Fabio Gaudenzi: “Chi ha ucciso Piscitelli è la vera mafia, non quella del 2014”
Ieri Fabio Gaudenzi si è consegnato alla giustizia. Dopo aver sparato un paio di colpi di pistola in aria, col volto celato da un passamontagna, ha caricato sotto forma di video le sue dichiarazioni su YouTube. In quei pochi minuti registrati, lo Zoppo dà modo di farsi riconoscere anche a chi di lui non aveva mai sentito parlare. Alcuni personaggi della mafia romana sono diventati noti grazie a Romanzo Criminale e Suburra. Una volta rinchiuso a scontare il 41bis per i suoi reati, il boss Massimo Carminati è entrato nell’immaginario collettivo. Con l’omicidio dell’ultras laziale di agosto di quest’anno, Fabrizio Piscitelli, risulta evidente che l’equilibrio di forze a Roma è cambiato totalmente. Per questo Fabio Gaudenzi decide di consegnarsi.
Sono due i video che Fabio Gaudenzi ha caricato sulla piattaforma YouTube
Il primo risale a un giorno fa. Ed è maggiormente incentrato sulla morte di Fabrizio Piscitelli, l’ultras della Curva Nord ucciso questo agosto al Parco degli Acquedotti. Sono parole di un uomo rimasto totalmente solo, che sembra aver perso qualsiasi fine od obiettivo. Nell’ultima parte afferma di avere nomi di persone che ‘hanno fatto gli infami’. Per loro c’è un ultimatum di tre mesi. Non è chiara l’identità del ‘diavolo’ a cui si appella nel video sottostante.
Buongiorno a tutti, oggi primo settembre 2019 è un giorno davvero speciale, prima di tutto perché tra pochi minuti inizierà il derby e per uno come me non ha più nessun valore. Oggi per la prima volta allo stadio non ci sarà Fabrizio Piscitelli e per chi sa è un segnale importante, perché prima di essere un trafficante di droga, un grande ultras e un vero amico, Diabolik era prima di tutto un camerata, l’ultimo, insieme a me, del gruppo storico dei fascisti di Roma Nord. Tra poche ore finirà tutto, mi sto consegnando alla Polizia di Stato.
Io, Fabio Gaudenzi, dopo 30 anni ho deciso di arrendermi, visto che sono rimasto solo
Tutti i miei amici sono morti o in galera: è per questo che ho deciso di fare tutto questo. Veniamo a voi, infami, ho iniziato 30 anni fa la mia carriera politica ‘criminale’, come dicono, con la morte eccellente di un amico e per un segno del destino si chiude oggi, con un’altra morte eccellente di un altro amico. Faremo di tutto per vendicarti, Fabrizio. Sto consegnando al diavolo una lista di nomi di donne, di uomini, di giovani, di vecchi, che in questi 30 anni hanno pensato bene di comportarsi da merde nei nostri confronti.
Partendo da quell’infame di vecchia che sta sull’Ardeatina, o come Claudio Oggiaro, o come Filippo Maria Marchi, e tanti altri, tra cui il maresciallo della caserma de Le Rughe, Bartolomeo Laudando, un viscido, verme schifoso, che non merita neanche di portare la divisa. Avete tutti tre mesi di tempo per lasciare la nostra città, dopodiché il diavolo vi verrà a cercare, e se sarete ancora a Roma, non morirete solo voi, ma anche i vostri cari. Ricordatevi tutti, che lo zoppo non dimentica, a presto».
Fabio Gaudenzi: Noi non siamo mafiosi, ma siamo fascisti. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre
Il secondo video è meno lungo ma altrettanto d’impatto. Fabio Gaudenzi nomina gli ultimi sopravvissuti della cellula criminale di cui dice di far parte, “I fascisti di Roma Nord”. Sullo sfondo un manifesto di Opposta Fazione, la sciolta tifoseria nazifascista della Curva Sud. Con un passato di militanza politica di chiara impronta fascista, rapine a mano armata, usura e spaccio di droga, Fabio Gaudenzi ha già scontato degli anni di detenzione grazie alle indagini del processo di Mafia Capitale.
Buongiorno a tutti. C’ho pochi minuti perché stanno arrivando mi stanno per arrestare. Vorrei fare delle dichiarazioni. Mi consegnerò come prigioniero politico. Mi chiamo Fabio Gaudenzi e sono nato a Roma il 3/3/72. Appartengo dal 1992 a un gruppo elitario di estrema destra denominato “I fascisti di Roma Nord” con a capo Massimo Carminati. Ed ora vi do la lista:
Fabio Gaudenzi, Fabrizio Piscitelli, Luca Caroccia, Fabrizio Caroccia, Elio Di Scala, Maurizio Boccacci, Riccardo Brugia e Massimo Carminati
Mi consegno consapevole di subire dei processi, ma vorrei essere processato, e se giusto condannato, per banda armata come dovrebbe essere Massimo Carminati e Riccardo Brugia. Noi non siamo mafiosi, ma siamo fascisti. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. A Massimo Carminati la mafia fa schifo, la droga fa schifo. Ma ne parleremo presto. Mi sto consegnando al Questore di Roma. Parlerò del mandante dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli e di tanto tanto altro. Ma solo col dottor Gratteri, perché questa è la mafia vera, non quella del 2014. Grazie e a presto.
Del nucleo direttivo della Banda della Magliana non è rimasto più nessuno in circolazione. Massimo Carminati, dopo non pochi travagli giuridici, sta scontando la sua pena nel carcere di Parma. Diversa la situazione di Riccardo Brugia, cui sono state ritirate le misure cautelari e sta attendendo la fine del processo ai domiciliari. Elio Di Scala, Luca Caroccia e il fratello Fabrizio, insieme a Piscitelli sono tutti passati a miglior vita, per ragioni molto diverse l’una dall’altra. Maurizio Boccacci è ancora a piede libero, e non mancò di dichiarare la sua solidarietà a Roberto Spada.
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