Facebook Marketplace e i mercatini online: guida a non farvi fregare
Facebook Marketplace e i mercatini online sono grandissime occasioni. La comodità del mercatino rionale, estesa a tutta Italia se non al mondo. L’oggetto che non vuoi più avere in casa, facilmente venduto e monetizzato, mentre l’oggetto che cercavi arriva con gran facilità al tuo domicilio con prezzi modici. A volte troppo. A volte scatta la fregatura.
Bisogna stare attenti a diversi segnali e prendere diverse precauzioni. Il seguente elenco non è esaustivo, ma limitato.
Attenti al prezzo troppo basso
Come abbiamo visto in diversi casi di Phishing, la truffa in cui qualcuno finge di essere un venditore di beni di lusso a prezzi scontatissimi, nessuno al mondo andrebbe in perdita.
Possiamo capire a esempio che un computer portatile usato si deprezzi col tempo, specie se usurato e con specifiche datate. Ma un iPhone nuovo di pacca a pochi euro sicuramente sarà sospetto.
Specialmente col bene elettronico, anche “vintage” data la moda del Retrocomputing può capitare l’abuso del “visto e piaciuto”. Dalla foto è difficile valutare se un oggetto elettronico funziona. Potreste quindi essere attirati da una foto di un oggetto cosmeticamente a posto, essere verbalmente rassicurati dal venditore che esso non presenta problemi e scoprire che non si accenderà mai, o funzionerà malissimo.
Al riguardo del prezzo va tenuto presente un altro fattore
Solo pagamenti tracciati, e PayPal protezione acquirenti (e mai pagamenti non tracciati anticipati, mai)
Avete quindi il vostro oggetto. Il venditore insiste per “spostare le trattative” in privato, fuori dai canali del mercatino virtuale. E questo è già un cattivo segno.
Vi chiederà quindi di pagare mediante “una ricarica PostePay”, o altre forme di pagamento non tracciabili e anticipate. Ovviamente rischiate che presi i soldi il venditore sparisca.
Anche con PayPal sarà meglio usare il pagamento con “protezione utente”, che con una piccola percentuale consente di effettuare i dovuti reclami e riottenere i soldi in caso di mancata consegna.
Altri strumenti che dovrete evitare oltre la “Ricarica PostePay” sono il bonifico bancario diretto (strano dirlo, ma con PayPal e simili non ce ne è bisogno) e i servizi di trasferimento contante.
Altra formula tipicamente truffaldina è la richiesta di essere pagati in tessere sconto e buoni regalo di altri negozi online. Ovviamente diventa impossibile rintracciare il pagamento e riottenere la somma.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio
Avete visto quindi il vostro prodotto in foto. Se è un oggetto di elettronica chiedete un video in cui sia mostrato il suo funzionamento.
Siamo nel 2023: è impossibile che il venditore non abbia neppure un cellulare per girare un video di se stesso che aziona il cellulare/computer/console/retro che sta vendendo.
Nel caso la risposta sia “Non posso farlo perché sono in vacanza devi accontentarti della foto” o “Se sei interessato compra altrimenti non farmi perdere tempo” nella maggior parte dei casi sei davanti ad un tentativo di truffa, specialmente se il diniego è ripetuto nel tempo e assoluto.
Nel caso poi si parli di un prodotto abbastanza nuovo, non guasta chiedere di esibire scontrino e/o garanzia. Sia pur tenuto presente che, ovviamente, chi ruba la foto di un cellulare può benissimo averne rubata una con lo scontrino, come evidenziato da un geniale video di Stockdroid.
Resta dunque valido il consiglio di chiedere di vedere il prodotto funzionare, se non di persona in video.
Il triangolo no, non l’avevo considerato…
Una interessante truffa da evitare è il cosiddetto “triangolo” nelle sue varianti.
Il triangolo è a sua volta la forma evoluta del “prodotto non esistente”. La truffarella tipica per cui Tizio pubblica l’annuncio di vendita di un prodotto di cui non dispone, basandosi su foto prese da Internet, e ottenuti i soli da Caio, possibilmente mediante ricarica postepay o buoni sconto, chiude il negozio e scappa con la cassa.
Nel “Triangolo” Tizio riceve i soldi da Caio e provvede a comprare da Sempronio un prodotto inferiore per qualità e conservazione, passabilmente simile al prodotto richiesto ma dal valore molto inferiore.
Tizio quindi indicherà a Sempronio i dati di Caio, sparendo con la differenza.
Ipotizziamo quindi che Caio voglia comprare da Tizio una costosa fotocamera reflex professionale per 900 euro. Tizio intascherà 900 euro e comprerà una fotocamera inferiore da Sempronio per 600 euro, intascandosi 300 euro. A questo punto sparirà dall’orizzonte: se Caio, con poca dimestichezza con l’elettronica, non si accorgerà di essere stato pelato, Tizio non patirà conseguenze. Se Caio dovesse accorgersene, la triangolazione renderà meno agevole ottenere il rimborso.
Una variante ancora più insidiosa è ancora più lesiva. Tizio vuole comprare un oggetto da Caio, mettiamo un orologio. Tizio non ha i soldi, quindi contatta Caio per bloccare la vendita dicendo che provvederà con un pagamento Paypal.
Mette online una vendita truffaldina per un prodotto diverso ma di pari prezzo. Sempronio contatta Tizio per comprare il prodotto immaginario, ad esempio un cellulare costoso. Tizio si fa mandare la ricevuta di pagamento e la gira a Caio dicendo che “ha usato la carta di credito del padre/madre/fratello/sorella/parente a caso”.
A questo punto capirete che Tizio avrà comprato l’orologio da Caio e truffato Sempronio, sparendo e lasciando a Sempronio le grande.
Per cui, se vi viene offerto un pagamento anche legittimo ma da fonte “altrui” vigilare.
Il phishing anche sui mercatini
Anche sul mercatino può arrivare l’annuncio truffaldino. Il truffatore che non ha abbastanza soldi per vendere un Millennium Falcon LEGO a due euro mediante annunci sponsorizzati potrà essere tentato di farlo su un negozio online.
Naturalmente al momento di pagare manderà “un link per il pagamento” che imita passabilmente PayPal o altri intermediari allo scopo di impossessarsi dei dati.
Ma potrebbe anche non essere colpa del venditore, attenti.
Un truffatore potrebbe benissimo scaricare foto di merce in vendita, usare i dati di un venditore legittimo e aprire uno “shop alternativo” facendo “phishing” di un venditore esistente.
Anche qui, occhio. E proprio per questo, se un venditore o un acquirente vi chiede dati che non c’è bisogno che abbia, come dati delle vostre carte di credito o codici e password, non dateglieli.
Anche il venditore è in pericolo: attenti alla truffa della falsa restituzione
Mettiamo il caso che Tizio venda un pregiato orologio o un gioiello. Caio riceve l’oggetto e dichiara di volersi avvalere del diritto di recesso. Tizio naturalmente accetta ma aprendo il pacco appena tornato scopre che il pregiato oggetto è stato sostituito da una vera e propria patacca.
“Punti extra” per Caio se aprirà una contestazione con PayPal per bloccare il pagamento adducendo di aver ricevuto a sua volta un falso per poi scomparire.
Cosa che richiede le massime cautele non solo per chi compra, ma per chi vende, che bene farebbe a documentare tutto.
Attenti al falso profilo
Per i motivi già menzionati, converrà dubitare di venditori sospetti. Profili esistenti solo da poco, inclini a cambiare nome periodicamente e vuoti come quadri surrealisti, o farciti di contenuti visibilmente tarocchi denotano un account creato all’apposito scopo di ingannare e scappare.
Meglio sarebbe spendere un po’ di tempo per controllare il profilo del venditore: in caso di negozi come eBay e simili, evitare i profili con zero feedback o feedback negativi, in caso di Facebook evitare fantasmi apparsi per l’apposito scopo di proporre il prodotto e scappare.
Il contante non è sempre più sicuro
Ipotizzate un venditore che insista per la consegna a mano. Bene, come detto sopra vedere il prodotto funzionante va sempre bene. L’acquirente insiste per pagare in contanti, banconote di grosso taglio e tutto, chiedendo il resto.
Ottimo, bene, ma di rilevatori e pennine tester per le banconote ce ne sono tanti e per tutte le tasche, e vi converrà insistere per lasciare provare la banconota, perché anche il trucco di presentarsi all’acquisto con soldi falsi ottenendo così la merce e il resto vero esiste ancora.
Un motivo in più per privilegiare l’uso di strumenti come PayPal, o fidarsi del venditore che offre il servizio POS o, da venditore, adottare un POS gratuito come quelli di SumUP.
Questo è un piccolo elenco di avvertenze: sicuramente nella pratica, come ogni buon venditore o acquirente, ne imparerete altre. Ma con queste già eviterete brutte sorprese.
Foto di Copertina: Shopping Online, Canva, Achira22
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