Recentemente la valuta creata da Satoshi Nakamoto, il Bitcoin, è stata al centro dell’attenzione probabilmente per il suo debutto nell’alta finanza. Le tesi a riguardo sono molto discordanti: alcuni lo considerano la valuta del futuro, altri pensano sia destinato ad essere dimenticato come molte altre idee futuristiche irrealizzabili.
Esistono tuttavia 5 bufale che proliferano per la rete riguardanti il Bitcoin, bufale che invece di analizzare e criticare oggettivamente la nuova valuta per valutarne l’utilità o meno, sfociano in luoghi comuni ed errata informazione, portando conseguentemente ad un giudizio errato, basato su falsità.
Quali sono le bufale del bitcoin?
- “Il bitcoin si rifà alla piramide Ponzi”. La piramide (o schema Ponzi) prevede un riutilizzo continuo di denaro pagando i vecchi investitori con il capitale dei nuovi, continuando questo circolo vizioso fino all’insostenibilità dei prezzi. Il prezzo del Bitcoin, tuttavia, risponde unicamente alla combinazione di domanda ed offerta, si rifà a transazione totalmente trasparenti nonché tracciabili ed in ultimo, la crescita di questa nuova valuta non può essere controllata da nessuno;
- “Il bitcoin farà come i tulipani in Olanda nel XVII secolo”. Per chi ignorasse questo evento, nel 1600 in Olanda, i prezzi dei tulipani si alzarono talmente tanto e velocemente che alcuni esemplari arrivarono a costare 30 volte lo stipendio medio annuo di un lavoratore. Inutile precisare che il paragone tra un tulipano e una valuta, poiché due beni di natura completamente differente, non è misurabile;
- “Il bitcoin viene utilizzato dai terroristi”. L’ovvia confutazione della notizia risiede nella logica decisione da parte dei terroristi di non voler usufruire di una valuta molto difficile da acquistare e spendere rispetto al denaro contante, con il quale possono operare senza una costante sorveglianza delle autorità. Oltre a ciò, non sono mai state trovate prove da parte dell’Europol di utilizzo di questa valuta per fini illegali.
- “Le piattaforme di scambio del bitcoin possono essere hackerate”. Tra le altre, questa notizia non è propriamente definibile falsa, la precisazione che va fatta consiste nell’ovvia possibilità di hackeraggio di tutte le piattaforme di scambio connesse alla rete. Al contrario, il codice della blockchain del bitcoin è stato sottoposto ad innumerevoli test di sicurezza, pertanto risulta uno dei più sicuri al mondo.
- “Il bitcoin inquina”. Il processo di estrazione del bitcoin utilizza una grande quantità di energia elettrica, che non risulta tuttavia più alta rispetto a quella utilizzata per l’estrazione e il riciclo dell’oro o altri strumenti tecnologici moderni dal consumo molto elevato.
In rete è conosciuto come “Lo Sbufalatore” e nel mondo del lavoro è un Data Analyst, SEO, Social Specialist ed esperto in Tag Container (Google Analytics, Act Commander, AT Internet, Trackingbox, Google Tag Manager, Adform, Data Studio), capacità che oggi gli consentono di vivere il mondo social con le sue facoltà di debunker, una passione che nel 2014 si è tradotta con l’apertura di Bufale.net (il più importante servizio in Italia contro le fake-news e scuola di debunking), una realtà gratuita di verifica delle fonti alla quale collaborano, nel tempo libero, altri liberi cittadini che condividono la stessa passione al di là di ogni appartenenza politica e sociale.