Ci segnalano un articolo pubblicato il 29 aprile 2015 dal sito Linkdapazzi.it dal titolo “PAURA Anche Negli Asili, Si Sta Diffondendo!!“. Già dal titolo potremmo parlare di allarmismo, ma leggendo le prime righe del testo possiamo ritenerlo come un caso di disinformazione per cui abbiamo ritenuto di dover scrivere questa guida utile.
Ecco come inizia l’articolo segnalato dagli utenti:
Nei giorni passati vi avevamo parlato dell’allerta per il pericolo di contagio nei comuni di Milano e Monza dove si temeva per dei presunti casi di “Scabbia” che poi in alcuni casi si sono rivelati veri,
Questi contagi molto probabilmente giungono in Italia tramite i molti profughi che affluiscono giornalmente e che sicuramente andrebbero meglio gestiti.
La domanda sorge spontanea: sapete cos’è la Scabbia e come si trasmette? Rispondetevi adesso, su due piedi e senza cercare su internet o usufruire di qualunque altro tipo di aiuto.
La Scabbia è un’infezione della pelle, riscontrata sia negli esseri umani che negli animali domestici, ed è causata da un parassita molto piccolo conosciuto come Sarcoptes scabiei. Stiamo parlando, quindi, di una infezione della pelle causata da un acaro che in medicina è conosciuta come Acarodermatitis.
È una infezione contagiosa. L’acaro Sarcoptes scabiei, che ricordiamo può essere presente anche nei nostri animali domestici, può essere trasmesso attraverso il contatto prolungato e diretto con la pelle di chi ne è colpito o mediante contatti sessuali.
Più raro, ma possibile, il contagio attraverso vestiti, biancheria, mobili o superfici con cui una persona infetta sia entrata in contatto (il parassita non è in grado di sopravvivere più di 24-36 ore lontano dalla pelle umana).
Essendo un’infezione che si trasmette con maggiore facilità in luoghi affollati e nelle situazioni con molti contatti ravvicinati, le scuole e gli asili sono luoghi adatti al contagio.
Comunemente chiamata “malattia”, ma sarebbe più corretto definirla infezione della pelle.
È una delle tre “malattie” della pelle più comuni nei bambini (non va scambiata con la famosa “mano-piede-bocca“) e non è una “malattia” debellata nei Paesi moderni. Gli acari sono presenti in tutto il mondo, non provengono dall’Africa e non vengono “riportati in Italia” dai migranti.
La Scabbia si riscontra più facilmente nelle aree affollate e in presenza di condizioni di vita non sempre poco igieniche. Non sono esclusi, quindi, i Paesi moderni e industrializzati, a questo proposito riportiamo un estratto di una pubblicazione dell’aprile 2010 presente su Pubmed dal titolo “Scabies in healthcare settings“:
PURPOSE OF REVIEW:
In industrialized countries, epidemics of scabies are mainly described within families or in institutions such as healthcare settings. Control of institutional scabies is associated with a considerable working and economic burden, but guidelines for the management are scarce.
In breve, le epidemie di Scabbia nei Paesi industrializzati sono descritte all’interno delle famiglie o nelle strutture sanitarie, la prevenzione comporta lavoro e oneri economici, ma le linee guida per la gestione sono scarse.
Non è una “malattia” debellata in Italia, non è “tornata” o “riportata”. Già nel 2013 circolavano titoloni del tipo “ALLARME SCABBIA, malattia contagiosa, primo caso in Italia a Latina“, ma i casi di Scabbia in passato sono ampiamente documentati in Italia (2000/3500 casi degli anni 1989-2000 ai più di 5700 del 2003, nel Report delle malattie infettive in Lombardia del 2014 si parla di una forte diminuzione dei casi nell’ultimo decennio).
A questo punto dobbiamo citare un post Facebook pubblicato lo scorso 15 giugno 2014 da Matteo Salvini:
Sono in arrivo oltre 800 IMMIGRATI a Palermo, molti di questi purtroppo malati di SCABBIA.
Ragazzi, su la testa, vogliono farci scomparire!
Io parto per la Sicilia, io non mi arrendo.
Buona domenica… Sì, proprio buona…
Si stima che a livello mondiale si verifichino 300 milioni di casi di Scabbia ogni anno. Se la Scabbia fosse una “malattia” così potente e mortale allora l’Ebola sarebbe un semplice e curabilissimo raffreddore a confronto (nel 2014 sarebbero stati registrati circa 25 mila casi sospetti e 10 mila morti di Ebola).
La Scabbia non è una “malattia” mortale, ma qualcuno potrebbe sostenere il contrario riportando articoli tipo quello pubblicato nel 2013 da Corriere.it dal titolo “Scabbia, muore donna ricoverata“. Se leggiamo bene l’articolo scopriamo che la donna aveva 78 anni con un quadro clinico pregresso particolarmente delicato:
Era ricoverata dal 5 marzo scorso per una grave patologia ma una settimana fa le era stata diagnosticata la scabbia norvegese, una variante particolarmente aggressiva della malattia. Tre giorni dopo è morta nel reparto di medicina dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. La paziente, una italiana di 78 anni, presentava un quadro clinico pregresso particolarmente delicato – come hanno chiarito subito anche i medici – ma il decesso ha suscitato forti preoccupazioni e fatto scattare un piano d’emergenza per circoscrivere il contagio da scabbia. Ieri mattina si è di nuovo riunito il Comitato infezioni della Asl visto che la malattia si è diffusa rapidamente tra degenti, familiari e personale ospedaliero. Sono già trentadue le persone a cui è stata diagnosticata la scabbia, malattia di per sé non mortale ma particolarmente fastidiosa a livello epidermico.
Titolo sensazionalistico, allarmante, ma anche un semplice raffreddore in certi casi, soprattutto in persone molto anziane con quadri clinici delicati, può rivelarsi mortale.
Ricordando quanto scritto in precedenza, in merito alla presenza di Scabbia anche in strutture sanitarie nei Paesi industrializzati e moderni e la pubblicazione Pubmed, leggiamo come si conclude l’articolo del Corriere sopra citato:
Ma restano sul tappeto alcune domande a cui ancora non è stata data risposta da parte delle autorità sanitarie. Per esempio come è avvenuto il contagio dell’anziana e come mai la scabbia le sia stata diagnosticata dopo quasi due settimane di degenza.
Ritenere che con la Scabbia “vogliono farci scomparire” va al di là di ogni immaginazione. In seguito all’insistente e fastidioso prurito, la complicanza più comune per un malato di Scabbia è l’insorgere di infezioni batteriche nelle zone grattate.
Un altro articolo dall’assurdo titolo e contenuto è quello pubblicato da Il Tempo del 1 luglio 2014: “Scabbia, lebbra, perfino ebola: se il contagio mortale viene dal mare“. Ricordiamo la nostra Guida Utile sull’Ebola.
Assolutamente si. Esistono farmaci antiparassitari efficaci per il trattamento della Scabbia, ma questi devono essere usati non solo dal malato, bensì da tutta la famiglia e dalla comunità che è stata a stretto contatto con lui per prevenire una nuova infezione.
Due di questi farmaci sono la Permetrina, che si applica dal collo in giù prima di andare a dormire e lasciata per circa 14 ore, mentre una soluzione per via orale è la Ivermectina. Tuttavia vi ricordiamo, come sempre, di non avviare nessun trattamento senza aver prima parlato con il vostro medico di famiglia o, in questo caso, con un dermatologo che vi possa guidare con attenzione ed evitando eventuali effetti collaterali (ricordiamo che non tutti siamo uguali e alcuni medicinali possono contenere sostanze pericolose per alcune persone). Inoltre, il medico può prescrivere anche degli antibatterici in caso siano pervenute anche infezioni batteriche nelle zone colpite.
Non esiste un vaccino o un rimedio che impedisca a qualcuno di ammalarsi. La prima regola fondamentale è l’igiene. È importante un costante ricambio e lavaggio delle lenzuola, della biancheria e degli asciugamani di casa (attenzione a quelle degli alberghi, controllate che siano state cambiate).
Nel caso un vostro familiare sia stato contagiato, oltre ad evitare il contatto fisico diretto, fate attenzione all’abbigliamento, alla biancheria e agli asciugamani che potrebbero essere contaminati. Ciò che non può essere lavato in casa deve essere sigillato in un sacchetto di plastica per un paio di settimane. Inoltre, come riportato in precedenza, tutti i membri della famiglia dovranno sottoporsi alle cure, indipendentemente se si è stati contagiati o meno.
Come avrete sicuramente compreso, la Scabbia non è un’infezione così rara, sconosciuta, pericolosa e non è mortale, si può curare e prevenire con delle semplici regole igieniche e con i trattamenti del caso. Non è affatto “riportata in Italia” dai migranti. Risulta assai difficile, se non impossibile, che i casi riscontrati negli asili abbiano a che vedere con i centri di accoglienza dei profughi. Gli acari colpevoli dell’infezione sono presenti in tutto il mondo, di certo non hanno bisogno di fare una traversata per arrivare in Italia (ricordiamo che possono essere presenti anche nei nostri animali domestici).
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