Giusto oggi vi abbiamo segnalato (e per una volta siamo noi a segnalare una news a voi lettori) una notizia de La Stampa:
In un post pubblicato ieri , la società di Menlo Park ha annunciato un’importante novità nella gestione delle news sul suo network. Tra le opzioni offerte agli utenti per segnalare un contenuto sgradito, sarà aggiunta anche quella riservata alle notizie false. Man mano che le segnalazioni relative a una news aumenteranno, questa inizierà a comparire con meno insistenza sulle bacheche degli utenti. Inoltre, nella parte alta della notizia sarà aggiunta la frase “many people on Facebook have reported that this story contains false information” (“secondo molte persone su Facebook questa storia contiene informazioni false”).
La nuova funzione – che al momento non appare disponibile nella versione italiana del social network – sta inevitabilmente attirando le prime reazioni e discussioni sull’effettiva efficacia e sui possibili effetti collaterali. Un dubbio, già emerso per altri strumenti di Facebook, riguarda il suo potenziale abuso: il rischio che qualcuno inizi a segnalare notizie come false perché non è d’accordo sul loro contenuto. Un altro, più inedito, coinvolge i siti satirici come l’americano The Onion o l’italiano Lercio, le cui notizie per definizione sono false (anche se a volte tremendamente verosimili). Da questo punto di vista, il team di sviluppatori di Facebook è tranquillo: “Dai nostri test risulta che gli utenti tendono a non segnalare i contenuti umoristici e satirici. Su di loro la novità non dovrebbe avere effetti”.
E la notizia è vera. Non solo la notizia è vera, ma il sistema congegnato dalla società di Menlo Park è forgiato in un modo da limitare gli abusi.
La segnalazione antibufala infatti non passa per un moderatore, né provoca l’innescarsi di una procedura per sanzione, cancellazione del singolo contenuto o chiusura della pagina che ha pubblicato il testo segnalato: ma imposta i settaggi del vostro profilo in modo da impedire alla pagina segnalata e quella da questa citata in link esterno di comparire ulteriormente sul vostro profilo.
Proviamo a seguire i passi indicati nella guida in lingua inglese su una bufala nostrana:
Il primo tasto blocca la pagina Facebook truffaldina, che quindi voi non vedrete mai, e loro non potranno vedervi.
Il secondo tasto blocca il sito web esterno da cui è stata linkata la bufala, che quindi non potrà accedere ai vostri dati profilo (ad esempio, per raccogliere informazioni sui siti da voi visitati a scopo pubblicitario e di profiling)
Il terzo e quarto tasto sono i più importanti: se attivati nascondono i contenuti rispettivamente della pagina Facebook truffaldina o bufalara e del sito esterno linkato.
Il quinto, infine, consente di contattare l’admin della pagina bufalara chiedendogli di riconsiderare il contenuto: ad esempio, se ritenete che la pagina stia errando in buona fede potete così contattarla e fargli notare l’errore.
Torniamo ai tasti più importanti, la novità introdotta da Facebook: cliccando sui quei tasti si paralizza la viralità del contenuto: i contenuti di quelle pagine appariranno molto meno spesso sulle vostre pagine e, quando molte persone avranno nascosto quei contenuti, non circoleranno affatto.
Voi vi chiederete: E se i bufalari cominciassero a segnalare i siti di fact checking e debunking?
Peggio per loro: di fatto, si chiuderebbero in una sorta di Riserva, un limbo per soli bufalari dove solo le bufale circolano, mentre voi utenti virtuosi, bloccando i siti bufala, avrete creato invece un giardino privo di erbacce.
Semplice, no?
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