Groupon: Michela Murgia – Corso per diventare fascisti
La querelle su Groupon: Michela Murgia unisce in sè diverse questioni.
La prima è l’odio atavico dell’Indinniato Speciale per Michela Murgia. Seriamente, voi non potete immaginare cosa ci è successo l’ultima volta che abbiamo osato parlare di lei.
Ancora oggi stiamo bannando inqualificabili esseri che ci chiedono (edulcoreremo il linguaggio) di prendere provvedimenti contro Michela Murgia che mi ha offeso come maschio bianco italiano (dimostrando, peraltro, una virilità ed una maturità assai gracili…).
La seconda è l’Analfabetismo Funzionale. Ma quello reale, non quello sovente usato a sproposito. Il fenomeno per cui un soggetto tecnicamente in grado di leggere un testo scritto non ha più le competenze necessarie per interpretarlo e valutarne il contesto. E quindi non lo capisce.
La pubblicità su Groupon
La bomba è esplosa su WhatsApp, sede universale del Disagio Cosmico, con utenti che si scambiano una pubblicità sponsorizzata su Groupon
Pubblicità assolutamente innocente, per chi conosce quello che ora passeremo a spiegarvi, ma che ha diviso gli Analfabeti Funzionali in due filoni contrapposti, una sorta di Civil War dell’Analfabetismo.
Da un lato, i cattivisti da tastiera, i somaristi in servizio permanente pronti a latrare il loro odio verso l’odiatissima Michela Murgia.
Dall’altro lato, chi propone segnalazioni agli stessi social di Groupon, accusati di essere sotto controllo dei cattivisti citati in un attacco a Michela Murgia.
Ma la realtà non è niente di tutto questo.
La realtà dei fatti
Cosa sia Groupon, tutti lo sapete. Un’azienda che gestisce un aggregatore di offerte e buoni sconto per comprare diversi beni e servizi, anche culturali, a prezzi scontati.
Che in questo caso consta di biglietti scontati per vedere uno spettacolo della Murgia, basato sul suo libro Corso per diventare fascisti
Chiunque abbia dimestichezza con la lettura, sa che il Corso per diventare fascisti è un libro basato sul paradosso e la provocazione che espone una verità sostanziale. La democrazia richiede impegno costante, cultura, competenza. Civiltà, rispetto, amore per le istituzioni e capacità di approfondire.
È una versione politica dell’eterno dubbio del Dottore, personaggio di fantascienza della serie Inglese Doctor Who.
Nel serial televisivo ormai pluridecennale il Dottore è un alieno umanoide proveniente dal mondo di Gallifrey, una civiltà avanzata che ha dominato la scienza del Viaggio nel Tempo crescendo in maestà, potere e conoscenza. Diventando così la specie umanoide più evoluta della galassia, e munendo se stessi del dono della Rigenerazione: un Signore del Tempo moribondo non muore davvero, ma rigenera se stesso in un nuovo corpo, di sesso, età o fattezze variabili, per riprendere la sua vita dal punto in cui l’ha lasciata.
Il Dottore è un eterno fuggitivo: incuriosito dal concetto di Bene e Male, un giorno ha deciso di abbandonare la sua civiltà perfetta per scoprire cosa spinga gli esseri umani al Bene ed al Sacrificio quando il Male invece comporta la soddisfazione immediata, e facendolo è diventato a sua volta un paladino del Bene e della giustizia che da millenni sacrifica le sue vite al servizio del Bene.
Interrogato al riguardo, risponde
“C’è il Bene e c’è il Male. Ho lasciato Gallifrey per rispondere da solo a questa domanda. In base ad ogni analisi il Male dovrebbe vincere sempre. Il Bene non è una buona strategia di sopravvivenza. Richiede lealtà, richiede sacrifici e amore. Quindi perchè il Bene prevale? Cosa tiene in equilibrio il Bene ed il Male in questo orribile Universo. C’è forse qualche logica? Qualche ‘misteriosa forza’?”
“Forse c’è solo… un tipo”
“C’è solo un tipo?”
“Sì, forse c’è solo questo tipo che se ne va in giro a mettere a posto tutte le cose”
“Beh… sarebbe una bellissima storia, giusto?”
“Sarebbe la migliore!”
“Ma il mondo non è una favola a lieto fine mia cara”
“Tu corri per l’Universo cercando di capire cosa tiene insieme tutto, e davvero, davvero non lo sai?”
“Tu conosci il mio futuro: credi che io l’abbia capito?”
“No! Non credo che l’abbia capito. Tutti quelli che ti incontrano sì. Sei meraviglioso Dottore, non dimenticarlo, mai e poi mai”
Esibendo il dolce paradosso della serie: fuggito per scoprire perché, nonostante il Male sia comodo, rapido e facile, il Bene prevalga, non si rendo conto che il Bene riesce sempre a vincere proprio perché i buoni si prendono il tempo e l’impegno di lottare.
E, nel farlo, non se ne rendono conto. Gli viene naturale come correre per l’Universo aiutando il prossimo e cercando negli altri il Bene che ha trovato in se stesso.
La questione descritta dal libro, e quindi dall’opera teatrale di Michela Murgia, è esattamente la stessa.
Le dittature sono facili. Le dittature danno vantaggi ai loro affiliati ed a tutti quelli pronti a piegare il ginocchio davanti al dittatore stendendo il cappello per l’obolo della sottomissione.
In base ad ogni analisi puramente utilitaria, il Male dovrebbe vincere perché non richiede altro che egoismo. Le dittature dovrebbero trionfare perché non chiedono altro che inchinarsi davanti al Dittatore e, proni al suo volere, ricevere da lui averi e ricchezza.
Eppure, alla fine il Bene vince. Vince la lealtà, il sacrificio e l’amore. Vince la Democrazia, uomini e donne liberi si sacrificano con impegno per
per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme
Ma, come dimostra questa querelle, ormai pensare con la propria testa è un orpello che nessuno vuole più adottare.
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