Fuggita la studentessa condannata a dieci anni da delatori filoPutin: finalmente una buona notizia che riguarda Olesya Krivtsova
Ragazza di cui avevamo descritto la storia in un lungo editoriale che vi preghiamo di leggere qui, e che in parte riguarda cose che abbiamo detto anche noi.
Parliamo di Olena Krivtsova, “colpevole” essenzialmente di aver scritto su un post social qualcosa che abbiamo in parte detto anche noi. Ovvero che la distruzione ad ottobre di un ponte in Crimea era un evento riportato dalle “fonti russe” con video falsi e propagandistici e aggiungendo di suo che, in ogni caso probabilmente gli Ucraini possono dirsi contenti di ogni evento che comporta meno soldati alle loro porte.
Ovvietà per molto, ma non in quella Russia diventata ormai un fanatico ricettacolo di propaganda Filo-Putin: gli stessi compagni di università della fanciulla, vestendo i panni vintage di “Tovarish”, decisero infatti di punire la ragazza per l’oltraggio alla Madre Russia organizzandosi in chat per delare il suo messaggio alle autorità.
La fanciulla si trovò un drappello di poliziotti in casa a sequestrarle rudemente il cellulare e, armi in pugno, costringerla ai domiciliari con una accusa che l’avrebbe senz’altro portata a dieci anni di galera secondo le norme-bavaglio volute da Putin e lodate dai suoi delatori.
Delatori tronfi della vittoria che si dichiararono per questo “Patrioti” e che ora vedono la loro vittoria sfuggire dalle loro mani. E per sfuggire intendiamo fuggire al sicuro: in Lituania.
Un video pubblicato su un canale a supporto della ragazza e riportato dai giornali che parlarono del suo arresto è alquanto esplicativo.
La fanciulla si vede esibire un cartello con scritto “libertà” e sfilarsi la cavigliera che era stata obbligata a indossare, oltre al divieto espresso di comunicare col mondo esterno (familiari compresi) in attesa di una condanna praticamente già scritta.
Fuggita la studentessa condannata a dieci anni da delatori filoPutin dunque, e i russi sono a corto di una prigioniera e di una cavigliera.
Non è del resto la prima volta che i delatori filoPutin agiscono in tal modo: ricordiamo il recente caso di un padre di famiglia che si è visto arrestare, privare dei suoi averi nonché privare della stessa figlia, deportata in orfanotrofio per essere “rieducata” perché la piccola aveva osato rifiutarsi di partecipare ad una iniziativa propagandistica Putiniana.
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