Sono noti a tutti i nomi dei QAnon responsabili e coinvolti nell’insurrezione violenta, un vero e proprio tentato colpo di Stato al Congresso. Nomi come quello di Eugene Goodman, agente di polizia, sono meno noti.
Eppure dovrebbero esserlo.
Nei film di azione, nei cartoni animati e nei prodotti di intrattenimento che come abbiamo visto i QAnon consumano avidamente per dare benzina alle loro fantasie escapistiche, pervertendo qualcosa creato per dare gioia e sogni ai giovani in idee nuove per le loro atrocità c’è quasi sempre almeno un Tropo narrativo.
L’Eroe, il Buono per eccellenza che circondato dall’amorfa massa dei cattivi, troppo vili per agire in modo cavalleresco, mantiene la sua posizione urlandogli che anche se alcuni di loro passeranno, almeno i primi dovranno affrontarlo. E nessuno avrà il coraggio di farlo.
E quando questo accadrà, avrà guadagnato almeno del tempo prezioso per difendere le potenziali vittime della folla.
I QAnon, che si gloriano di essere gli eroi del loro tossico immaginario (così tanto che uno dei loro rappresentanti si è fatto ritrarre col tatuaggio dell’eroe di un videogame sulla mano) hanno vissuto questo tropo narrativo dalla parte dei malvagi.
Mentre dalla parte dei buoni c’era Eugene Goodman, agente di Polizia, un uomo solo contro molti.
Preferiamo non mostrarvi direttamente i video della violenza cui è stato esposto Eugene Goodman, ci sono molti articoli al riguardo (come questo che potrete cliccare) che i più curiosi potranno cliccare per una testimonianza del suo coraggio.
Non è esattamente il genere di contenuto che esibiremmo senza filtri a chi è sensibile alla violenza, e questo descrive ulteriormente il suo coraggio.
Eugene Goodman, nell’attesa dell’arrivo della Guardia Nazionale (che sarebbe stata convocata solo tempo dopo, da Mike Pence) si è trovato letteralmente ad un bivio.
E non è una figura retorica.
Da un lato, c’era lui, da solo, dinanzi ad uno degli ingressi ad un corridoio del Congresso. Del resto il Congresso è un monumento storico. Ci sono persone che lavorano per la Democrazia, ma ci sono anche studenti in visita e turisti. Che mille volte avranno visto Eugene Goodman vegliare su di loro.
Alle sue spalle, una rampa di scale ed una porta che dava accesso diretto alle stanze del Senato dove erano riuniti in seduta i rappresentanti politici.
Se i QAnon ed i manifestanti violenti se ne fossero accorti, probabilmente avremmo avuto un esito ben diverso da quello attuale, e almeno una parte di loro non sarebbe riuscita a mettersi al sicuro.
Sapendo come funziona la mente di un fondamentalista accecato dall’odio Eugene Goodman, poliziotto afroamericano in forza al Congresso, più volte odiato dai QAnon solo per il “peccato” di esistere ha coscientemente spinto uno loro.
Non con violenza, con la forza necessaria a trattenerlo e fargli sentire lo “sfregio” patito.
Ha poi contattato via radio i rinforzi, spostandosi sul piano superiore non popolato da civili, facendo in modo che i QAnon assetati di violenza lo inseguissero per essere trattenuti dagli altri agenti il tempo necessario per completare l’evacuazione del Senato.
Una manovra lucida, coraggiosa che ha avuto il suo effetto.
Senza Eugene Goodman, probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso.
Una cosa che è possibile ravvisare nei video che parlano della coraggiosa azione di Eugene Goodman è la mancanza pressoché totale di persone di colore nell’Orda che ha tentato di inseguirlo.
E non solo è un’impressione, ma qualcosa che molti agenti al Congresso hanno notato.
Agenti che escludono categoricamente l’idea estemporanea di una “manifestazione spontanea”.
Un ufficiale di polizia descrive di aver incontrato
“Un gruppo di terroristi addestrati. Avevano radio, le abbiamo sequestrate. Avevano radioricevitori e auricolari. Avevano repellente per orsi (da usare come spray da autodifesa, NdT). Avevano granate luminose. Erano preparati. Avevano nascosto due esplosivi fai da te, con involucro metallico, in due posti diversi. Queste persone avevano un addestramento militare. Molti di loro erano stati militari.”
Aggiungendo di aver visto tra i rivoltosi persone agitare distintivi di polizia, definendo chi agiva con violenza “Un movimento venuto per aiutare”.
Il rapporto degli agenti conclude definendo gli aspiranti golpisti “Una minaccia terroristica interna”, e rivelando come i continui richiami alla “legge e l’ordine” rivolti da Trump ai “Presunti Patrioti” non abbiano portato che a questo.
Un’orda di terroristi, tra cui persone che (non si sa come, ma sicuramente indegnamente) avevano distintivi da agitare, che rivolgevano insulti razzisti e violenze ai veri servitori della Patria, gli ufficiali di Polizia.
Tra cui Eugene Goodman.
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