La falsa asta tedesca antirussa di Euronews rientra in uno dei capisaldi della propaganda filorussa online: quella che i geniali commentatori partenopei avevano in tempi non sospetti battezzato il “chiagnefottismo”, dal vernacolare “Chiagnere e fottere”, “Rubare e frignare”.
Il Chagnefottismo è esattamente l’atteggiamento di chi viene corretto o rimproverato nel momento in cui fa tutto quello che vuole e che gli porta gli obiettivi desiderati e reagisce col più patetico e ipocrita vittimismo.
Con una mano si “fotte”, si ruba mente e inganna, e con l’altra mano si “chiagne”, si piange buttandosi pietisticamente a terra e accusando chiunque osi fermare la propria mano rapace di essere un hater.
In questi tempi è facilissimo essere tacciati di “Russofobia”. Ci siamo passati anche noi: basta pubblicare un articolo che sia critico verso Putin (punti bonus se contiene qualcosa costruibile come una lode per l’odiato Zelensky) per avere l’intera ronda del “Chiagnefottismo filoRusso” berciare con accenti da tragedia che “State facendo fare brutta figura al popolo Russo, perché odiate il Popolo Russo, Putin rappresenta il Popolo Russo, se non amate Putin siete razzisti verso il Popolo Russo, perché non dite che volete bombardare e uccidere tutti i Russi come gli Ucraini Nazisti che non amano Putin che è il mio Signore e Padrone?
E quando il casus belli non esiste, le “Fonti Russe” sono leste ad inventarlo pur di avere una base per il “chiagnefottismo”. Come in questo caso.
Ci è stato quindi segnalato un Tweet contenente il classico video-card social. Un video breve con una musichetta di quelle che i vari servizi online concedono come “libera da copyright” e una narrazione vedremo del tutto inventata che riassume il chiagnefottismo delle fonti russe.
Una notizia dove, in barba ad ogni regola del giornalismo (se devi imitare un’agenzia televisiva, almeno falla bene), viene detto che alla casa d’aste Bolland&Marotz qualcuno avrebbe, non si sa chi, non si sa come, non si sa quando (tre degli elementi essenziali della notizia sono saltati) organizzato un’asta per vendere famosi capolavori dell’arte russa e distruggerli in nome dell’Ucraina.
Il tutto naturalmente mentre scorrono immagini stock di roghi che sembrano prese da “Adrian la Serie Evento” e soldati ucraini in uniforme per spingere, non meno goffamente, la narrazione filorussa dei soldati russi bravi e bellissimi discendenti dell’Armata Rossa scesi dal “Sol dell’Avvenir” per sterminare i malvagi “Ucronazi” e sottomettere sotto il tacco dei loro stivali un’Occidente crudele e nazista per costringerlo fisicamente ad abbracciare i loro valori (apparentemente comprendenti antiche tradizioni, vodka, modelle ucraine e/o minorenni e gas a poco prezzo).
A voler prendere per buona la narrazione quindi una fondazione che l’autore della bufala non conosce avrebbe, in una data che l’autore ignora, commissionato a Bolland&Marotz il rogo di “famose opere d’arte russe” di cui lo stesso non saprebbe dire il nome, per dare i soldi all’odiata Ucraina.
Ovviamente l’autore non conosce tutte queste cose: la notizia è una fake news, è una bufala quindi non esiste, se non in canali telegram filorussi (le c.d. “fonti russe” da cui è arrivata in tutti i social).
La stessa Euronews ha dovuto smentire. Col risultato che ora gli autori della bufala (e come abbiamo visto in passato, il rischio si estende a chi l’ha condivisa, perché magari la “fonte russa” nella sua troll farm non sarà scoperta, ma il fanboy infoiato sì) rischiano azioni legali sia da Euronews che Bolland&Marotz.
Le “fonti russe” hanno evidentemente avuto notizia della giusta azione legale? La risposta?
Un secondo video ancora più elaborato del primo per rassicurare i “peones condivisori” dove dichiarano che Euronews starebbe querelando un'”emittente Ucraina” colpevole di aver diffuso il falso.
Il risultato? Come prevedibile, ora Euronews sta investigando, anche in sede legale su due falsi delle fonti russe.
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