Approfondimento

Facebook conferma il ban di Trump: sei mesi per creare nuove regole

Facebook conferma il ban di Trump, è la notizia di oggi.

Ma andiamo con ordine e ricordiamo le vicende precedenti insieme.

Riassunto delle puntate precedenti

Il sette gennaio, all’indomani della rivolta dei QAnon al Congresso USA, Facebook ha sospeso l’account di Donald Trump a tempo indeterminato.

Il motivo è stato, sostanzialmente, l’ondivaga presa di posizione del Tycoon sulla vicenda, tra timide dissociazioni dalle violenze e blandizie ai “patrioti”.

Patrioti che, incidentalmente sono stati identificati dal social proprio nei QAnon arrivati al Congresso per perpetrare diverse azioni violente sfociate in cinque morti ed un numero consistente di feriti.

Spingendo Zuckerberg a motivare il provvedimento con una dichiarazione

Gli scioccanti eventi delle ultime 24 ore hanno dimostrato che il Presidente Donald Trump intende spendere il suo tempo rimanente in carica per minare la pacifica e legittima transizione al potere del suo successore eletto, Joe Biden.

La sua decisione di usare la sua piattaforma social per condonare e non condannare le azioni dei suoi supporters al Campidoglio ha giustamente sconcertato le persone negli USA e nel mondo. Abbiamo cancellato le sue dichiarazioni ieri perché abbiamo valutato che il loro effetto – e verosimilmente il loro intento – era quello di provocare ulteriore violenza.

A seguito della certificazione del risultato elettorale da parte del Congresso, prioritario per l’intero paese è assicurarsi che i prossimi 13 giorni e quelli dopo l’inaugurazione siano spesi pacificamente e secondo le norme democratiche stabilite.

Negli anni passati abbiamo permesso al Presidente Trump di usare la piattaforma in modo compatibile con le nostre regole, a volte cancellando contenuti o segnalando i suoi contenuti che violavano le nostre politiche aziendali. L’abbiamo fatto perché crediamo che il pubblico abbia il diritto ad un accesso il più ampio possibile al dibattito politico, sia pure controverso. Ma l’attuale contesto è del tutto differente, e riguarda l’uso della nostra piattaforma per incitare la rivolta armata contro un governo democraticamente eletto.

Crediamo che i rischi insiti nel consentire al Presidente di usare il nostro servizio in questo periodo siano semplicemente troppo grandi. Per questo estendiamo il blocco che abbiamo implementato sui suoi account Facebook ed Instagram a tempo indefinito, o quantomeno per le prossime due settimane finché non avverà il pacifico passaggio dei poteri

Tempo indefinito significa però esattamente quello che significa. Ad oggi Trump non dispone più di un account Facebook o Twitter.

Facebook conferma il ban di Trump: sei mesi per creare nuove regole

Arriviamo ora a Maggio 2021: il Comitato di Controllo di Facebook, l’ente che si occupa dei reclami avverso i provvedimenti, ha reso provvedimento sul caso in esame.

Il provvedimento è sostanzialmente confermato ma con un caveat. Una problematicità tecnica da risolvere.

Che intanto comporta che almeno per i prossimi sei mesi, il tycoon dovrà fare a meno di un account Facebook.

La conferma

Il provvedimento sostanzialmente conferma la presenza nei post di Donald Trump di una serie di violazioni, tra le quali la politica di Facebook contro i contenuti di odio e le persone e organizzazioni pericolose, nonché la presenza di alcune “recidive” relative a disinformazione, ad esempio su COVID19.

Ciò posto, il Comitato ha confermato la teoria precedentemente espressa da Facebook per cui gli eventi del Congresso hanno rappresentato un attentato senza precedenti alla democrazia Statunitense e i post di Trump relativi avrebbero potuto aggravare la situazione.

Le nuove regole

Il problema è che al momento l’account di Trump vive in un limbo.

Limbo giustificato dal fatto che mai prima del Gennaio 2021 le policy di Facebook si erano intrecciate strettamente ad eventi così dolorosi della vita pubblica e politica di un paese

Sospeso a tempo indefinito significa non sapere se il proprio account esiste o non esiste.

Il Comitato pertanto dà a Facebook sei mesi di tempo per decidere sul da farsi, suggerendo due possibili soluzioni.

  1. se a Trump dovesse essere consentito di tornare, quindi confermando la sospensione, ciò non potrà essere a tempo indefinito, ma dovrà essere fornito al Tycoon una serie di capi di doglianza e linee guida cui dovrà impegnarsi e attenersi strettamente in futuro, altresì codificando nuove linee guida per casi simili
  2. se a Trump fosse inibito il ritorno, la sospensione dovrà essere convertita nella cancellazione dell’account col divieto di crearne nuovi. A Trump dovrà essere notificata la cancellazione e il ban permanente, altresì codificando nuove linee guida da inserire permamentemente nelle linee guida di Facebook per disciplinare casi simili.

La reazione del Tycoon

Ovviamente, Donald Trump non ne è stato affatto persuaso. Per niente.

Donald Trump si è trasferito su un suo blog personale, con la possibilità per i suoi fan di condividere i post su Facebook e Twitter.

Ha definito il suo ban perdurante una “vergogna assoluta” chiedendo a gran voce che i social “paghino politicamente” la sua cacciata.

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