A più riprese ci siamo ritrovati a dover offrire il nostro servizio sulle pagine acchiappalike e acchiappautenti. Parliamo di pagine create ad hoc, che per strategia postano contenuti mirati a sollecitare la sensibilità degli utenti e stimolarli alla condivisione, al commento e all’iscrizione alla pagina stessa. Vi è anche una componente subdola, perché a dare benzina al motore acchiappalike sono il senso di colpa, l’empatia e il desiderio. Ciò che si crea è un vero e proprio mostro della rete, facile al furto di immagini dal web e abile nel riproporle con una diversa chiave di lettura. Nel tentativo di schematizzare il fenomeno possiamo distinguere tre categorie.
Non v’è alcun dubbio che le pagine dell’Amen siano le peggiori dal punto di vista morale. L’attenzione è concentrata su tumore, chemioterapia, disabilità e animali da salvare. Le versioni più in uso sono quelle che riguardano bambini. Ciò che si chiede al lettore non è semplicemente un pensiero. Il post si presenta come un annuncio di compleanno con foto di uno o più bambini, chiaramente affetti da una grave forma di disabilità o da un tumore in uno stadio avanzato. Alle creature, presentate sempre come angeli bellissimi, «nessuno farà gli auguri», o «nessuno scriverà Amen», perché l’essere umano è insensibile.
I commenti e le condivisioni si scatenano in una pioggia di Amen e Auguri, cuoricini, bacini e sticker pucciosi e manifestazioni di empatia e commozione. Vi è chi fa un tentativo di dissuadere i commentatori dall’evidenza dell’inganno, ma il fenomeno non si arresta. Tra i casi più terribili proponiamo la storia di Sofia ed Eleonora, pubblicata dalla pagina Un caffè al giorno:
Dopo le segnalazioni, gli amministratori si sono limitati a correggere, scrivendo il vero nome delle due bambine affette da microcefalia.
A proposito di tumori, invece, troviamo l’esempio della pagina Il mio piccolo mondo, che il 7 Dicembre 2016 pubblicò la foto di una ragazza su un letto d’ospedale. All’ultimo giorno di chemioterapia, si chiedeva “non passare oltre senza regalarmi una preghiera“:
Tutto falso, ovviamente. La ragazza rispondeva al nome di Jessica Vaughn ed era stata ferita da uno squalo mentre nuotava nelle acque di Fort Lauerdale.
Qui inizia la parte divertente. In questo genere di pagine compaiono foto di articoli di prodotti messi in palio. Per partecipare è richiesto il like alla pagina, scrivere “ok” in un commento e condividere l’immagine. Di recente abbiamo trattato il caso del MacBook Air posto in offerta sulla pagina Offerte&Promozioni:
In concerto con la titanica moltitudine di condivisioni sono esplosi i commenti, si è verificata una cascata di “ok” che aveva un che di surreale. Un “ok” per vincere il MacBook Air. I prodotti Apple sono i più gettonati, dall’iPad all’iPhone.
In altri casi si creano false speranze di posti di lavoro con annunci di possibilità di assunzione presso grandi aziende italiane (Poste Italiane, Esselunga, Bartolini e Trenitalia), e anziché presentare una regolare candidatura compilando form e allegando il proprio curriculum era sufficiente mettere il “mi piace” al post, condividere sulla propria bacheca e commentare con “sì”.
Le vere aziende, ovviamente, smentiscono e ricordano che le candidature devono sempre essere presentate tramite caricamento del proprio curriculum sul sito ufficiale.
La modalità è analoga alle pagine dell’ok, ma in questo caso si chiede di commentare con il colore scelto tra quelli che il post dichiara disponibili. Possiamo fare un esempio con l’annuncio della pagina Range Rover 2017 che metteva in palio due Range Rover a scelta tra il colore rosso, bianco, nero e grigio. Gli interessati dovevano necessariamente mettere mi piace alla pagina, condividere l’annuncio sulla propria bacheca e commentare con uno dei colori disponibili:
Tutto falso, ovviamente.
In altri casi si offriva un iPhone, una Smart TV Samsung e il Samsung Galaxy S& Edge.
Le pagine acchiappalike e acchiappautenti nascono per avere priorità nelle nostre Home. Una volta raggiunto un sufficiente bacino d’utenza, tali pagine vengono convertite o vendute ad amministratori interessati.
Sulla pelle di utenti che credono a bufale e falsi annunci; sulla pelle di persone realmente affette da gravi malattie, alla mercé di un’elemosina di like.
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