George Soros chiede i soldi indietro ai candidati democratici non eletti

George Soros chiede ai democratici di ripagarlo per le donazioni fatte a campagne che alla fine non hanno avuto successo nel 2018. Questa è l’ultima provocazione contro il discusso miliardario ungherese, sempre al centro delle polemiche.

In una testimonianza di come gli utenti dei social media siano in sintonia con i siti di destra, una pagina di “fan” di Facebook ha scatenato la rabbia semplicemente condividendo una foto del miliardario liberale George Soros, formulando un’affermazione infondata senza la minima prova.

Il post

Il post, pubblicato l’8 novembre 2018 in una pagina dedicata all’ex presentatore di Fox News, Bill O’Reilly, mostra una foto di Soros con la didascalia “GEORGE SOROS RICHIEDE AI DEMOCRATICI DI RIPAGARE TUTTI I SOLDI DONATI NELLE ELEZIONI PERSE!”:

Nonostante la totale mancanza di prove, i membri del gruppo hanno reagito come se il post fosse legittimo:

Soros, un bersaglio frequente di affermazioni antisemite e di false dichiarazioni da parte di organi di stampa e siti web di destra, ha regalato circa 15 milioni di dollari in donazioni politiche prima delle elezioni di medio termine del 2018. Ma non ci sono prove di richieste di alcun tipo di “rimborso” ai democratici (un’azione che sarebbe assolutamente illegale). Nell’ottobre 2018, Soros è stato uno dei numerosi critici del presidente Trump.

Mentre il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha affermato che la sua azienda dovrebbe enfatizzare il contenuto delle pagine “di gruppo” al fine di “incoraggiare interazioni significative tra le persone”, gli esperti hanno avvertito che questo rende gli utenti suscettibili a quantità più concentrate di disinformazione sui loro feed, come BuzzFeed ha segnalato nel marzo 2018:

I gruppi di spamming sono una tattica globale su Facebook e spesso includono clickbait e disinformazione. Ad esempio, nell’estate 2016, è sorto un network di siti che ha pubblicato false notizie su attentati e attacchi terroristici in diverse città. Le storie erano quasi identiche tranne che la posizione cambiava in ogni versione. Durante le indagini sulle origini delle bufale, BuzzFeed News ha documentato come un giovane uomo nella repubblica della Georgia ha usato il suo account Facebook per condividere un link di una storia falsa su un attentato a Filadelfia in una serie di gruppi di Facebook incentrati su quella città.

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