GUIDA UTILE A cosa servono le bufale? Da semplici scherzi a potenti strumenti di disinformazione

di Marco Critelli |

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Fino a qualche anno fa, il problema delle bufale era circoscritto quasi esclusivamente alla diffusione di notizie false relative alla morte di un vip, che poteva essere a un attore famoso o un cantante, insomma un personaggio del mondo dello spettacolo.

A tanti come Al Bano Carrisi, Fabio Volo o Paolo Villaggio è capitato più di una volta di leggere da qualche parte la triste notizia della loro prematura scomparsa, ma dopo aver fatto i debiti scongiuri bastava un comunicato stampa per smentire la notizia e tutto tornava alla normalità.

Ma quelli che prima erano semplici scherzi di cattivo gusto, con l’avvento dei social media si è trasformato in un vero e proprio strumento di disinformazione di massa.

Negli ultimi anni grazie a Facebook, Twitter, ma in generale alla diffusione massiccia e capillare del web le bufale si sono letteralmente evolute ed hanno iniziato ad invadere attraverso la rete i campi più disparati dell’informazione, trasformandosi in qualcosa di molto più pericoloso.

Grazie alla facilità con cui chiunque può aprire un blog o un sito con pochi euro l’avvento dei cosiddetti siti satirici ha letteralmente cambiato l’informazione 2.0, permettendo a chiunque di spammare in rete i contenuti più disparati.

In rete, le testate fasulle sono iniziate a nascere come funghi. Ecco dunque  apparire on-line siti come Rebubblica.it, La Nozione, Il Giomale o Il Fatto Quotidaino che hanno iniziato lentamente a diffondere le notizie più incredibili, da prima su temi più popolari come gli extraterrestri o il paranormale, per poi arrivare fino a toccare temi di attualità che vanno dal sociale alla politica.

Nel tempo questo fenomeno si è sempre più consolidato, dando vita ad una vera e propria stampa parallela, senza regole e soprattutto senza etica in grado di disinformare le masse e condizionarne in le opinioni e le scelte di vita.

Un recente studio condotto dall’Università di Stanford e pubblicato sul loro sito ha stabilito che:

I giovani sul web non distinguono le bufale dalle news.

Secondo Sam Wineburg, autore principale di questo studio, la maggior parte dei degli adolescenti non è in grado di distinguere una notizia vera da una falsa pubblicata sui social network. Sembra che ragazzi sia diffusa la tendenza a prendere per vera qualsiasi cosa sia legata ad un link a prescindere dalla fonte.

Dallo studio è emerso addirittura che gran parte dei giovani non riesce a distinguere le inserzioni pubblicitarie dalle news giornalistiche. L’indagine è stata effettuata su un campione di quasi ottomila studenti delle superiori e dei primi anni di università.

È ormai evidente come le bufale siano diventato uno strumento determinante di condizionamento dell’opinione pubblica in campo politico. Durante le recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti il neo eletto presidente Donald Trump ha fatto largo uso di bufale, per stessa ammissione del suo staffper pilotare l’elettorato americano in suo favore e screditare la sua avversaria.

Queste bufale venivano poi lanciate su Facebook e Twitter diventando in pochissimo tempo virali. Questa tecnica (scorretta) di propaganda elettorale ha scatenato numerose polemiche, arrivando addirittura ad accusare l’azienda di Mark Zuckerberg di aver favorito Trump nella sua corsa verso la Casa Bianca, come riporta questo articolo di Repubblica:

Elezioni Usa, bufera su Facebook e Twitter: “Le Bufale hanno aiutato Trump”

ed ancora in questo articolo di Repubblica viene analizzata l’importanza che l’elettorato americano ha dato alle notize false rispetto a quelle vere:

Elezioni Usa, le notizie false su Facebook? Più condivise e commentate di quelle vere

Lo suggerisce un’analisi condotta da BuzzFeed News. Ha comparato le interazioni ottenute dalle 20 storie false più virali sul social diffuse da siti bufalari e blog di parte e la top 20 delle notizie di 19 media mainstream

Anche in Italia questa tecnica è ampiamente adoperata da tutti gli schieramenti, più che mai in vista del prossimo Referendum del 4 Dicembre.

Recentemente il sito BuzzFeed ha pubblicato un articolo in cui riporta i risultati di un’inchiesta sull’uso delle bufale nella propaganda politica dei partiti italiani, da cui è emerso che il Movimento 5 Stelle sarebbe “leader” nella diffusione di bufale a sfondo politico.

Nell’articolo pubblicato dalla popolare rivista americana si legge :

Il più popolare partito politico italiano è leader nel diffondere false notizie e fare propaganda per il Cremlino”. Il pezzo firmato da Alberto Nardelli e Craig Silverman in realtà racconta ciò che da anni è stato ampiamente rilevato da giornali e libri, e cioè che la macchina di informazione e propaganda ideata da Gianroberto Casaleggio “include non solo i blog del partito e i profili social ufficiali che hanno milioni di seguaci, ma anche una serie di siti redditizi che si descrivono come fonti di ‘notizie indipendenti’, ma in realtà sono controllate dalla direzione del partito”.

Perché, non dimentichiamolo, le bufale sono anche e soprattutto una gran fonte di guadagno per i siti che le diffondono.

L’articolo prosegue così:

Il sito americano ricorda anche i portali legati al M5S: La Fucina (definito “un sito di salute che riporta post su cure miracolose alimentando anche cospirazioni anti vaccini”), La Cosa, TzeTze e così via. Un sistema capace di raggiungere milioni di utenti in rete: “Questi siti inesorabilmente rilanciano la campagna M5S, disinformazione e gli attacchi ai rivali politici – in particolare, il premier di centrosinistra Matteo Renzi. Uno di questi, Tzetze, ha 1,2 milioni di seguaci su Facebook”. Alle domande specifiche sul tema inviate da BuzzFeed, la Casaleggio Associati non ha voluto rispondere. Ma anche a questo, in Italia, siamo abituati da tempo.

Per correttezza verso i nostri lettori va chiarito che in rete esistono bufale a tema politico diffuse da tutti gli schieramenti, anche se i bufalari italiani hanno una particolare predilezione per alcuni personaggi in particolare come Matteo Renzi, Laura Boldrini, Cecile Kyenge ed una particolare venerazione per Vladimir Putin, a cui è stata attribuita ogni tipo di dichiarazione ed eroica azione di salvataggio del mondo. (N.B Non si tratta di una nostra opinione, ma di una valutazione oggettiva fatta in relazione all’enorme numero di bufale che ogni giorno vedono questi personaggi come protagonisti.)

Il dilagante uso strumentale delle bufale per pilotare l’opinione pubblica ha recentemente costretto Google, il più utilizzato motore di ricerca della rete, ad introdurre un servizio di Fact Checking, per ora attivo solo negli USA e in Gran Bretagna.

Lo stesso meccanismo funziona con le tematiche sociali come l’immigrazione o il terrorismo.

Ogni volta che vi trovate di fronte ad una notizia proveniente da un sito non verificato, ai vostri occhi un po’ troppo eclatante, vi consigliamo sempre di verificarne la fonte, controllando che il sito da cui proviene non sia inserito nella nostra Black List . Dunque,  se vi trovate difronte ad una bufala segnalatela e rimuovetela dal vostro profilo social, nel caso l’aveste condivisa.

Solo in questo modo sarà possibile contrastare questa catena di disinformazione. Un ottimo aiuto in questa battaglia contro le bufale è fornito dal nostro Add-on che vi invitiamo a scaricare.

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