Fotocopiatrice al macero: distrutta ingente somma di denaro. Questa la notizia apparsa in questi giorni e rilanciata da ANSA. Nonostante la stima di un milione di euro sia rigorosamente approssimativa e tecnicamente imprecisa, alla Sea di Romano d’Ezzelino confermano l’accaduto.
La storia comincia infatti da una vecchia fotocopiatrice, di quelle coi cassetti per i diversi tipi di carta, appartentemente pieni.
Una fotocopiatrice conferita tra i rifiuti speciali da smaltire in un comune dell’Alto Vicentino, e finita alla Sea di Romano di d’Ezzelino.
Al momento della rottamazione la prima sorpresa: i cassetti erano pieni di carta. Carta moneta.
Gli operatori hanno assistito allo spettacolo di brandelli di carta moneta uscire dal tritatutto. Ovviamente, nessuno poteva cimentarsi in tentativi di recupero, salvo essere triturato da ganasce tarate per fare a pezzi plastica e metallo.
A giudicare dalla carta fuoriuscita e dalle dimensioni della stampante, a occhio, si può ipotizzare che dalla fotocopiatrice al macero siano usciti il milione di euro indicati dall’ANSA. Forse due milioni.
Comunque, una somma ingente finita non in fumo, ma in sacchetti dalla consistenza della sabbia, meno che coriandoli.
Come ogni storia del genere, i contorni diventano sfumati. Qui siamo nell’innegabilmente certo, la fotocopiatrice distrutta.
I dettagli riferiti alla stampa locale coinvolgono diversi personaggi e diversi dettagli che coincidono e collimano nella storia.
Ad esempio il racconto del sindaco di Chiampo, che ha visto un uomo anziano dall’aria “agitata” chiedere con insistenza di poter rientrare in possesso di un macchinario conferito all’ecocentro pochi giorni prima.
Ecocentro che si è occupato effettivamente del conferimento della fotocopiatrice al macero, presso la Sea.
Compagnia che a sua volta ha confermato l’avvenuta distruzione del dispositivo, come da protocollo.
Protocollo che non prevede l’uso della spazzatura come succedaneo di cassette di sicurezza, conti corrente o anche solo materassi.
È infatti prevista solo la verifica sull’eventuale pretenza di toner, da gestire a parte. Nessuno ha controllato i cassetti della carta.
Sono in corso indagini per svelare l’identità dell’agitato 70enne che si suppone essere il proprietario della somma, un computo maggiormente preciso della somma distrutta e le circostanze.
In ogni caso le prospettive per l’anziano sono alquanto tetre: la somma è compatibile con la distruzione, irreversibile e con minime possibilità di ristoro, dei risparmi di una vita.
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