale di 3,8 milioni di euro. Quasi ottanta domande risultavano all’epoca in corso di valutazione. Nei primi 15 mesi di attività, Etimos ha fatto generare un volume medio di erogazioni al mese pari a 256mila euro. L’attività è aumentata nel corso degli ultimi mesi, con marzo 2012 che si è concluso con 488mila euro erogati.
Il sistema sembra quindi funzionare ed essere abbastanza richiesto, ma secondo i detrattori ha dimostrato comunque di avere qualche difetto. In primo luogo l’avvio dell’iniziativa ha comportato un costo di circa 470mila euro, che hanno quindi ridotto in parte il fondo patrimoniale usato a garanzia dei prestiti. Si tratta di una spesa notevole, ma i responsabili del consorzio dicono che si è fatto tutto cercando di ridurre all’osso le spese. “Microcredito per l’Abruzzo” ha richiesto anche molto tempo per essere avviato, se si considera che l’operatività vera e propria è iniziata solamente a dicembre del 2010, a circa un anno e sette mesi dal terremoto dell’Aquila.
Etimos pubblica e aggiorna periodicamente le informazioni sull’utilizzo dei fondi, mantenendo il più trasparente possibile l’intera iniziativa. Le richieste inoltrate, quelle approvate e quelle in fase di approvazione possono essere consultate sul sito dell’iniziativa. A chi decide di donare soldi alla Protezione Civile per l’Emilia in questi giorni occorre anche ricordare che le iniziative per la ricostruzione, nel caso dell’Abruzzo, non riguardano solamente il microcredito. Sul sito della Protezione Civile c’è una intera sezione dedicata ai progetti realizzati e a quelli in corso con l’importo dei fondi destinati derivanti dalle donazioni.
Come abbiamo visto sovente in altre occasioni, il chiarimento è molto meno cool dello scandalo, e sovente gli scandali vengono riattivati per creare viralità e condivisioni.
Il Post è dovuto tornare sull’argomento in questi giorni, riesumando dall’archivio l’articolo che abbiamo noi stessi notato proprio nelle stesse ore in cui la redazione esaminava le numerose richieste, con un cospicuo elenco di quello che è stato fatto negli anni grazie al 45500.
Vi consigliamo di leggerlo con attenzione, oppure, se vi sentiste ancora troppo miscredenti per donare due euro (che probabilmente spendereste comunque per comprare una app per smartphone che vi verrebbe a noia tra un mese), di donare almeno denaro al conto corrente aperto allo scopo dalla Croce Rossa Italiana.
Ci sono stati segnalati molti appelli a donare e raccogliere vestiario e beni di consumo utili.
Al riguardo la nostra risposta è un ni: gli appelli alla generosità sono semplicemente troppi perché possiamo ragionevolmente valutarli tutti, e quindi dovrete avere fiducia nell’ente da cui provengono, prediligendo e privilegiando enti e personalità che potete personalmente riscontrare.
Troverete un elenco aggiornato di associazioni, con le loro richieste sul sito de La Repubblica, tenendo comunque presente che:
Tuttavia, al momento, meglio donare soldi che altro. “Non c’è bisogno di donazioni di vestiti e generi alimentari. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, se dovessimo registrare esigenze puntuali lo comunicheremo”. Immacolata Postiglione, capo ufficio stampa della Protezione Civile, nel corso dell’ultimo incontro con i giornalisti è stata molto chiara: cibo e vestiti per ora non servono, meglio donare soldi. E anche precipitarsi fisicamente in loco è sconsigliato. “Abbiamo unità operative sufficienti per i soccorsi, in questo momento pensare a un’aggiunta di volontariato spontaneo è sconsigliabile”.
Probabilmente, donare abiti dismessi e/o fuori stagione, cibo inscatolato di incerta provenienza e generi alimentari già raccolti da enti preposti potrà sembrare una gran cosa, ma è molto meno utile che una umile donazione anche di pochi euro, che anzi potrà fare la differenza.
In ogni caso, coordinatevi con l’elenco fornito di associazioni.
EDIT: Un nostro contatto ci ha inviato un testo che sostanzia le differenze gestionali tra le passate emergenze e questa, con riferimento all’SMS Solidale:
E’ vero: donare soldi non è mai facile, soprattutto in periodo di crisi economica. Ma la Protezione Civile oltre a potersi permettere risparmi di scala molto grandi (pensate a un chilo di pasta comprato al supermercato da voi e alla tonnellata di penne che servono alla Protezione Civile: il “peso” dell’acquisto farà drasticamente calare i prezzi) garantisce una serietà e una gestione dei fondi trasparente, dal primo all’ultimo centesimo. Esempio davvero chiaro e preciso di cosa si fa con i soldi delle donazioni è stato dato dalla regione Emilia Romagna, terribilmente danneggiata dal sisma del maggio 2012 a cui tutta la popolazione ha risposto con grande forza e intensità, riuscendo in pochissimi mesi a resuscitare un territorio che alla crisi economica ha dovuto affiancare anche una crisi funzionale difficile da risolvere. La solidarietà della popolazione, al grido di “Teniamo Botta!” ha raccolto oltre 32 milioni di euro. A questi soldi si sommano le donazioni che i Comuni hanno ricevuto direttamente.
- Gli SMS Solidali hanno fruttato 14,3 milioni di euro
- Il concerto di Bologna 13 milioni di euro
- Il mega-concerto al Campovolo ha raccolto 4,2 milioni di euro
Le donazioni, insieme al Fondo per la ricostruzione del dl 74/2012, hanno provveduto a finanziare 76 progetti per un importo complessivo di oltre 33,5 milioni euro. Nello specifico, le donazioni raccolte con il concerto di Campovolo sono destinate al ripristino e alla ricostruzione delle scuole, per un totale di 10 progetti. Con i fondi raccolti mediante gli SMS solidali vincolati al parere e all’approvazione del Comitato dei Garanti per garantire l’impiego efficace e la supervisione sull’uso delle risorse, sono finanziati 32 progetti di ripristino e di ricostruzione degli edifici religiosi e beni culturali, municipi ed edifici pubblici, edifici scolastici e strutture socio-assistenziali. E’ proprio questo Comitato dei Garanti che impone serietà, trasparenza e precisione nella suddivisione delle risorse. I soldi vengono tracciati, le compagnie telefoniche non possono ricaricare costi (infatti specificano che i 2 euro saranno interamente devoluti), il conto corrente è infruttifero per non generare costi nè interessi e soprattutto ci sono molte persone che hanno accesso a tutti gli atti.
Nessun problema, quindi.
Beninteso, la parte relativa alle economie di scala si applica, naturalmente, anche alle donazioni mediante CRI o conti correnti aperti presso i vari operatori bancari che aderiscono all’iniziativa: per la Croce Rossa Italiana o la Protezione Civile è, indubbiamente, più facile comprare “in massa” quello che serve e quando serve, spuntando prezzi inferiori
Molti, leggendo questo articolo, si sono soffermati nella menzione dell’uso del microcredito nella gestione Aquilana: mezzo criticato, ma che avevamo già precisato non far parte di questa gestione. Che invece segue diverse regole
Inoltre a capo della Protezione Civile c’era Guido Bertolaso, che aveva già deciso di dare la gestione dei fondi ricavati dalle donazioni alla Etimos, società padovana di microcredito, per prestarli con interesse a chi voleva investire nella ricostruzione. Aldilà del progetto, frutto di quello che giornalisticamente fu definito “metodo Bertolaso” di cui potremmo discutere per ore intere e che mi trova fortemente contrario, oggi è diverso: all’epoca non era chiara la destinazione dei 2€, oggi sappiamo che passano dall’operatore telefonico al Dipartimento della Protezione Civile che li destinerà alle Regioni (in questo caso Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo)
Sostanzialmente: non avete scuse.
AGGIORNAMENTO: Ci segnalano i nostri contatti presunte anomalie su mancanze della consegna del denaro raccolto.
Anche questo è un falso problema.
Secondo un accordo siglato con le società di telefonia, che raccolgono gli sms solidali e versano i proventi senza alcun ricarico sul conto corrente della Protezione civile, la raccolta si chiuderà a meno di proroghe il 29 gennaio. Fino a che non si sa con esattezza quanti soldi siano stati raccolti (finora la cifra si aggira attorno ai 28 milioni di euro) non si può decidere quali progetti finanziare. Gli operatori che hanno aderito all’iniziativa senza scopo di lucro sono Tim, Vodafone, Wind, 3, Postemobile, Coopvoce, Infostrada, Fastweb, Tiscali, Twt, Cloud Italia e Uno Communication.
Non fidatevi di “internet”: verificate.
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