In questi giorni si è riaperta la polemica sul ruolo delle ONG nella tratta dei migranti e non sono mancate le polemiche online. Il tutto nasce dall’espressione utilizzata da Di Maio sui “taxi del Mediterraneo”, sino a culminare con un articolo a riguardo sul blog di Grillo intitolato Il coraggio della verità sulle ONG.
Alla difesa da parte di Saviano delle ONG, Luigi di Maio ha replicato con questo post sul quale si baserà per stilare l’articolo sopracitato sul Blog dei 5stelle:
Di Maio replica a Saviano basandosi su un rapporto compilato da Frontex, un’agenzia dell’Unione Europea che si occupa di coordinamento per quanto riguarda i confini della comunità.
Da ciò che afferma, pare che il rapporto Frontex usi l’espressione ‘taxi del mare’, che il rapporto punti il dito sulle ONG, che gli scafisti diano meno cibo e acqua per via delle ONG, e che il fatto che le morti in mare non siano diminuite sia in qualche modo legato all’attività delle ONG.
In realtà, se si legge il rapporto di Frontex, l’espressione “taxi del mare” non viene mai utilizzata, nonostante anche La Stampa riporti questa inesattezza.[1] Il rapporto esprime chiaramente che il flusso nel centro del Mediterraneo è aumentato in quanto è diminuito quello dalla Turchia in seguito agli accordi di Maggio 2016 tra Turchia e EU, e di conseguenza anche la presenza di imbarcazioni adibite al salvataggio.
La pressione esercitata dai flussi migratori al confine tra Turchia e Unione Europea è in calo dall’ottobre 2015. Un fattore importante è il EU-Turkey Statement (Statuto UE-Turchia), entrato in vigore nel marzo 2016, nel quale la Turchia ha accettato di salvaguardare la costa e di riammettere i migranti irregolari dalla Grecia. Lo statuto ha disincentivato i migranti nel far uso delle tratte verso la Grecia ed ha indebolito il business model dei trafficanti. [2]
Secondo Frontex, questo è anche uno dei motivi per i quali il flusso nel Mediterraneo Centrale e sulla costa libica sia aumentato. Ed è proprio questo che ha causato l’aumento dell’utilizzo delle tratte dei trafficanti da parte del 96% dei nuovi arrivi. In concomitanza, il rapporto esprime che:
gli avvistamenti e la localizzazione di migranti non è mai stata così alta per l’area del Mediterraneo Centrale, con 181 459 nel corso del 2016, 18% in più rispetto al 2015, andando oltre i 100 000 per il terzo anno consecutivo. [3]
Nel rapporto si parla di un aumento degli incidenti e di un aumento della presenza di imbarcazioni delle ONG ma non si afferma, come sostiene Di Maio, che le ONG ne siano la causa.
Il rapporto, ancora, parla di coordinamento tra le parti e di un aumento del 40% degli interventi di salvataggio sui luoghi degli incidenti da parte di ONG, non certo di un aumento degli incidenti per via degli interventi di queste, come sostiene Di Maio. Le ONG si recano sui luoghi dove avvengono gli incidenti e si occupano di recuperare le vittime, questo dice il rapporto. Sia le ONG che gli altri vascelli prendono parte ad operazioni di ricerca e salvataggio (search and rescue), ovvero pattugliando le coste e intervenendo nel momento in cui avvenga un incidente.
Il tono negativo che Di Maio assume nei confronti di tali organizzazioni non è presente nel rapporto. Anzi, è evidenziato il fatto che spesso queste imbarcazioni riescano ad arrivare sul luogo di un incidente in modo tempestivo anche prima delle imbarcazioni di salvataggio che hanno ricevuto un segnale di emergenza.[4]
Il ruolo positivo delle ONG è messo in luce da Frontex anche nel sommario quando afferma che:
Nonostante gli sforzi di Frontex, la Guardia Costiera italiana e la Marina, Operazione EUNAVFOR e l’assistenza di molte organizzazioni non-governative e imbarcazioni commerciali diverse migliaia di migranti che hanno tentato la traversata a bordo di gommoni inappropriati e sovraffollati hanno perso la vita nel Mediterraneo [5]
Per quanto riguarda il terzo punto, il procuratore di Catania nella sua intervista si riferisce ad un’organizzazione maltese, tale Moas, e ad altre “organizzazioni tedesche” senza entrare nello specifico. Secondo il procuratore ci sarebbero state delle intercettazioni che mettono in relazione scafisti e alcune organizzazioni. È chiaro che se sotto le spoglie di organizzazione umanitaria ci si rende complici di traffico di esseri umani, si finisce sotto inchiesta e si agisce di conseguenza. La retorica utilizzata da Di Maio, però, dipinge uno scenario molto diverso; affermando che le operazioni di salvataggio delle ONG sono aumentate ma non sono diminuiti i decessi, attribuisce le colpe a queste organizzazioni, e spaccia il rapporto di Frontex a supporto di questa opinione.
In realtà il numero di incidenti, e di conseguenza di salvataggi, è aumentato nel centro del Mediterraneo per via dei sopracitati accordi Turchia-UE di maggio 2016.
Un portavoce dell’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), William Spindler, in un articolo di ottobre 2016 afferma che sì, vi è stato un aumento di decessi e che le cause di ciò sono da cercare nel fatto che i trafficanti stiano usando imbarcazioni di ancor più bassa qualità, come gommoni che non rimangono integri per l’intera tratta e diversi incidenti sono legati alle condizioni meteo. Inoltre, Spindler cita come causa gli imbarchi di massa di migliaia di persone e un cambiamento delle strategie da parte degli scafisti per evitare di essere intercettati, rendendo le operazioni di soccorso ancor più difficili.[6]
Sempre secondo l’UNHCR, ad ottobre 2016 I decessi ammontavano a 3740, contro i 3771 nel corso di tutto il 2015. Purtroppo, a dicembre 2016, alcune imbarcazioni porteranno il numero di decessi attorno a 5000. La cifra riportata da Luigi Di Maio riguardo ai decessi è più o meno esatta.[7] Tuttavia, è meno chiaro a cosa si riferisca riguardo alle vittime “di cui si è occupata la Procura di Catania”. La Procura di Catania non si occupa di tutto il Mediterraneo. Accostare il 5000 al 2000 è statisticamente insignificante, perché questi numeri indicano due cose diverse. Inoltre una vittima, per definizione, non è necessariamente deceduta, e contare un elemento ancora in vita come un decesso è concettualmente scorretto. Con i dati utilizzati da Zuccaro e Di Maio è semplicemente impossibile arrivare alla conclusione a cui arrivano i due. Morti in mare dove? Morti e vittime sono la stessa cosa? Vittime di cosa? E quante di queste vittime sono decessi? Quant’è vasta l’area di cui si occupa la procura di Catania?
Sul blog di Beppe Grillo è subito apparso un post sull’argomento. Riportando un’intervista rilasciata da Zuccaro a La Stampa, l’articolo riporta che:
Con le navi militari che arretrano nell’estate del 2016, per gli scafisti torna la necessità dei «facilitatori». Ma d’improvviso la procura registra l’irruzione, su cui nutre molti sospetti, di nuovi soggetti: le ONG. A partire da settembre, infatti, molte organizzazioni umanitarie, alcune nate per l’occasione, si schierano in mare. Nasce dal nulla una flotta di ben 13 navi e due droni. Sono quelle stesse ONG che anche Frontex osserva con molta irritazione.[8]
Come già spiegato, Frontex non “osserva con molta irritazione”, tutt’altro. Frontex afferma che la tratta del Mediterraneo centrale ha visto un incremento di tentativi di traversata per via degli accordi Turchia-EU, in coincidenza con un miglioramento delle condizioni marittime [9] e un deterioramento della qualità delle imbarcazioni. Secondo Frontex il numero totale di persone che tenta la traversata in totale è diminuito, ma ha spinto molti a virare sulla tratta del Mediterraneo centrale, che è considerata più pericolosa e che, in concomitanza con gli altri fattori sopracitati, sta causando decessi.
Tra questi fattori Frontex riporta il cambio di strategie dei gruppi criminali che si occupano del traffico di esseri umani che, secondo Europol, sono diventati più flessibili e sofisticati. Anticipano le azioni delle forze dell’ordine e si preparano a cambi di politiche e studiano varie contromisure. È in questo contesto che il rapporto afferma che molti migranti tentano la traversata sapendo che le acque sono pattugliate da vascelli di salvataggio, tanto che alcune pericolose traversate in imbarcazioni non all’altezza, in alcuni casi, sono state organizzate con lo scopo principale di venire intercettate dalle imbarcazioni di EUNAVFOR Med, Frontex e delle ONG (pag. 32). Il documento afferma che senza volerlo, tutte le parti coinvolte nelle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo Centrale, aumentano le possibilità che i criminali raggiungano il loro scopo ad un costo minimo, ma nel contesto più ampio già tracciato. In questo contesto, Frontex afferma che anche se l’aumento di decessi, nonostante gli sforzi di EUNAVFOR Med/Frontex e delle ONG, sembra paradossale, è dovuto principalmente “alle attività criminali votate al profitto attraverso il traffico di esseri umani ad ogni costo” (pag. 32). Dunque un cambio di strategia, a cui deve seguire un maggior coordinamento tra le parti, per contrastare le nuove strategie del crimine organizzato. Frontex consiglia anche la standardizzazione delle operazioni di salvataggio.
Infine, ricordando ovviamente che è giusto che un’organizzazione che abbia delle cose in ombra venga tenuta sotto controllo ed esposta in caso di infrangimento di leggi, Zuccaro stabilisce un aumento dei salvataggi di almeno il 50%. Se questa sia una stima ottenuta tramite calcoli oppure uno stato d’animo di Zuccaro non è chiaro, ma se accordi politici o altri fattori spingono gli individui a tentare l’attraversamento nel Mediterraneo centrale, è normale che anche la presenza di imbarcazioni di soccorso e di interventi aumenti di conseguenza. Frontex riporta che addirittura il 96% dei nuovi arrivi intervistati dal Mediterraneo Centrale si è affidato ad un network di trafficanti per poter arrivare in Europa.
L’impressione che ne deriva è che Di Maio stila una narrativa che non è supportata dalle stesse fonti che lui cita, creando sensazionalismo e strumentalizzazione politica, generalizzando e distorcendo i fatti, mettendo in evidenza alcuni elementi secondari del documento e tralasciando elementi primari per far sì che questo supporti la sua narrativa.
Davide Carzedda
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