Si torna a parlare di confronti dati tra quelli registrati con il Covid in queste settimane, rispetto ai morti per influenza in Italia tra il 2018 ed il 2019. Riferimento temporale, quest’ultimo, che in realtà va analizzato con attenzione, perché in molti stanno ricondividendo sui social il ritaglio di giornale che vedete nell’immagine ad inizio articolo, contestualizzando erroneamente il discorso ai giorni nostri. Dunque, nonostante il pezzo in questione sia autentico, ci sono molte considerazioni da fare in merito oggi 15 ottobre.
Un po’ come avvenuto la scorsa settimana con un raffronto improbabile tra i dati di marzo e quelli di ottobre 2020, stando all’approfondimento che abbiamo pubblicato sul nostro sito, anche qui vanno fatte valutazioni a margine. Quei valori che si aggirano attorno agli 8 milioni di italiani con influenza e che, allo stesso tempo, annunciano 198 morti per influenza, in effetti si riferiscono ad un articolo che è stato pubblicato su La Gazzetta di Parma. Sfugge, però, che si tratti di un report di un anno e mezzo fa.
Premesso questo, c’è una ragione ben precisa per la quale anche gli esperti che abbiamo interpellato (medici e virologi) giudichino senza senso il confronto tra morti per influenza in Italia nel 2018 e 2019 e le cifre emerse di recente con il Covid. La questione Coronavirus, infatti, si differenzia dall’influenza per l’assenza di un vaccino. Quello attualmente disponibile per i malanni di stagione, al contrario, fa calare sensibilmente la probabilità di beccare virus stagionali. Possibilità non azzerata, ma di gran lunga inferiore rispetto agli standard.
La “straordinarietà” del Covid-19, poi, si concentra sulla facilità con cui il virus si trasmette. Scenario purtroppo più facilmente configurabile rispetto a quanto avviene con il virus stagionale. Aspetto, questo, che ci dà un’altra chiave di lettura anche sui morti per influenza in Italia tra il 2018 ed il 2019. Infine, quest’anno l’influenza stagionale potrebbe essere meno diffusa proprio “grazie al Covid”.
In questi mesi, infatti, con il lockdown c’è stato un calo significativo di tante infezioni virali respiratorie, proprio perché non c’è stata promiscuità. Del resto, questo è lo stesso motivo per cui se si fa attenzione all’igiene, limitando di conseguenza tutte le infezioni respiratorie. Che si tratti di Covid, influenza, o semplice raffreddore. Motivo per cui i giapponesi indossano la mascherina quando hanno un raffreddore, in modo tale da non infettare gli altri, per puro spirito di civiltà.
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