Gli autovelox non omologati sono da sequestrare: e le multe?

È assodato, e lo sappiamo: gli autovelox devono essere sottoposti ad omologazione e debitamente segnalati. E quando questo non accade? Semplicemente gli autovelox non omologati sono da sequestrare.
Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza ha disposto il sequestro preventivo di due autovelox fissi di Bagnolo di Po, in provincia di Rovigo, di un modello autorizzato ma non omologato.
Gli autovelox non omologati sono da sequestrare
La differenza tra omologazione e autorizzazione non è peregrina affatto: l’approvazione indica che il dispositivo rispetta certi standard tecnici preliminari, mentre l’omologazione assicura che esso soddisfi pienamente i requisiti specificati dal regolamento di attuazione del Codice della Strada, quindi con test ed esami più stringenti.
Ne consegue che un autovelox approvato ma non omologato non garantisce i requisiti di esattezza e certezza della sanzione, almeno questo quanto garantito dalla Corte di Cassazione con sentenza 10365/25.
Ricordiamo che non siamo in un ordinamento di common law come in America e non esiste il “precedente vincolante”: si suppone però che dopo tre gradi di giudizio di cui due di legittimità e merito, e dopo l’intervento dei giudici della Corte di Cassazione un numero ingente di persone competenti abbiano studiato la questione.
Gli autovelox possono quindi essere sequestrati, e si apre il problema delle responsabilità di chi ha fornito ai comuni qualcosa che era approvato ma non omologato qualora si confermi l’idea che il comune sia stato indotto a considerare il prodotto conforme.
Ma focalizziamoci sul cittadino.
E le multe?
Con una circolare interna del Ministero dei Trasporti veniva suggerito ai prefetti di rigettare i ricorsi gerarchici (fatti direttamente a loro) e impugnare eventuali ricorsi dinanzi agli organi giurisdizionali ritenendo che se irregolarità vi sia, essa è da ritenersi formale e non sostanziale.
La situazione ora cambia: nella giornata di martedì 11 febbraio è stato chiuso il tavolo tecnico per «rinvenire soluzioni volte a garantire che gli autovelox siano utilizzati esclusivamente in chiave di prevenzione e deterrenza all’interno di un quadro normativo certo e con un sistema sanzionatorio adeguato» spiega il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, rispondendo a un’interrogazione in commissione Trasporti alla Camera. Il tavolo aperto il 25 novembre scorso, spiega Ferrante, «ha predisposto uno schema di decreto che, dopo anni di attesa, cerca di fornire criteri chiari e univoci sui requisiti tecnici di omologazione che gli autovelox devono soddisfare».
Il che comporta un’evoluzione del quadro giuridico in cui diventa possibile impugnare le multe qualora vi siano i requisiti (meglio farsi assistere da un buon legale prima di decidere) e un tavolo tecnico farà “piazza pulita ” degli autovelox non omologati.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.