E ci risiamo. Anche Enrico Brignano è finito nel vortice delle fake news truffaldine che associano i bitcoin a volti dello spettacolo italiano. Nella puntata di mercoledì 27 novembre 2019 di Striscia la Notizia è andata in onda la consegna del primo tapiro al comico e attore la cui immagine è stata usata per promuovere l’acquisto di bitcoin e spingere le persone a fare investimenti online. Il tutto a sua insaputa, ça va sans dire.
Come tanti altri prima di lui anche l’immagine di Enrico Brignano è stata utilizzata a sua insaputa per promuovere il trading online e l’acquisto di bitcoin. Saputa la notizia ai microfoni di Valerio Staffelli il comico non ha potuto fare altro che prendere le distanze dagli spot che sono stati pubblicati in internet e che invitano a investire online cercando di convincere le persone affermando che a farlo è stato anche lui. Classificandola immediatamente come fake news, Brignano ha aggiunto che non c’è stata da parte sua alcuna autorizzazione a utilizzare la sua immagine per promuovere speculazioni finanziarie. Le parole dell’attore sono state chiare:
È una grande fake news. Non ho mai detto di fare investimenti e non so cosa siano i bitcoin. L’unica parola che conosco che inizia con bit è bitter. Denuncerò tutti quelli che hanno diffuso questa bufala
Appare chiara anche la precisa intenzione, espressa con la classica ironia che lo caratterizza, di denunciare quanto appreso presso le sedi competenti.
Come abbiamo anticipato in apertura Enrico Brignano non è che l’ultima vittima famosa la cui immagine è stata sfruttata impropriamente in questo senso. Sono stati tanti altri i volti noti rubati per promuovere le speculazioni finanziari. Precedentemente abbiamo parlato del caso di Jovanotti, che ha affermato di non sapere nemmeno cosa siano i bitcoin e di quello di Paolo Bonolis, che secondo la fake avrebbe abbandonato Avanti un altro per concentrarsi esclusivamente sul mondo di Bitcoin Revolution. La stessa cosa è successa anche a Diletta Leotta, Gianluigi Buffon e Antonella Clerici.
Un caso emblematico di cui avevamo già parlato è quello di Enrico Lucci. La fake news relativa al suo coinvolgimento con i bitcoin e le speculazioni finanziarie era arrivata corredata da uno screen; esso simula alla perfezione le grafiche e la struttura del Corriere della Sera, frutto del portale onlinenews2day. Il titolo dell’articolo, che ovviamente non esiste e non è mai esistito, è: “Enrico Lucci rivela come ha guadagnato 2,3 milioni di euro dopo il fallimento della sua attività, sostenendo che tutti possono fare come lui: lo spiegherà a NEMO”.
L’assurdo screen rientra nell’ambito di una elaborata forma di phishing. Si tratta di trasformare la pubblicità aggressiva in vere e proprie bufale o imbrogli sfruttando una serie di soggetti a loro insaputa. L’idea è quella di prendere possesso del nome e della credibilità delle persone o di enti famosi (come un giornale accreditato) per ingannare letteralmente le persone facendo leva sulla fiducia che l’utente medio riserva a istituzioni, quotidiani o personaggi degni stima.
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