La notizia che aspettavamo è arrivata: EMA approva vaccino Johnson&Johnson.
Dei vantaggi del vaccino Johnson&Johnson ne avevamo già parlato ai tempi dell’autorizzazione presso FDA.
In primo luogo col vaccino Johnson&Johnson salgono a quattro (Pfizer, Moderna, Astrazeneca e J&J) i candidati vaccini disponibili sul mercato, con l’attesa della richiesta di autorizzazione per il russo Sputnik.
Il che, in tempi di scarsità vaccinale dovuta alle stesse esigenze produttive è un’eccellente notizia.
In secondo luogo come abbiamo visto in passato, il vaccino J&J sia pur simile ad Astrazeneca per formulazione abbisogna di una sola dose per dispiegare i suoi effetti.
Punto importante della vicenda, proprio in quanto ultimo arrivato, Johnson&Johnson è stato testato anche sulle varianti.
Racconta il presidente di Farmindustria al CorSera
“Una sola dose, nessun problema di temperatura di conservazione. È stato testato in modo particolare sui malati che avevano altre patologie. Risultato: una copertura del 100% contro il rischio di ospedalizzazione o morte, dell’85% contro le forme gravi di Covid. Abbiamo testato il vaccino anche in Sudafrica in un periodo in cui la variante era già in circolazione, e la media sull’efficacia in forme da moderate a gravi si è attestata al 66%”.
Naturalmente, ogni dato emerso nei test su gruppi selezionati, lo diciamo sempre noi stessi, va valutato alla prova dei fatti, sul campo.
Ogni vaccino è come uno studente prodigio: può capitare che un liceale brillante si confermi un universitario geniale ed un eccellente professionista, oppure che diventi un fuoricorso svogliato ed un pessimo adulto.
Ma la statistica gioca a nostro favore: ad esempio il vaccino Pfizer ha mantenuto sul campo le enormi promesse emerse in sperimentazione, tra le quali il raggiungimento dell’immunità sterilizzante.
Se il vaccino Johnson&Johnson confermerà gli ottimi risultati, potremmo ridurre l’impatto delle varianti in tempi ancora più celeri, anticipando il ritorno alla normalità tanto desiderato.
È il direttore esecutivo dell’EMA a dare l’ottima notizia
“Con quest’ultimo parere positivo, le autorità dell’Unione europea avranno un’altra opzione per combattere la pandemia e proteggere le vite e la salute dei loro cittadini”, ha affermato in una nota il direttore esecutivo dell’Ema, Emer Cooke.
La Commissione europea si è già assicurata 200 milioni di dosi del vaccino Johnson & Johnson, con un’opzione per l’acquisto di altre 200 milioni di dosi. Tuttavia, l’azienda farmaceutica non consegnerà vaccini ai Paesi Ue prima del secondo trimestre di quest’anno, possibilmente verso la metà o la fine di aprile.
Salvo, naturalmente, i ritardi dovuti all’iniziale scarsità della produzione. Cosa che confidiamo possa essere superata per Aprile.
Per quanto riguarda l’Italia – si sottolinea a palazzo Chigi – nel periodo dall’8 marzo al 3 aprile saranno fornite complessivamente circa 6,5 milioni di dosi. Nel secondo trimestre, invece, in Italia si registrerà un netto incremento delle dosi disponibili, per un ammontare complessivo di oltre 36,8 milioni di dosi per Pfizer, AstraZeneca e Moderna.
Del funzionamento ne abbiamo già parlato
Il funzionamento abbiamo detto è lo stesso del preparato di Astrazeneca.
Un vaccino tradizionale è un virus inattivato, indebolito o incapace di esprimere la malattia.
Si prende quindi un Adenovirus e lo si rende incapace di esprimere la qualsivoglia malattia.
Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, possiamo raffigurare un virus come un antipatico vermetto con un nastro di istruzioni per riprodursi. Quel nastro che si porta in pancia viene del tutto svuotato e sostituito con istruzioni utili solo a renderlo riconoscibile agli anticorpi che da lui impareranno a combattere SARS-CoV-2.
Quindi, nel momento in cui l’Adenovirus entra nel nostro corpo tutto quello che può fare è vagare “Esplorando il Corpo Umano” sconsolato come John Travolta in Pulp Fiction
Finché non viene individuato dal sistema immunitario, che in Esplorando il Corpo Umano viene raffigurato dal Colonnello Pierre e dal Tenente Kira della Flotta dei Globuli Bianchi
I quali, individuato il sordido vermetto, gli scagliano contro Metro, il capo di tutti gli Anticorpi, che lo esamina, osserva quel frammento genetico e diviene in grado di programmare le astronavi di Pierre e Kira in modo che producano enormi quantità di sue copie, dei piccoli Metro al suo servizio in grado di riconoscere non solo l’Adenovirus, ma anche SARS-CoV-2.
Nel momento quindi in cui SARS-CoV-2 arriverà nel Corpo Umano, aspettandosi di essere uno sconosciuto in grado di nascondersi facilmente, sarà letteralmente preso in agguato da un esercito di anticorpi pronti a fargli la festa che conoscono il suo aspetto, i suoi punti deboli ed ogni strategia utile ad annientarlo. O quantomeno, finché non avremo sciolto il dubbio tra immunità sterilizzante o da malattia, a impedirgli di manifestare il qualsivoglia sintomo, salvando il malato dall’ospedalizzazione e dalla malattia.
Il vaccino, testato con profitto su soggetti dai 18 anni in su (cosa che non esclude la possibilità di test clinici su bambini e adolescenti, una volta messi in sicurezza anziani e adulti) si basa su una singola dose, la cui efficacia si sviluppa dal 15mo giorno dopo l’iniezione per raggiungere il massimo dopo il 29mo giorno.
Allo studio c’è la possibilità di usare una seconda dose come “richiamo” per estenderne ulteriormente l’efficacia, ma gli studi dimostrano l’efficacia con una dose singola.
Come ricorda la dottoressa Leana Wen letteralmente quello che il tuo medico ti inietta, il prima possibile in modo da spezzare l’argine del contagio.
In quest’ottica avere più vaccini, e avere l’assicurazione di un numero idoneo di dosi ed una struttura vaccinale efficace è importantissimo.
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