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“Fate una Decima sulla scheda”: Il giochino dell’indignazione per fare campagna elettorale

“Fate una Decima sulla scheda”: e non avremmo mai pensato di accostare due scrittori così lontani nel tempo, nel sentire e nelle idee. Da un lato Oscar Wilde, il più grande degli scrittori Dandy, protagonista di quello che Vannacci che avrebbe definito “mondo alla Rovescia” e dall’altro il generale Roberto Vannacci, catapultato nel mondo della politica e dei salotti televisivi col suo libro “Il mondo al contrario“, discusso per le sue posizioni controverse verso immigrazione, ambiente, donne e omosessuali.

“Fate una Decima sulla scheda”: Il giochino dell’indignazione per fare campagna elettorale

Due mondi lontanissimi per sentire, per stile di vita e stile di scrittura che si incontrano in uno dei mantra del “Dandy” inglese: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.

“Fate una Decima sulla scheda”: il giochino dell’indignazione per fare campagna elettorale

Un goffo ma rapido spot, un tripudio di bandiere ed effetti speciali in cui il Generale invita i suoi fans e sostenitori politici a “fare una Decima” sulla scheda.

Come chiarito (non a caso, riteniamo) proprio ai microfoni di colleghi fact checkers interpellati come noi per dirimere la questione, lo spot è stato orgogliosamente rivendicato.

Come creazione di fans e supporter, quindi non uno spot ufficiale della Lega ma una sorta di omaggio al Generale. Omaggio che, evidentemente, sottende una comprensione dei meccanismi social tale da ingenerare la piena consapevolezza del potenziale virale in esso.

Lo staff precisa infatti che si tratta della “Decima MAS” e che, come riportato da Treccani, è “il reparto dei mezzi d’assalto della Marina italiana che nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia MAS”.

Cosa seguita da una salva di post social in cui cavalca l’indignazione social, soffiando con graffiante ironia sul fuoco della polemica e rintuzzando attacchi su attacchi con nuovi attacchi.

I social sono così, lo sappiamo, e non possiamo non pensare che se non dietro lo spot stesso, dietro la gestione social dell’indignazione per i simboli usati non ci sia stato l’illustre precedente del “presunto saluto romano alla Parata del Due Giugno” che infiammò i social esattamente un anno fa.

Del resto la data si avvicina, e fare il bis è senz’altro un eccellente modo di rimanere nell’attenzione di tutti anche a ridosso del silenzio elettorale.

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