I nostri contatti ci segnalano un post pubblicato da Emanuele Fiano ieri, 9 ottobre 2020. Secondo Fiano dal comune di Ferrara la Lega avrebbe chiesto di controllare i libri che vengono acquistati dalle biblioteche con questa spiegazione: “Vedere se questi libri sono adeguati ai nostri cittadini, alle aspettative dei nostri elettori”. Fiano sostiene che si tratti di un “controllo politico sulla cultura”.
A raccontarla non ci si crede.
Nella città di Ferrara, governata da figure come Alan Fabbri e Naomo Lodi, la Lega chiede di poter “controllare” i libri che le biblioteche acquistano. Cioè un controllo politico sulla cultura. Perché, ha detto uno dei consiglieri leghisti, bisognerebbe “vedere se questi libri sono adeguati ai nostri cittadini, alle aspettative dei nostri elettori”.
Le dichiarazioni di queste persone sono politicamente pericolose. Non ci sono altre parole.
La cultura non deve essere controllata. La cultura è libera. Con buona pace dei leghisti.
La notizia è stata riportata da altri quotidiani, soprattutto in termini di informazione locale. Il Resto del Carlino scrive che sul caso è arrivata una polemica anche dal governo con una dichiarazione di Peppe De Cristofaro di LeU, sottosegretario dell’Università, che ha giudicato il fatto “inaudito”.
Globalist ha riportato il retroscena: tutto nasce da uno stanziamento di 50mila euro da parte del governo per l’acquisto di nuovi libri destinati alla biblioteca comunale. Da qui sarebbe nata la proposta del consigliere comunale leghista: “Vorrei chiedere se si può avere un elenco libri che si intende acquistare per valutare la tipologia dei libri in dotazione alle biblioteche”.
Come ricorda il sito istituzionale del Comune di Ferrara gli atti saranno visibili entro 15 gg. Tuttavia la notizia è stata ripresa dettagliatamente da Estense, quotidiano locale della città emiliana, insieme a La Nuova Ferrara. Alla proposta del consigliere comunale ha replicato, in prima battuta, un membro del gruppo Gente a Modo per chiedere al consigliere leghista di essere più chiaro. Nella sua richiesta, inoltre, Gente a Modo ha osservato che la proposta si presenta come un “controllo politico sull’acquisto dei libri”.
Il consigliere leghista ha risposto:
Visto che il Comune paga per l’acquisto di questi libri (in realtà è il Governo, ndr), credo che sia corretto valutarne la tipologia. Io ho preso ieri in prestito un libro per bambini alla Niccolini su cui mi piacerebbe commentare con voi. Valutare i libri da acquistare è un dovere. Vorrei vedere se questi libri sono adeguati ai nostri cittadini, alle aspettative dei nostri elettori, nostri nel senso chi ci ha votato e ci chiede di rappresentarli, quindi con tutta tranquillità chiedo a tutti i consiglieri che si accetti questa mia richiesta.
Dalle schiere del PD hanno risposto parlando di “censura” e a dare manforte al consigliere leghista è arrivata una collega, sempre della Lega, che ha specificato: “Dobbiamo sapere perché sono stati acquistati certi libri anziché altri, magari alcuni erano ammalorati e dovevano essere sostituiti”. Tuttavia la destra ferrarese non è del tutto schierata a favore. Un altro consigliere leghista, per esempio, sottolinea che la valutazione del libro spetta esclusivamente al lettore, con l’appoggio di Forza Italia che, durante il dibattito, ha riferito che un consigliere non ha alcuna competenza nella valutazione dei libri.
Parliamo di versioni a confronto in quanto il consigliere leghista non ha parlato di controllo politico, una teoria avanzata da Gente a Modo e dal PD. Soprattutto, dalla stessa Lega e da Forza Italia c’è stato chi si è opposto alla richiesta. Censura politica o valutazione sulla qualità fisica dei volumi? Le parti non hanno ancora trovato un punto di incontro.
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