Garbatella, la scritta “Vota Garibaldi” è stata ripristinata, dedicata alla partigiana Tina Costa
Finalmente mi capita di aggiornare una notizia in sospeso con uno sviluppo positivo: alla Garbatella, la scritta “Vota Garibaldi” è stata ripristinata.
Ma torniamo con ordine e riassumiamo le puntate precedenti. Siamo in una città la cui popolazione sembra ormai ossessionata dall’evanescente concetto di “Decoro”, che si pretende pulita come il salotto buono della zia ma un po’ svitata che ti costringe a sederti sui divani ancora incellophanati per non sciuparne il maculato finto pelo leopardato con le tue terga ed urla come un’aquila selvatica se le tue impronte digitali imprimono un’orma di sudore sulla bomboniera del matrimonio della prozia ottuagenaria tramandata di pesca di beneficienza in pesca di beneficienza, gli operai di un apposito servizio per la tutela del “Decoro” avevano improvvidamente distrutto un reperto storico.
Una mossa che ricorda molto da vicino i “restauri Spagnoli”, dove in due chiese diverse, ad anni di distanza, una pala d’altare dedicata a Gesù Cristo ed una natività lignea sono state ripulite non già da operai specializzati, ma da massaie e persone “tra i fedeli” ottenendo rispettivamente un Cristo dalle fattezze deformi, “simile a scimmia” che avrebbe provocato un colpo apoplettico nello Jorge de Il Nome della Rosa e un trittico di colorati Playmobil pronti per Lego Movie 2.
Questa volta, la vittima illustre è stata una scritta del 1948, “Vota Garibaldi”, vergata da una storica mano, che si è cercato di rintracciare proprio in questi giorni, per le prime elezioni repubblicane e democratiche della storia di questa travagliata nazione.
La scritta, in tempi dove fortunatamente non si usavano la martellante campagna elettorale del meme ad ogni costo, ma ancora precedente al santino elettorale ed all’uso spregiudicato della Rete, richiamava infatti al simbolo della Lista Garibaldi, lista elettorale nata dall’alleanza di socialisti e comunisti il cui simbolo “bipartisan” era un busto dell’Eroe dei Due Mondi da cui prendeva il titolo.
Ma, evidentemente, la memoria storica era così tanto stata danneggiata da portare a ritenerla un graffito tra gli altri, quindi cosa vile e sporca, dinanzi ad una platea per cui l’Eroe dei Due Mondi avrebbe potuto anche essere un astronauta.
Ma a seguito dell’indignazione, le cose hanno cominciato finalmente a funzionare.
Il Comune di Roma ha disconosciuto l’azione degli operai, archiviandola come un errore, e i lavori di restauro sono cominciati a tempo di record.
E, finalmente, sono giunti al termine, con ottimi risultati: la scritta “Vota Garibaldi” è stata ripristinata
Grazie al lavoro intenso dei tecnici supervisionati dalla Sovrintendenza, il “Vota Garilbaldi” è tornato al suo posto. Il ripristino, nel pomeriggio di mercoledì 20 marzo, è avvenuto davanti gli occhi commossi di Clara, figlia dell’uomo che nel 1948 segnò il muro di via Brollo. E’ stata accompagnata sul posto dal minisindaco Amedeo Ciaccheri ed ha trovato ad accoglierla, oltre ad una ventina di residenti, anche il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.
Giusto in tempo per cui il Presidente Amedeo Ciaccheri, che primo aveva denunciato il grave danneggiamento del reperto immolato sull’altare del “Decoro ad ogni costo”, potesse dedicare il ripristino della scritta a Tina Costa, staffetta partigiana e attivista per i diritti civili recentemente morta all’età di 93 anni.
Con la morte di coloro che hanno vissuto infatti le pagine più importanti della nostra storia, sacrificando tutta la loro vita per la democrazia e la libertà che diamo spesso per scontato invocando, ancora oggi, fantomatici feticci per assolverci dal pensiero, è importante che periti gli uomini, le testimonianze del loro passato restino.
La scritta “Vota Garibaldi” è stata ripristinata, ed è un bene che sia così: ma meglio sarebbe stato riconoscerla, ed evitare di molestarla.
La storia è più importante di un “Decoro” da salottino bene della zia svitata.
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