Una frase attribuita a Maria Rita Gismondo fa riferimento ai rischi di un “vaccino senza sperimentazione” che andrebbe a modificare il DNA. Il post era stato pubblicato il 18 luglio 2020 sulla pagina Facebook Il Normodotato Inca**ato e oggi ritorna alla ribalta. Premettiamo che la Gismondo è virologa presso l’ospedale Sacco di Milano, e in molte occasioni è stata mutuata da complottisti e no-vax per alcune sue affermazioni. Con questo articolo cerchiamo di risalire alle origini della frase a lei attribuita.
Il vaccino che vogliono rifilarci senza sperimentazione è pericoloso e pieno di rischi. Il vaccino utilizza un segmento genetico che va ad inserirsi nelle nostre cellule.
Il Normodotato Inca**ato indica come fonte Mag24 che riprende un articolo pubblicato dall’Adnkronos il 16 luglio 2020 a questo indirizzo. In quell’occasione la dottoressa Gismondo aveva detto:
Sono anni che non accettiamo di manipolare il Dna degli ortaggi perché c’è chi teme che mangiare un Ogm costituisca un pericolo, e adesso d’un tratto ci va bene diventare noi stessi degli organismi geneticamente modificati?
Poi:
Si tratta a tutti gli effetti di una terapia genica. Non sono contraria al prodotto in sé ma dico no a una corsa in avanti su un vaccino come questo, basato su un meccanismo d’azione completamente nuovo.
I vaccini tradizionali puntano a indurre una risposta anticorpale, quindi un’immunità, immettendo nel corpo umano pezzetti innocui del virus di cui vogliamo prevenire e contrastare l’infezione. Questo prodotto invece è concepito in un modo completamente nuovo: utilizza un segmento genetico che va a inserirsi nelle nostre cellule obbligandole a produrre una parte del virus la quale, ritrovandosi nell’organismo, stimolerà la produzione di anticorpi. Né più né meno di una terapia genica.
Dunque:
Ben venga un vaccino anti-Covid in tempi rapidi. Ma dobbiamo essere più che certi del suo profilo reale di efficacia e tollerabilità e questo potrà avvenire solo a seguito di un iter sperimentale rigoroso e rispettoso, che si prenda tutto il tempo che deve.
In poche parole fino alle prime distribuzioni dei vaccini anti Covid la Gismondo si è dimostrata scettica sull’efficacia del vaccino Moderna – attenzione, non del vaccino Pfizer – e per questo riteneva il “vaccino di Speranza” una “soluzione magica”. Alcuni mesi prima, più precisamente nel mese di febbraio, la Gismondo si era posta al centro dell’attenzione per aver minimizzato i numeri della pandemia e per questo era stata diffidata dal team di medici di Patto per la Scienza nel mese di aprile. Ad esempio la virologa aveva detto: “Stiamo scambiando un’influenza per una pandemia globale”.
A dicembre Repubblica ricordava che alcune posizioni della Gismondo – mascherine, bare di Bergamo e tanti altri topic sulla pandemia – erano particolarmente apprezzate dall’ultradestra tanto da essere citate su una rivista complottista e conservatrice.
Giunti a questo punto, dunque, possiamo confermare che Maria Rita Gismondo abbia detto la frase a lei attribuita da Il Normodotato Inca**ato e Mag24. Oggi come stanno le cose?
Il 29 dicembre 2020 la virologa riferiva all’Adnkronos che il vaccino non era sufficiente a fermare il virus, bensì “dobbiamo continuare con le misure che ormai da 1 anno circa ci stanno da un lato rattristando, ma dall’altro proteggendo”. A gennaio 2021 ha parlato dell’importanza di vaccinare “più persone possibili nel minor tempo possibile”, ma in ogni caso è convinta che prima del 2024 non raggiungeremo l’immunità di gregge.
Nel frattempo la Gismondo si era scusata per aver frequentato ambienti dell’ultradestra e di negazionisti, realtà dalle quali ha manifestato il suo distacco. Anzi, aveva definito il negazionismo “un problema neurologico” durante un’intervista a Repubblica.
Le ultime dichiarazioni della virologa Gismondo sulla pandemia risalgono al 15 febbraio. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute si è detta d’accordo con Walter Ricciardi sul lockdown totale ma ha aggiunto “certamente potrebbe apportare dei benefici in termini di prevenzione della circolazione delle nuove varianti di Sars-CoV-2, ma sarebbe un disastro dal punto di vista psicologico, sociale nonché economico“.
Maria Rita Gismondo, col tempo, sembra essere ritornata sui suoi passi dopo lo scetticismo iniziale, sia sulla pandemia che sul vaccino. Riportare oggi una frase detta durante l’estate 2020 significa confondere, perché questa pandemia ci ha insegnato che le notizie, i numeri, i dati e talvolta anche le opinioni possono cambiare di settimana in settimana (alcune volte di ora in ora). Parliamo di precisazioni per far presente che la Gismondo ha sì detto quella frase, ma lo ha fatto quando si sapeva ben poco sul vaccino Moderna.
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