Categorie: Allarmismo

ALLARMISMO Furgoncini bianchi per rapimenti – bufale.net


Ci segnalano la seguente notizia, chiedendone asseverazione:

Due casi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro e nella stessa provincia. Due bambini di 11 e 10 anni che hanno rischiato di “scomparire” o meglio essere rapiti per chissà quali scopi. Ci troviamo in quel di Lecce e precisamente a Santa Barbara, vicino Gallipoli e a Ugento.

Effettivamente notizie estremamente simili echeggiano nella stampa locale, della quale va fornito riscontro.
Il Quotidiano di Puglia riporta infatti:

Si cerca un furgoncino bianco, simile a quelli che consegnano patatine, nell’ambito delle indagini su un presunto caso di rapimento denunciato ieri ai Carabinieri dalla mamma di un bambino che giocava in strada, a Santa Barbara, frazione di Galatina (Lecce), e che sarebbe stato avvicinato da tre persone le quali avrebbero tentato di convincerlo a seguirli.
La mamma del bambino, che ha messo in fuga gli uomini gridando dal balcone di casa non appena si è accorta di quanto stava avvenendo, sembra sia riuscita ad annotare le prime due lettere ed un numero della targa del furgone a borde del quale i tre si sono poi allontanati. I tre, scesi dal furgone, avrebbero avvicinato il bambino cercando – secondo quanto si è appreso – di convincerlo ad andare con loro: il bambino però ha cominciato a gridare, richiamando l’attenzione della mamma che era in casa e che poi, con le sue urla, ha fatto fuggire i tre uomini.
Gli investigatori tendono comunque ad escludere che si tratti di un tentativo di rapimento e, al momento, ritengono che l’episodio possa essere legato ad un tentativo di molestie da parte dei tre.

E il portale Ultimenotizieflash aggiunge che:

E’ allarme tra le mamme di Lecce in seguito ai casi di tentati rapimenti di bambini di fronte agli asili o in altri luoghi cruciali. Due episodi nella stessa provincia a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro sono troppi per parlare di casualità e così l’allarme locale è finito anche nelle tv nazionali. Ne ha parlato ieri la trasmissione Chi l’ha visto? Aprendo la puntata proprio con un servizio su questa vicenda.

Riteniamo probabile la ricostruzione offerta dal Quotidiano di Puglia che, escludendo il rapimento, ascrive la narrazione fornita dai bambini interessati ad un, altrettanto grave e degno di vigilanza, tentativo di molestie.
Dirimente, anzi, essenziale è il resoconto fornito dal quotidiano LeccePrima, particolarmente preciso nel suo tentativo (a nostro dire, riuscito) di distinguere una volta per tutte tra gli allarmi veri e quelli deformati dalle bufale, se non bufale essi stessi. Il rischio è evidente:

Alcuni casi sono già stati trattati da organi d’informazione, ma gli investigatori, pur non prendendo sottogamba le vicende, giacché si sta parlando di presunti approcci nei confronti di ragazzini avvenuti negli ultimi tempi, predicano nello stesso tempo molta cautela. Il timore è che allarmismi ingiustificati possano condurre anche a pericolosi equivoci.

Il quotidiano prosegue con una serie di esempi, che citano proprio i casi di bufale online. Vi raccomandiamo, per l’analisi del prosieguo del presente articolo, la lettura di questo estratto, rimandandovi al resto dell’articolo, corposo ma scorrevole ed in aggiornamento nei confronti della comunità locale, nei confronti dei “casi” registrati nel Salento:

Ad esempio negli ultimi giorni, con quelle che si potrebbero assimilare a vere e proprie catene di Sant’Antonio postate su pagine personali di utenti dei social più noti, si è diffusa la sinistra notizia non verificata di presunti (ma molto presunti) avvistamenti di due soggetti con passamontagna fra Taviano, Acquarica del Capo e Presicce, che – inutile dirlo -, sarebbero interessati ai bambini.
Né i carabinieri dipendenti dalla compagnia di Tricase, tantomeno gli agenti di polizia del commissariato di Taurisano, hanno mai ricevuto a oggi denunce circostanziate. Di più: caserme e commissariati non hanno nemmeno semplici segnalazioni via telefono ai numeri d’emergenza. Nulla.
Come tanti altri comuni cittadini, anche militari e poliziotti hanno notato tali informazioni circolare sul web, facendo qualche approfondimento. Il classico caso che sembrerebbe montato ad arte. Nell’era di Internet, ormai, corrono senza filtri le notizie più disparate. E’ chiaro, però, che a puro titolo preventivo, negli ultimi tempi sono stati predisposti più passaggi in auto davanti a obiettivi sensibili, come le scuole.
Diverso è, invece, per vicende che arrivano – in ordine sparso – da Santa Barbara, frazione di Galatina, dalla stessa Galatina, da Gemini di Ugento e da Racale. In tutte queste località, le forze dell’ordine sono state interessate in linea diretta, tanto che in ogni caso, anche laddove non sia ancora stata formalizzata una denuncia scritta, si procede comunque d’ufficio, con informativa in Procura.

Primo ed evidente discrimine è infatti la presenza dell’informativa, ovvero di denuncia/querela, pervenuta in Procura: laddove l’allarme che leggete venga lanciato motu proprio sui social, senza alcuna traccia di coinvolgimento delle autorità, la formula dubitativa è un obbligo. 
Abbiamo già avuto modo di vedere in passato come, di fronte a determinate vicende, la realtà tenda ad incrociarsi con vecchie storie: nei commenti della pagina social della trasmissione Chi l’ha visto? che ha dato ampio risalto alla vicenda troviamo questo dubbio

C’è davvero un furgone bianco di “ladri di bambini” che gira nel Leccese o gli episodi denunciati sono stati degli equivoci? ‪#‎chilhavisto‬

E, tra le risposte, questo appello:

Nella mia bacheca alcuni giorni fa ho condiviso un post(Non so come fare a postarvelo)dove avvisava che in zona Airola,faicchio, moiano,sant’agata si aggirano su un furgone rosso e furgone bianco con targa nascosta tre polacchi travestiti da clown o sacerdoti avvicinano bambini per espianto di organi.Non so quanto ci sia di vero in questa notizia per favore controllate.Voi potete aiutarci a proteggere i nostri piccoli cuccioli.

Non vi ricorda qualcosa? La località (Faicchio) e gli attori della vicenda (I Clown) sono stati già oggetto di dibattito nel nostro precedente pezzo sui “Clown Assassini”, in particolare dimostrando come le foto di Faicchio siano basate dalla beffa di un Inglese che inventò un clown per giocare con le paure dei suoi concittadini, e come nel testo La famosa invasione delle vipere volanti, di Paolo Toselli, Sonzogno Editore, 1994, riportato dal portale Leggende Metropolitane.net leggiamo.

“C’è un ambulanza, – si racconta – una camera operatoria volante, che gira per le nostre strade. Raccolgono i bambini, tolgono loro gli organi, e li rilasciano morti nelle campagne adiacenti. Sono attrezzatissimi, hanno persino le celle frigorifere per conservare il materiale spiantato”. Ne hanno sentito parlare tutti e molti sono convinti di averla vista scorazzare per le vie di alcune città italiane. Sulla vicenda, trattata essenzialmente come un caso di psicosi collettiva priva di fondamento, hanno scritto numerosi quotidiani tra cui L’Unità. Ad avvalorare la credibilità della storia una testimonianza, quella di Simone Onori, nove anni, che sarebbe stato avvicinato da due uomini a bordo di una Renault rossa mentre stava comprando le figurine. ” Sali in macchina”, gli avrebbero detto, “ti portiamo in ospedale da papà che si è ammalato!”. Ma Simone non ci casca. Passano due giorni e la Renault rossa ricompare. Questa volta a casa sua. Un uomo scende e lo chiama da dietro il cancello. Simone avverte il padre, la macchina scompare.
Storie di questo tipo non circolano solo da noi. Già alcuni anni prima nei Paesi dell’Est, e in particolare in Polonia, era diffusa una leggenda, al centro della quale spiccava sempre un’auto misteriosa – solitamente una Volga nera, una specie di limousine – usata per rapire i bambini. Due uomini (preti, forestieri, suore, o dei semplici sconosciuti) tentano di condurre all’interno dell’auto un bambino per poi prelevargli il sangue o organi diversi (per lo più reni) a favore di sceicchi arabi o ricchi possidenti occidentali, pronti a pagarli profumatamente. Questa voce raggiunse il suo apice negli anni Settanta, malgrado fosse ancora estremamente popolare agli inizi degli anni Ottanta. Attualmente non circola più, ma la sua diffusione era tale che era quasi impossibile trovare un polacco che non ne abbia sentito parlare. Nello stesso periodo era presente anche in Unione Sovietica, con minore intensità.

Tali leggende peraltro non sono inoffensive: come evidenziato nel nostro articolo sui “Clown Assassini”, passare dalla psicosi al linciaggio è una tentazione troppo facile. Tentazione che porta alle gravi conseguenze emarginate da LeccePrima

Fra mito e realtà, casi del genere non sono nemmeno nuovi. Negli ultimi anni sono stati spiccati anche alcuni arresti. Tre bengalesi, fermati dai carabinieri della compagnia di Lecce nel luglio del 2012, erano stati accusati di aver tentato di sequestrare due ragazzini nella marina melendugnese di San Foca. Sono stati assolti poi con formula piena nell’aprile del 2013.
In fatti del genere è ovviamente necessaria l’accuratezza delle prove per poter portare avanti un’imputazione. A volte non è sufficiente la testimonianza delle presunte vittime. Viceversa, si corre il rischio di condannare un innocente per una tra le più infamanti delle accuse che possano esistere, considerati anche tutti gli indicibili fini che possono derivare dal rapimento di un minore. 

Tra gli altri commenti ne troviamo uno che riteniamo di consigliarvi:

sì ma denunciateli davvero questi fatti, sono elementi preziosi

Atteso che, effettivamente, si registra l’evento storico di un bambino infastidito da individui identificati dalle autorità come potenziali molestatori, riteniamo sia molto più utile presentare una denuncia circostanziata alle autorità preposte che narrare il fatto su Facebook o sui Social Network, dove la verità diventerà inevitabilmente confusa da questa o quella bufala di simile contenuto.

Del resto, come da noi ricordato in altri testi, riteniamo che se vi trovaste davanti ad un incendio chiamereste i vigili del fuoco: non cerchereste di farvi un selfie tra le fiamme dando la foto in pasto ai vostri contatti: per la stessa ragione, dinanzi ad un potenziale reato, la vostra azione sia sinergica con le autorità, e non coi social.
Senza voler dubitare della parola di alcuno, una denuncia presso le autorità porta a riscontri, analisi e ricerca di prove. Un linciaggio partito dal tam tam mediatico può distruggere per sempre la vita di un innocente con accuse tanto infamati quanto false e difficili da cancellare: abbiamo purtroppo notato più volte su queste pagine come le bufale non siano sottoposte ad obbligo di rettifica.

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