Editoriale

Firma novax imbratta la sede de La Stampa, blitz contro il quotidiano

Firma novax imbratta la sede de La Stampa, e non è la prima volta. Parliamo sempre della stessa firma novax. Firma alla quale abbiamo deciso di non dare alcuna pubblicità.

Firma che il quotidiano vittima di questo vero e proprio atto vandalico, questa volta riccamente e, a giudicare dal resoconto leggibile sulla loro pagina (cliccando qui) anche un po’ goffamente ha avuto modo di catturare con le telecamere di sicurezza.

Firma novax imbratta la sede de La Stampa

Vi diremo quindi che l’equipaggiamento del trio, perché le telecamere hanno catturato l’immagine di un trio, prevedono felpe con cappuccio e scaldacollo per un tentativo di travisamento scarsamente compatibile col clima. Possiamo spingerci ad aggiungere la presenza di borselli usati per trasportare il necessario, come nell’iconica canzone di Elio e le Storie Tese.

Firma novax imbratta la sede de La Stampa

Aggiungeremo tale registrazione in questo momento è in possesso della DIGOS per l’identificazione di rito. La medesima DIGOS che spesso si è trovata durante questa pandemia ad intervenire dinanzi ad azioni dell’area antivaccinista.

Possiamo inoltre ricordarvi che la stessa firma si è prodotta in simili atti imbrattando le mura del Cimitero del Nembro, una sede dell’Agenzia delle Entrate, lo Spallanzani e la redazione di un quotidiano locale “colpevole” di non aver incensato le loro gesta come forse immaginavano (invano) potesse accadere.

Quello che non vi diremo e non vi mostreremo è il nome della firma e le loro effigi. Perché è un errore comune, sarebbe un grave errore farlo.

Abbiamo avuto di precisare tale dettame ad ogni imbrattamento: chi vuole visibilità, e se la prende lordando con insulti che non si fermano neppure davanti al sentimento di pietà per i morti (coinvolgendo come abbiamo visto un cimitero) non merita quella visibilità.

Ci limiteremo a condannare il vandalico imbrattamento effettuato da una firma novax. Tizi, che anonimi tizi per noi resteranno, anonimi tizi per voi dovranno essere che se mostreranno i loro simboli sui nostri social saranno bannati e silenziati restando nell’anonimato.

Le reazioni della società civile raccolte da La Stampa

Cosa possiamo mostrarvi? Riprenderemo La Stampa un elenco della solidarietà. Ricopiato di peso.

Da più parti del mondo politico sono arrivate condanne per le minacce indirizzate al quotidiano e messaggi di vicinanza al direttore Massimo Giannini. «Solidarietà piena a Massimo Giannini e alla redazione de La Stampa» ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un messaggio, ha ribadito che «Noi liberali saremo sempre dalla parte della libertà di stampa, contro ogni tentativo di intimidazione». Dure le parole del segretario di Azione Carlo Calenda: «Condanniamo con fermezza l’aggressione subita da “La Stampa”. Un gesto da vigliacchi che mina la libera informazione. Piena solidarietà ai giornalisti de La Stampa e al direttore Giannini». Il ministro Luigi Di Maio ha espresso solidarietà «per il vile attacco vandalico subito. Ferma condanna per questi gesti inqualificabili e pieno sostegno all’attività di informazione al servizio dei cittadini». Anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha scritto un messaggio di vicinanza al quotidiano. La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno ha affermato che «gli atti vandalici contro la sede del quotidiano La Stampa non esprimono dissenso, solo vigliaccheria» e che «l’informazione libera è un valore della democrazia e va difesa, sempre». Solidarietà anche da parte dei presidenti di Piemonte e Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti.

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