Durov potrebbe essere rilasciato? Questa è una domanda assai intelligente da porsi dopo l’arresto del proprietario di Telegram. Partiamo dalle basi: quello che sappiamo ad oggi e quello che i vari interpreti ipotizzano potrebbe accadere.
Pavel Durov è stato arrestato in Francia, e questo lo sappiamo, per motivi legati alla gestione di Telegram. Nella giornata di ieri è apparso un comunicato stampa, con l’elenco puntuale delle accuse. A sorpresa, Emirati Arabi e Russia hanno attivato i servizi consolari.
Le accuse a carico di Durov sono sostanzialmente di due tipi: una legata a questioni di compliance, di aderenza alla normativa, una legata ai contenuti pubblicati su Telegram ormai quotidianamente, o meglio all’accesso.
Secondo gli inquirenti Francesi Durov si ritrova accusato (si badi: non condannato) per complicità nella creazione di piattaforme digitali per la creazione di affari illegali, possessione e spaccio di materiale pedopornografico, narcotraffico, diffusione di programmi per ottenere accesso non autorizzato a sistemi informatici, frode, associazione a delinquere e riciclaggio, nonché diffusione e fornitura di un sistema di crittografia non certificato senza precedenti dichiarazioni.
La prima serie di capi di imputazioni è sostanzialmente legata ad un apparente e reiterato diniego di fornire informazioni relative alla massa di spammer, troll, pedofili, violenti, e disinformatori oltre il limite del criminale ospitati (con prova) tutti i giorni sulla piattaforma.
La seconda è relativa alla Legge 575/2001 (ovviamente francese) per cui “La fornitura, il trasferimento da uno Stato membro della Comunità europea o l’importazione di un dispositivo crittografico che non svolga esclusivamente funzioni di autenticazione o di controllo dell’integrità è soggetta a una dichiarazione preventiva al Primo Ministro”, tranne per casi di interesse nazionale e sicurezza interna (opinabili, francamente).
Interviene il fatto che si parla di una custodia cautelare, e quindi la detenzione dovrebbe terminare domani, il giorno 28.
Che ad esempio domani Durov potrebbe essere rimesso in libertà, e potrebbero non esserci ulteriori conseguenze se lo stesso acconsentisse a fornire i dati richiesti.
Il che comporterebbe un brusco risveglio, o quantomeno una serie di timori più o meno motivati in buona parte degli utenti.
Abbiamo visto come Telegram da mezzo di libertà è diventato il perno delle Operazioni Doppelganger e Overload, cavalli di battaglia del Regime Russo: proprio su Telegram Margarita Simonyan, la principale portavoce e organo della Propaganda di Putin, nota per aver diffuso in Russia la notizia dei troll Italiani pronti ad aprire il “gas per Putin” spacciandoli per patrioti filorussi ha invitato i suoi follower ad abbandonare immediatamente la piattaforma convinta che il temuto Occidente vorrà le chiavi per avere accesso ai suoi messaggi e tutti quelli dei canali di controinformazione e Doppelganger.
Non è importante quello che è possibile (spoiler: tra privacy e il fatto che stiamo parlando di cercare di svuotare un oceano di disinformazione con un cucchiaino di plastica lo è poco), ma quello che la Simonyan pensa.
E il fatto che esiste una “nuova cortina di Ferro” per cui in Ucraina viene usato Signal e in Russia sia i disinformatori principali che gli alti gradi dell’esercito usano Telegram e in questo momento hanno paura di usarlo.
Altro dato da tenere di conto, oltre le riflessioni già formulate sul tema.
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