GUIDA UTILE Il Referendum trivelle del 17 aprile 2016 – Bufale.net
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Le motivazioni, in breve, dei due fronti
Ci troviamo di fronte ad un confronto logico, dove da una parte troviamo coloro che vorrebbero tutelare l’ambiente di fronte ad eventuali disastri ambientali e chi invece sostiene l’operato svolto a vantaggio di un’eventuale crescita economica del territorio.
Ecco quanto riportato dal Sole24Ore:
In mare possono esserci effetti dall’uso dell’air gun, il cui rumore in acqua può disturbare alcuni tipi di cetacei. Invece l’attività di estrazione di petrolio o metano può avere un impatto assai rilevante sull’ambiente in caso di avarie o incidenti.
Inoltre:
Finora in Italia sono avvenuti due incidenti rilevanti, nell’ottobre 1950 a Cortemaggiore (Piacenza) e nel febbraio 1994 a Trecate (Novara), mentre in mare dopo decenni di attività delle 106 piattaforme per fortuna finora non si segnalano danni di rilievo; al contrario le istallazioni in mare si sono rivelate un ottimo rifugio per la riproduzione dei pesci. Tuttavia un incidente in mare potrebbe avere conseguenze gravi.
Come avrete capito, il condizionale è dovuto perché ne da una parte ne dall’altra vi è una certezza: non è certo il disastro ambientale così come la crescita economica del territorio.
Le motivazioni di chi promuove il voto “si”
Tra i promotori del “si” abbiamo Greenpeace che pubblica sul suo sito “6 motivi per votare si“.
Ecco il primo:
DIFENDI IL TUO DIRITTO DI SCEGLIERE!
Per scongiurare il quorum, Renzi ha anticipato la data del voto al 17 aprile, dimezzando i tempi della campagna referendaria e ostacolando il tuo diritto a informarti.
Dimostragli che questi trucchetti non riusciranno a fermare la democrazia. VOTA SÌ!
Ecco il secondo:
UNA PERDITA DI PETROLIO SAREBBE UN DISASTRO!
Quando parliamo di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente.
E in un mare chiuso come il Mediterraneo, un disastro petrolifero causerebbe danni gravissimi e irreversibili.
Ecco il terzo:
METTIAMO IN PERICOLO IL MARE PER UN PUGNO DI BARILI!
Per estrarre poche gocce di petrolio di scarsa qualità, si mettono in pericolo le nostre coste, la fauna, il turismo, la pesca sostenibile. Le prime vittime innocenti potrebbero essere delfini, capodogli, tartarughe, gabbiani e i pesci che popolano i nostri mari. Difendili!
Ecco il quarto:
CI GUADAGNANO SOLO I PETROLIERI
Per estrarre petrolio le compagnie devono versare dei “diritti”, le cosiddette royalties. Ma per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae. E i petrolieri ringraziano.
Ecco il quinto:
LA RICCHEZZA DEL NOSTRO PAESE NON È IL PETROLIO
Il 17 aprile puoi scegliere: lasciare che i nostri mari diventino un far west di petrolieri, mettendo a rischio il Mediterraneo, oppure far capire al governo che il nostro vero petrolio è la bellezza delle nostre coste, culla della nostra storia e della nostra cultura.
Ecco infine il sesto:
LE TRIVELLE NON RISOLVONO I NOSTRI PROBLEMI ENERGETICI
È il momento che qualcuno te lo dica: bucare i fondali non risolverà la nostra dipendenza energetica dall’estero. Come ammette anche il governo, le riserve certe di petrolio nei mari italiani equivalgono a 7-8 settimane di consumi nazionali e potremmo estrarre gas per soddisfare i consumi di 6 mesi. Ne vale la pena?
Per il comitato del “si” il vero quesito dovrebbe essere il seguente, come riportato dal sito del WWF:
Il comitato nazionale si pone l’obiettivo di diffondere capillarmente informazioni sul referendum in tutti i territori e far crescere la mobilitazione, spiegando che il vero quesito è: “vuoi che l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione?”.
Ecco l’elenco dei promotori del “si” in data 3 marzo 2016:
Adusbef, Aiab, Alleanza Cooperative della Pesca, Arci, ASud, Associazione Borghi Autentici d’Italia, Associazione Comuni Virtuosi, Coordinamento nazionale NO TRIV, Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione Italiana Media Ambientali, Fiom-Cgil, Focsiv – Volontari nel mondo, Fondazione UniVerde, Giornalisti Nell’Erba, Greenpeace, Kyoto Club, La Nuova Ecologia, Lav, Legambiente, Libera, Liberacittadinanza, Link Coordinamento Universitario, Lipu, Innovatori Europei, Marevivo, MEPI–Movimento Civico, Movimento Difesa del Cittadino, Pro-Natura, QualEnergia, Rete degli studenti medi, Rete della Conoscenza, Salviamo il Paesaggio, Sì Rinnovabili No nucleare, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, Unione degli Studenti, WWF.
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