Forza Nuova querela Facebook per diffamazione e «attentato alla libertà di opinione»
NonLa notizia è vera: Forza Nuova querela Facebook con l’accusa di diffamazione e attentato alla libertà di opinione, come riporta Giornalettismo in un articolo pubblicato nell’ultima ora.
Solo ieri abbiamo riportato la chiusura dei canali social su Facebook e Instagram di Forza Nuova e CasaPound, e nelle ultime ore sul canale Twitter di FN è apparso un comunicato che annuncia la querela a Facebook firmata dal segretario Roberto Fiore.
CENSURA SOCIAL, FORZA NUOVA PROCEDE CONTRO FACEBOOK
La segreteria nazionale di Forza Nuova ha dato mandato al proprio ufficio legale di procedere contro Facebook Italia per il reato di diffamazione e per tutti i reati relativi all’attentato alle libertà di opinione commessi a danno del movimento.
Inoltre, l’ufficio legale raccoglierà tutte le richieste per danni avanzate dalle migliaia di persone che hanno visto le proprie pagine di interesse lavorativo cancellate.
Il processo penale avrà la funzione di sollevare la questione politica ai più alti livelli giuridici.
Solo allora potremo sapere se Roma continua a splendere come faro del Diritto o se l’asse politico-mediatico Fiano-Zuckerberg avrà avuto la meglio anche sui diritti universalmente riconosciuti.
Intanto, Forza Nuova è corsa ai ripari invitando i follower a spostarsi su VKontakte.
Ci permettiamo solo il beneficio del dubbio sugli esiti dell’azione stessa, incerta sotto più di ogni punto di vista.
Facebook infatti non nasce come vetrina lavorativa, al contrario di portali specifici come Linkedin. Ci chiediamo come umilmente quindi si possa configurare il danno di interesse lavorativo: sarebbe come se un utente decidesse di custodire importanti documenti di lavoro su Dropbox o servizi di cloud simili, sapendo che gli stessi non hanno la garanzia di eterno funzionamento, e la loro chiusura, o cessazione del servizio per violazione dei termini d’uso e servizio potrebbe far evaporare quei documenti.
Lasciamo alla magistratura la decisione sul reato di diffamazione ascritto, rilevando in tale sede che l’asettico comunicato di Facebook si è limitato in breve a esporre i Termini e le Condizioni di Uso e gli Standard della Comunità, riportati entrambi più volte sulla piattaforma.
Infine, come più volte noi stessi ribadimmo, l’allontanamento da un singolo servizio non comporta censura su Internet: l’esistenza stessa di VKontakte dimostra che Facebook non è l’unico social. È solo quello particolarmente desiderato, e il desiderio è mutevole.
Restiamo dunque in attesa del risultato: ma non siamo davvero persuasi che Facebook accetterà la tesi del querelante/richiedente senza opporre resistenza.
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