Un aggiornamento che colpisce a pochi minuti dall’una di notte nostrana: fuoco alla centrale nucleare di Zaporizhzhya.
Parliamo di una delle più grandi centrali nucleari di Europa che
“A causa del continuo bombardamento nemico di unità ed edifici intorno alla più grande centrale nucleare in Europa, la centrale di Zaporizhzhya è in fiamme”
Ha annunciato il sindaco di Enerhodar Dmytro Orlov su Telegram. Reuters non riporta ulteriori dettagli e non ha potuto verificare la situazione.
Situazione seguita da una serie di feed video (attenzione, immagini crude) reperibili in questo thread Twitter, nonché sull’account YouTube delle webcam puntato sulla centrale.
Che nel momento in cui redigiamo questo articolo mostrano truppe cercare di entrare nel perimetro della centrale nucleare, fuoco (si spera di fiaccole di segnalazione…) e pallottole.
Le agenzie di stampa Ucraine UNIAN e Hormadske confermano la presenza di un incendio, l’allerta in questo momento è comprensibilmente elevatissimo.
Difatti, anche se l’allarme incendio fosse ridimensionato, ovvero limitato a sezioni dell’area non critiche se non legato ai soli fuochi di segnalazione, resterebbe il problema della gestione della Centrale.
Un “danno collaterale”: anche senza danni diretti e “spenta”, una centrale Nucleare avrebbe comunque bisogno dei suoi sistemi di raffreddamento, di energia di backup e di un intervento umano in caso di emergenza.
Tutte cose complicate da garantire in area bellica.
Tutto questo ci porta ad una riflessione: la centrale di Zaporizhzhya rischia di esplodere? Non probabile. Sarebbe meglio per tutti che l’esercito russo alzi i tacchi?
Sì, sarebbe meglio per tutti. Il prima possibile.
AGGIORNAMENTO: Il Presidente degli Stati Uniti ha chiesto aggiornamenti sulla situazione, e Draghi ha condannato l’evento come scellerato.
Per quanto lo scenario di un’esplosione nucleare sia lontano, si palesa il disegno per cui, lungi dal considerare le centrali elettriche nucleari e non al di fuori degli obiettivi militari, l’esercito russo non sia contrario all’idea di bloccare accesso ad ogni risorsa “trasformando le case in gelide trappole di pietra senz’acqua, energia e riscaldamenti”, per citare le autorità della città di Sumy.
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