Gianluigi Paragone non diventerà consigliere comunale a Milano. Dopo l’ultima tornata elettorale, infatti, a suo dire c’erano i presupposti per raggiungere il 3% che, a conti fatti, rappresentava la soglia minima per riuscire nel proprio intento. Per questa ragione, il leader di ItalExit ha chiesto il conteggio delle schede, nelle speranza che qualche errore qua e là durante lo spoglio potesse produrre un risultato differente. In un primo momento, infatti, si era pensato che gli mancassero appena 43 voti per la nomina, ma le cose per lui non sono andate bene.
Dopo aver analizzato le sue dichiarazioni a proposito della quarta dose in Israele, come forse ricorderete tramite il nostro articolo pubblicato nelle scorse settimane, tocca dunque parlare di lui a proposito delle recenti elezioni comunali a Milano. Come sono andate le cose per Gianluigi Paragone che ambiva a diventare consigliere a Milano? Famoso per le sue posizioni avverse al vaccino Covid e al green pass, l’ex Movimento 5 Stelle era convinto che il riconteggio delle schede potesse fargli raggiungere l’obiettivo minimo che si era prefissato per questa tornata elettorale.
Come riporta Milano Today, stando ad un documento inviato dalla prefettura al Tar, lo stesso Gianluigi Paragone avrebbe raccolto ancora meno preferenze di quelle che in un primo momento erano state messe a verbale durante lo spoglio. Come tutti sanno, è necessario arrivare almeno al 3% per diventare consiglieri comunali, almeno per quanto riguarda i comuni con più di 15mila abitanti. In seguito al riconteggio, pare gli manchino ben 1.541 voti e non 43, al contrario di quanto era stato riportato in un primo momento.
Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali di Gianluigi Paragone in merito, ma a questo punto non ci sono più dubbi sul fatto che non potrà diventare consigliere comunale a Milano dopo le novità venute a galla oggi 18 febbraio.
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