Ci segnalano i nostri contatti una serie di video virali e resoconti che parlano del Giappone come il paese senza restrizioni. Tranne che non corrisponde del tutto al vero.
Sia pur in modo diverso, il Giappone ha vissuto i suoi disagi durante la pandemia da COVID19, come tutti.
Ad esempio ci segnalano la teoria per cui in Giappone “Si poteva uscire liberamente per andare al ristorante o a bere qualcosa”. Tranne che poi si finiva a guardare le saracinesche sbarrate.
Ancora durante l’ondata di Omicron infatti nelle prefetture identificate come a rischio (l’equivalente delle nostre zone Arancio e Rosse quindi) ai locali pubblici era data la possibilità di certificare la loro adozione di misure di contrasto alla pandemia, quindi operare tra le 5.00 e le 20.00 senza servire alcolici, oppure se servire alcolici tra le 11.00 e le 20.00 e chiudere alle 21.00.
In caso di mancata certificazione, il coprifuoco scattava alle ore 20 e senza somministrazione di alcolici. Di fatto il cittadino sia pur potendo uscire non è che avesse molto da fare.
Nel 2020, durante la prima ondata quindi, le restrizioni erano ancora maggiori: parchi di divertimenti, centri commerciali, centri sportivi, università, scuole di recupero, palestre e mostre sono state sottoposte a richieste di chiusura, mentre gli esercenti di servizi alimentari sono stati limitati dalle 5 alle 20 (come nell’ondata di Omicron) ma con divieto di servire alcolici già dalle ore 19.
Di fatto se in Giappone non si è imposto un lockdown al cittadino si è limitata la possibilità di aggregarsi bloccando, come nel resto del mondo, le attività dei luoghi di aggregazione stessa.
In Giappone l’uso delle mascherine in caso di stati influenzali è già diffuso nella popolazione: non c’è stata quindi una resistenza della popolazione pari alle assurdità novax e nomask nostrane.
Anzi, ancora a marzo del 2023 all’uso quotidiano delle mascherine in Giappone ha continuato ad accompagnarsi la distribuzione di disinfettanti e molti dei riaperti parchi di divertimenti hanno mantenuto sistemi di prenotazione tali da tenere il numero di presenti sotto controllo.
Sostanzialmente non c’è bisogno di introdurre obblighi e sanzioni per una popolazione già abituata ad una corretta igiene respiratoria senza inventare favole di morgelloni nelle mascherine e assurde bufale a base di ipercapnia.
A Febbraio del 2023 il 70% circa della popolazione aveva effettuato il ciclo di vaccinazione più il booster.
Un settore in Giappone è stato brutalizzato dalla pandemia: il settore turismo e viaggi.
Una chiusura a riccio delle frontiere per i turisti ha colpito anche studenti e ricercatori, e solo da Aprile 2023 sono state allentate le ultime restrizioni presenti, che chiedevano ad esempio al turista un certificato vaccinale con tre dosi o un test molecolare.
Di fatto, il Green Pass.
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