Facebook si è stancato ed ha chiuso un gruppo anti mascherine e Covid-19: “Creano danni psichici”
L’emergenza Coronavirus non è mai terminata ed anche coloro che da sempre si sono schierati contro le mascherine, almeno in buona parte negli Stati Uniti, stanno iniziando a cambiare idea. Dopo la storia di un malato di Covid-19 riportata la scorsa settimana, infatti, oggi 22 luglio arriva un segnale molto significativo direttamente da Facebook. Fermiamoci un attimo, dunque, e proviamo a capire bene cosa sia avvenuto proprio in queste ore all’interno del famoso social network di Mark Zuckerberg
Tolleranza zero di Facebook sui gruppi contro mascherine ed esistenza Covid-19
In particolare, Facebook ha rimosso uno dei più grandi gruppi anti mascherine all’interno della sua piattaforma, per aver violato le sue politiche contro la diffusione di disinformazione su COVID-19. La sezione Informazioni del gruppo pubblico Unmasking America!, che contava oltre 9.600 membri, ne parla come di un ambiente creato “per diffondere la VERITÀ sulle mascherine!“. Potete facilmente immaginare lo spessore delle discussioni che si sono venute a creare al suo interno.
Ad esempio, sono state fatte diverse affermazioni che sono state ampiamente smentite dalla comunità scientifica. Qualche esempio? Si è parlato di mascherine che ostacolano il flusso di ossigeno e che hanno un impatto psicologico negativo. Una conferma sull’autenticità della notizia arriva direttamente da The Verge, tra le fonti americane più autorevoli in ambito tech. Alcuni dei gruppi sono privati, il che comporta che un amministratore debba approvare i nuovi membri prima che possano aderire.
Ecco perché in alcuni casi Facebook interviene dopo più tempo. Il tema è lo stesso: i gruppi si oppongono all’intervento di sanità pubblica sostenuta da esperti medici. Questi, infatti, oltre ad occuparsi di controllo e prevenzione delle malattie, raccomandano alle persone di indossare mascherine in tutte le aree pubbliche, il che dovrebbe limitare il contagio. Solo ieri, negli Stati Uniti sono stati registrati più di 60.000 casi. Eppure questi gruppi sono ancora molto diffusi.
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