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Ginnasta russo esibisce simbolo pro-guerra: aperto procedimento disciplinare, Russia fuori dalle competizioni ginniche

Ginnasta russo esibisce simbolo pro-guerra: e il suo gesto costerà ulteriori sanzioni a tutta la sua patria. Come avrebbe detto il personaggio di Borat, “great success”. Dove si intende la frase in inglese volutamente sgrammaticato usata dal comico Sasha Baron Coen per esprimere una vittoria di Pirro così tragicomica da diventare presto sconfitta.

Nasce tutto dal gesto, ritenuto abbastanza antisportivo, tale da condurre ad una segnalazione disciplinare che sfocerà nell’apertura di un procedimento del ginnasta russo Ivan Kuliak.

Terzo classificato in una competizione, la Apparatus World Cup.

Evidentemente per il ginnasta russo non era sufficiente salire sul podio con un Ucraino al fianco con la medaglia d’oro. Nella premiazione lo si vede esibire col faccione sorridente una zeta fatta di nastro adesivo appiccicata al petto.

Non parliamo di una sorta di Superman confuso, ma di un simbolo militare che noi stessi abbiamo visto comparire al posto delle immagini profilo in profili evidentemente pro-Putin, pro-Cremlino e fautori della guerra in Russia.

“Z” è infatti il simbolo che le truppe russe mettono su uniformi e mezzi militari per distinguersi dai soldati Ucraini in battaglia. Specialmente sui mezzi militari, dato che entrambe le fazioni hanno un bagaglio comune di mezzi ereditati dall’URSS che rende la distinzione altrimenti malagevole.

Ginnasta russo esibisce simbolo pro-guerra: aperto procedimento disciplinare, Russia fuori dalle competizioni ginniche

Ma le competizioni sportive sono basate sulle regole del barone di Coubertin, e un gesto simile non poteva restare impunito.

Kuliak ad oggi risulta sottoposto a procedimento disciplinare che analizzerà il suo “scioccante comportamento”.

La Russia e la Bielorussia, a partire da oggi, si trovano espulse di ufficio da ogni competizione ginnica della Federazione Internazionale Ginnastica, direttamente organizzate o da essa approvate.

Una “zingarata” che ha avuto un prezzo decisamente alto. Prezzo che si aggiunge all’ormai lunghissimo elenco di sanzioni che di fatto tagliano fuori la Russia dalla politica internazionale, dal mondo dell’economia, dell’arte, dello sport, dell’intrattenimento, degli acquisti online e persino dalle fiere feline e dall’Eurovision Song Contest.

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