GUIDA UTILE L’inferno dei Bacha-Bazi
Capita spesso di lasciarsi andare a una prima impressione sulle segnalazioni pervenute nella posta privata. Quando una notizia si rivela troppo assurda già solo dal titolo, la mente umana e talvolta impulsiva di chi prende in carico l’articolo già vorrebbe parlare di bufala.
Quando non è così, invece, qualcosa scuote le membra.
Decine di lettori ci segnalano articoli e meme che non smettono di fare il giro del web. Potrebbe trattarsi del classico finto-scoop virale e macchinoso, ma prima di catalogare un’analisi è d’uopo adoperarsi per le dovute ricerche fatte di confronti, valutazioni e conclusioni. Questa è la giornata delle conferme. Confessiamo di aver più volte valutato l’idea di flaggare di verde la nostra copertina, con quel pollicione in su a indicare una notizia vera. C’è poco da usare pollici di approvazione e conferma, tra queste righe. Immaginiamo una musica, una danza tradizionale, il profumo di diversi bastoncini di incenso e una schiera di uomini riuniti intorno a una fila di tappeti. Essi dialogano e sogghignano tra loro, creando un brusio che si arresta solo in quell’istante.
Si apre una porta. Lo spettacolo ha inizio.
L’immagine è comparsa almeno una volta in tutte le Home di Facebook, talvolta con didascalia a descriverne il significato, talaltra con scritte apposite impresse nei bordi superiore e inferiore nello stile dei meme, per rendere più immediato il messaggio. Questa foto ci presenta la realtà dei Bacha-Bazi. Adescati per casa, rapiti o comprati, i Bacha-Bazi sono uno status symbol. Una volta prelevati dal proprietario, vengono addestrati al canto e al ballo per poi essere obbligati ad indossare una tenuta femminile e ad intrattenere gli altri uomini con le danze. Al termine dello spettacolo, i ragazzi dovranno consumare del sesso con i loro padroni. Al presentarsi di un rifiuto arriveranno le percosse, lo stupro e le sevizie. Sono uomini forti di potere, influenti e spesso ben inseriti nelle istituzioni, tanto da rendersi intoccabili e invulnerabili. Sì, perché la pratica dei Bacha-Bazi, in Afghanistan, è un vero e proprio business. Ai ragazzi non conviene denunciare le torture e gli abusi subiti, perché verrebbero accusati di omosessualità, e l’omosessualità in Afghanistan è punita con la pena di morte. Tacere, semplicemente. Una volta conseguito il 18° anno di età i Bacha-Bazi vengono liberati, ma dentro di sé porteranno sempre quelle umiliazioni subite durante i lunghissimi anni trascorsi in servitù. Quando non sono indirizzati al puro piacere del padrone, i ragazzi vengono adescati dai Talebani per attirare l’attenzione di funzionari con un certo debole per i minori, per poi farli diventare delle vere e proprie trappole cariche di esplosivo.
In un articolo di Foreign Policy del 28 Ottobre 2013 intitolato “Bacha Bazi: An Afghan Tragedy” leggiamo di quanto la cultura Pashtun sia altamente misogina e maschiocentrica. Già dediti alla pedofilia erano i Mujaheddin, che lottarono contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan tra il 1979 e il 1989. Sulla correlazione tra Islam e pedofilia, Foreign Policy ci riporta a uno studio condotto nel 2009 dallo Human Terrain Team, intitolato “Pashtun Sexuality“, scopriamo che secondo le direttive sociali del Pashtun, la pratica del Bacha-Bazi non contrasta l’Islam e tantomeno è considerata omosessuale, perché il padrone non prova amore per il ragazzo e dunque l’atto sessuale non è riprovevole. Addirittura è considerato più etico rispetto alla violenza su una donna.
Su SFGate, addirittura, nell’articolo “Afghanistan’s dirty little secret” pubblicato il 29 Agosto 2010, leggiamo che almeno la metà dei pashtun di Kandahar ha un passato come Bacha-Bazi.
Sul New York Times del 20 Settembre 2015 leggiamo la testimonianza del padre del caporale Gregory Buckley, soldato statunitense. Gregory riferì a suo padre di avvertire le strida dei bambini abusati durante la notte nella base militare da parte degli alleati afgani, ma di avere ordine di non intervenire. A denunciare tale pratica portandola alla luce dall’interno fu il giornalista Najibullah Quraishi, con un documentario intitolato “The Dancing Boys Of Afghanistan” del 2010:
The Dancing Boys Of Afghanistan di OptimisticPakistani
Tuttavia, dopo le continue spinte da parte degli attivisti, la Commissione Indipendente per i diritti umani dell’Afghanistan (AIHRC) nella persona di Hayatullah Amiri, ha sollecitato il parlamento afgano ad approvare una legge per porre fine a questa pratica brutale. Ciò che si evince è che nonostante l’esistenza di misure contro stupro e pedofilia, manca una vera e propria legislazione che impedisca gli abusi sui Bacha-Bazi. A fare più chiarezza è Nader Nadery alla redazione del Daily Mail. Nadery è consigliere del Presidente Ashraf Ghani. Entro Marzo, in pratica, verrà inserito un intero capitolo nel codice penale che punirà severamente qualsiasi pratica che riguardi i Bacha-Bazi, che verranno definiti un crimine nonché punibili fino a sette anni di reclusione per casi di stupro, e con la pena di morte qualora gli abusi si fossero consumati su più di un ragazzo.
Sì, questa volta saranno i ‘proprietari’ a dover rispondere di fronte alla Legge.
Si chiude una porta. Forse lo spettacolo avrà una sua fine.
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