Tanto tuonò che piovve: alla fine anche il sonnolento Occidente fa guerra alle bufale per davvero. Sonnolento non per colpa, ma per scelta. Abbiamo colpevolmente preferito di non rischiare di eccitare le fantasie dei complottisti che vedono “reati di opinione” anche dove non ve ne sono, e il risultato finalmente ci ha smosso all’azione.
E per risultato intendiamo una campagna di vandalismo mediatico diretta alle Olimpiadi che ha colpito brutalmente una delle sue campionesse, l’oro olimpico algerino Imane Khelif con accuse di una brutalità inaudita da persone pronte a ingozzarsi di propaganda fake e ripeterla come violenti megafoni.
E per risultato intendiamo il Regno Unito messo a fuoco e fiamme da orde di razzisti, xenofobi e violenti con un cellulare in tasca pieno di messaggi dei vari canali Telegram-fogna di stampo filorusso pronti a diffondere fake news e nella tasca un altro cellulare per diffondere quei messaggi in chat carbonare per organizzarsi nella violenza.
Guerra ibrida: quando le bufale diventano strumento militare.
E finalmente noi non siamo soli a combatterle. In pochi giorno sono accadute delle cose che hanno fatto stringere di fifa il cuore dei Napalm51 e Banana33 del mondo, nuovi soldati della guerra più tragicomica di sempre, evoluzione in peggio dell'”utile idiota” della propaganda Bolscevica.
L’Occidente risponde.
Nel giro di neppure una settimana Imane Khelif ha dato mandato ad uno dei principali studi legali parigini per la difesa dei diritti umani per perseguire legalmente i cyberbulli che l’hanno attaccata, e Keith Starmer, premier del Regno Unito, ha annunciato una campagna contro i seminatori di odio e le loro mani armate.
Un ventottenne è già stato condannato a venti mesi di galera per istigazione all’odio.
Ma non solo si punisce, l’Occidente finalmente sembra imparare il valore della prevenzione.
Le scuole inglesi cominceranno in programma di guerra alle “fetide fake news”, insegnando ai bambini a distinguere il falso dal vero, e a usare i metodi provati del fact checking per sbugiardare i seminatori di odio.
E già i primi effetti si vedono: sotto ogni singolo post che ne parla (fate questo esperimento, è vero) trovate complottisti, bufalari e condivisioni seriali di bufale che attraversano tutti gli stati della negazione.
Che invocano la censura, il “reato di opinione”, “Orwell”, “il mio diritto a dire che Imane Khelif è uomo bullo”
Ignorando che in realtà la la libertà di parola non è libertà di urlare “al fuoco” in un teatro affollato per ridere delle persone che muiono schiacciate sulle porte per dire
“Eh, ma mica potete arrestarmi, è reato di opinione, è pensiero mio che c’è il fuoco e mi fa ridere che quelli crepano mica li ho ammazzati”
Le fake news abbiamo visto uccidono. Le fake news spostano consensi, favoriscono enti e agenti violenti. Le fake news possono essere combattute.
Chi ha paura della verità semplicemente ha poco di cui lagnarsi.
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