Si parla davvero tanto in queste ore di Gabriele Grittani e l’eccezionale scoperta che potrebbe portarci a tumori bruciati in un secondo con fasci di elettroni. Sono bastate poche dichiarazioni per sollevare un polverone, con le solite diatribe social da parte di coloro che si complimentano con il Fisico, e chi invece non ne può più di false speranze, contro un male che appare sempre più forte e imbattibile. Diciamocelo subito, benché autentica l’intervista rilasciata dal diretto interessato, gli step da fare sono ancora tanti ed oggi 11 aprile è importante soffermarsi sulla questione come emerge da una dichiarazione che lo stesso Gabriele ci ha rilasciati:
“E’ vero che abbiamo fatto un brevetto per una radioterapia innovativa basata su fasci di elettroni generati via laser. Tuttavia tra le varie condivisioni ho la sensazione che la notizia si stia ingigantendo un po troppo, pertanto anche io stavo pensando di fare un post su Facebook quanto prima per chiarire la situazione“.
Ora, siccome già con il caso di Nadia Toffa abbiamo percepito il fatto che tante persone costrette a combattere con questa brutta bestia vivano non sempre al meglio le notizie che giungono da questo mondo (tutti ricorderanno probabilmente il nostro pezzo in merito), così come le stesse dichiarazioni degli addetti ai lavori, riteniamo doveroso precisare un paio di concetti molto importanti per mettere a fuoco la questione. Come stanno realmente le cose sui tumori bruciati in un secondo con fasci di elettroni? Andiamo a fondo.
Non sta a noi dire se ci siano i presupposti per andare fino in fondo con questo progetto, né soprattutto quanto tempo occorrerà attendere. Di sicuro l’intervista rilasciata da Gabriele Grittani non è recentissima, contrariamente a quanto riportato da alcuni addetti ai lavori. Basta accedere al sito Sinapsi Mag per scoprire che alcune affermazioni risalgono a più di due mesi fa, tanto per chiarirci.
C’è poi un passaggio fondamentale della suddetta intervista che vede Gabriele Grittani al centro delle cronache in queste ore. Quanto manca per passare alla pratica? Il Fisico non ci gira troppo intorno, affermando che come ogni nuova tecnologia medica, dovremo aspettare tutte le certificazioni necessarie, oltre al fatto che si dovrà superare una serie di test clinici. Insomma, andiamoci cauti coi tumori bruciati in un secondo con fasci di elettroni.
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