Il Corriere della sera oggi, 28 novembre, ha pubblicato un articolo sul caso dell’Ungheria e dell’Eurovision Song Contest 2020, al quale avrebbe rinunciato a partecipare per un eccesso di rappresentanza omosessuale. La venue si terrà a Rotterdam e il Corriere riferisce che la notizia arriva da un rumor comunicato da una fonte dell’emittente ungherese MTVA al quotidiano The Guardian.
“Invece di prendere parte all’Eurovision Song Contest nel 2020, sosterremo le preziose produzioni create dai talenti della musica pop ungherese”, avrebbe dichiarato l’MTVA in un comunicato. Tuttavia, in tutto l’articolo si ricorre spesso alla formula dubitativa e leggiamo che un rappresentante di Viktor Orbán ha parlato di notizia falsa, anche se András Bencsik, commentatore televisivo e ed editore della rivista governativa Magyar Demokrata ha definito l’Eurovision come un’accozzaglia di omosessuali senza nascondere il suo appoggio alla presunta decisione:
Accolgo con favore la decisione che l’Ungheria non faccia parte della flottiglia omosessuale a cui è stata ridotta questa competizione canora internazionale in cui la distruzione della pubblica decenza avviene tramite travestiti che strillano e donne barbute.
Il contesto è quello di un Paese che condanna la Coca Cola per la pubblicità gay-friendly, con un premier che promuove iniziative a favore della “famiglia tradizionale” e che parla di figli che devono crescere necessariamente con un uomo e una donna. Possiamo dire, dunque, che quanto succede in Ungheria ben si presta a una notizia che vede il Paese ritirare la propria adesione all’Eurovision Song Contest 2020 per un rifiuto che interessa l’orientamento sessuale degli artisti.
L’articolo del Guardian è stato pubblicato il 27 novembre e riporta che le cause del ritiro dell’Ungheria dalla gara non sono state rese note in via ufficiale e che il tema omosessualità, per il momento, è soltanto una supposizione:
Una fonte all’interno dell’emittente pubblica ungherese MTV, ha riferito al Guardian che, sebbene nessuna ragione sia stata comunicata internamente sulla decisione di ritirarsi dal concorso, l’ipotesi diffusa tra i dipendenti vede l’associazione di Eurovision con la cultura LGBTQ+ dietro la scelta.
Zoltan Kovacs, portavoce del premier nonché Segretario di Stato per Comunicazioni e Relazioni Internazionali, ha twittato una smentita a tale notizia:
In poche parole: “Nessuno del governo ungherese ha detto che l’Eurovision sia ‘troppo gay’, di cosa state parlando?”, ma allo stesso tempo non vengono diffuse spiegazioni sulla defezione dell’Ungheria. Si parla di ipotesi anche sul sito di informazione ungherese index.hu il 26 novembre e non vi è alcuna certezza delle ragioni omofobe che avrebbero fatto rinunciare l’Ungheria all’Eurovision Song Contest 2020. Parliamo di precisazioni, quindi, perché la notizia non è confermata.
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